Corriere dello Sport

Festa Australia Eriksen a casa

La squadra di Arnold conquista gli ottavi Decisivo il gol di Leckie, ora agli ottavi c’è l’Argentina Delusione Danimarca: Hjulmand senza centravant­i

- Di Giorgio Burreddu

Nemmeno era finita e già molti media danesi parlavano di umiliazion­e. Giudizio troppo duro, ma il senso di questa eliminazio­ne dal Mondiale non è poi così distante. Non sarà un'umiliazion­e, magari, ma certo la sconfitta contro l’Australia segna un evidente passo indietro della Danimarca. Rispetto a quella lucida, brillante e gioiosa degli Europei, quella a cui sembrava riuscire tutto. Invece questa volta ai danesi non riesce di fare nemmeno un gol agli australian­i, che giocando un calcio concreto, senza fronzoli, accedono agli ottavi di finale. Il gol, l’unico del match, lo segna Leckie nel secondo tempo. A qualche chilometro da lì, la Tunisia passa in vantaggio contro la Francia. Se è quella la scintilla per i ragazzi del ct Arnold è davvero difficile da certificar­e. Di certo l’Australia trova forza e coraggio, e nel giro di un batter d’occhio realizza un vantaggio che segna il confine tra i sogni e le certezze.

EMOZIONI POCHE. Poche, pochissime certezze sembra avere la Danimarca. Arrivava in Qatar con grandi ambizioni e sensazioni positive di poter passare il turno. Ma quando cambi tre centravant­i in tre partite vuol dire che qualche problema c’è. All’appuntamen­to da dentro o fuori Hjulmand si presenta con Braithwait­e prima punta e con Skov Olsen e Jensen a supporto. Scelte che costringon­o Eriksen a predicare in zone di campo troppo dense per poter ragionare. Skov Olsen, poi, troppo leggero e morbido. A lui capitano palloni da trasformar­e in occasioni, ma le scelte sono sempre infelici. L’Australia fa il suo, aspetta di trovare lo spazio che serve. E quando può attaccare non si tira indietro. Il primo tempo è tutto lì. All’11' Jensen prova con il destro, ma la respinta di Ryan è efficace. Il forcing della Danimarca dura giusto una ventina di minuti (al 23’ il possesso danese è al 74%), ma l’Australia ha la pazienza, virtù dei forti. Sul finire di primo tempo Duke cerca gloria senza successo, ma è il primo segnale di quello che verrà.

RIPRESA.

Il secondo tempo danese è anche peggio del primo. Di fatto mai pericolosa, mai davvero concreta, la squadra di Hjulmand macina passaggi e poco altro. Nemmeno i cambi del ct danese scuotono la squadra. Così al 15’ arriva il vantaggio australian­o. In contropied­e McGree serve Leckie, bravissimo a puntare Maehle e a concludere incrociand­o con il sinistro sul secondo palo. E’ il suo primo gol alla nona presenza mondiale. Il vantaggio dell’Australia dovrebbe scatenare frenesia nei danesi, che invece proseguono nella loro partita calma, fin troppo pacata. Hjulmand prova a inserire altri giocatori d’attacco, ma niente: l’effetto scossa non c'è. L’Australia gestisce il vantaggio senza tanti patemi. Solamente nei minuti di recupero (6), la Danimarca sembra darsi una chance. Ma nemmeno il solito, miracoloso calcio d’angolo finale con Schmeichel a saltare serve a qualcosa: agli ottavi ci va l’Australia.

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Mathew Leckie, 31 anni, esulta dopo il gol con la Danimarca

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