Croazia-Belgio chi sbaglia va fuori
Dopo essere partite come favorite del gruppo F per il passaggio alla prossima fase oggi una delle due rischia di lasciare in anticipo il Qatar Chi fallirà dovrà pensare al futuro ricostruendo il nuovo gruppo Dalic sicuro: «Non faremo alcun tipo di calcolo
Alla vigilia dei Mondiali era la coppia favorita per andare a braccetto agli ottavi. Ora una delle due rischia seriamente di andare a casa prima del previsto. Da un lato i vicecampioni del Mondo in carica, dall’altro coloro i quali per quattro anni sono stati stabilmente in testa al ranking Fifa e che in Russia, nel 2018, arrivarono sul gradino più basso del podio. Croazia e Belgio oggi pomeriggio si giocano tantissimo: la permanenza in Qatar, prima di tutto, ma anche un'immediata rifondazione che inevitabilmente verrà messa sul piatto delle idee qualora una delle due dovesse essere eliminata.
L’ULTIMA CHIAMATA. La “Generazione d’oro” del Belgio è davanti a un bivio: deve vincere, assolutamente, per andare agli ottavi di finale. Roberto Martinez non è stato risparmiato dalle critiche dopo il sorprendente ko con il Marocco. «Abbiamo visto la tempesta che si è scatenata dopo la sconfitta - ha ammesso il ct -. Sono spuntate una serie di fake news che se non altro sono servite al nostro gruppo per essere più consapevole del fatto che ci sia bisogno di isolarsi». In Francia, notizia poi rimbalzata fortemente in Belgio, si è parlato di una lite nello spogliatoio tra De Bruyne e Vertonghen con l’interista Lukaku a fare da paciere prima che i due venissero alle mani. Eden Hazard prima, poi Courtois e Castagne hanno smentito il tutto in conferenza stampa, come da protocollo per una squadra che vuole tutelarsi e non mostrare al mondo uno spogliatoio pieno di spaccature. In tal senso, le dichiarazioni di qualche giorno fa rilasciate al The Guardian da De Bruyne, colpevole di aver esternato una sacrosanta verità, ovvero che l’occasione vera di vincere il Mondiale, per il Belgio, fosse nel 2018 e che la squadra, non al livello di quattro anni fa, stia evidentemente invecchiando tanto da ricoprire adesso il ruolo di “outsider”. «Piuttosto che godersi la migliore generazione di giocatori belgi di sempre - ha proseguito Martinez, rivolgendosi alla stampa locale - si cerca di seminare un sentimento di divisione. I giocatori che hanno vissuto questo periodo d'oro avranno il merito di influenzare il calcio belga per i prossimi vent’anni». Con o senza vittoria sulla Croazia, insomma. Alla quale, comunque, l'allenatore catalano tiene tantissimo: «Affrontiamo una delle migliori squadre del mondo. Nelle prime due partite avevamo paura di perdere e non ci siamo divertiti, ma ora il discorso è semplice: un pareggio significa la fine, quindi dobbiamo vincere».
SENZA CALCOLI.
Di certo non la più facile, vista la caratura dell’avversario. Il poker della Croazia al Canada ha rilanciato le ambizioni di una squadra che ha esperienza da vendere. L’età media degli 11 scesi in campo nell’ultima partita era leggermente inferiore a quella del Belgio: 29 anni per croati contro i 29,9 dei Diavoli Rossi. Proprio per questo, anche per la nazionale di Dalic, quella di oggi è l’ultima chiamata per provare a replicare il percorso fatto in Russia, quando fu sconfitta in finale dalla Francia. «Per noi è una sfida decisiva - ha detto il ct -. Il Belgio è una grande squadra, tra le migliori al mondo, e se avessimo potuto non avremmo di certo scelto loro come avversario per giocare una partita così decisiva. Non faremo alcun tipo di calcolo, ma proveremo soltanto a vincere».