Honda Hornet 2023 il ritorno del calabrone
La naked giapponese è stata disegnata in Italia e punta ai giovani
Non sono molte le moto che possono vantare una storia di successo come questa. Né suscitano un simile sentimento tra gli appassionati: la Honda Hornet – il primo modello risale al 1998 - per molti è stata la prima, vera compagna di scorribande. Oggi però i tempi sono molto cambiati, si fanno economie di scala, ed è per questo che, se un’azienda progetta un nuovo motore, deve poterlo utilizzare su diversi veicoli, anche molto differenti tra loro. Questo è uno dei motivi per cui la nuova Hornet abbandona il classico quattro cilindri in linea e adotta un moderno bicilindrico parallelo, lo stesso della nuovissima Transalp. Disegnata completamente in Italia, la nuova naked giapponese si propone di andare incontro ai gusti dei più giovani. Che, poco influenzati dal ricordo (e dalle forme) dell’antesignana, apprezzeranno le linee moderne e spigolose. Queste trovano adeguato supporto in un pacchetto tecnico di primo piano. Cuore di tutto il progetto è il nuovo motore, un bicilindrico parallelo da 755 cc con distribuzione monoalbero Unicam e due contralberi di bilanciamento, capace di ben 92 CV. È dotato di frizione assistita e antisaltellamento e lavora con un’elettronica completa, che comprende l’acceleratore Throttle By Wire, il controllo di trazione e diverse mappature motore, il tutto regolabile attraverso 4 Riding Mode visualizzabili sulla strumentazione TFT a colori di 5 pollici. Il telaio è altrettanto inedito: è una struttura in tubi di acciaio, lo stesso materiale del forcellone. Le sospensioni sono fornite da Showa e prevedono una forcella a steli rovesciati non regolabile e un monoammortizzatore con leveraggio Pro-Link. Le quote ciclistiche promettono una guida piuttosto agile, considerati i 1.420 mm di interasse e il peso dichiarato di soli 190 kg col pieno. Anche sul prezzo, Honda non ha sbagliato: si parte da 7.990 euro, una cifra più che ragionevole se pensiamo al livello delle prestazioni offerte.
Passando ai fatti, questa moto non va giudicata dal suo aspetto accomodante. Perché sarà pure una Honda, facile e intuitiva fin dai primi metri, ma sa regalare un gran gusto quando si tratta di guidare. Parlare invece di praticità a proposito di una naked sembra un po’ un ossimoro, però la Hornet si difende comunque bene. Non ha spazio di stiva, naturalmente, però è piuttosto confortevole. E non ha un’impostazione estrema: il busto rimane abbastanza eretto, il manubrio è stretto e sagomato verso il pilota, la
Un modello di successo che adesso si presenta in una veste tutta nuova sia tecnica che estetica, a partire dal bicilindrico di 750 cc
sella è a soli 795 mm da terra. Il raggio di sterzo è notevole e complice l’avantreno molto leggero, in città è un vero giocattolo da manovrare. Ottimo, soprattutto per chi sta muovendo i primi passi. Anche perché il bicilindrico è pimpante e vigoroso, ma non scorbutico. Il comando del gas ha quel tipo di risposta capace di mettervi subito di buon umore. La coppia è corposa fin dai bassi regimi, anche nelle marce lunghe. Ma la spinta non si esaurisce sul più bello, come sarebbe lecito aspettarsi da un bicilindrico in linea. Oltre i 5-6.000 giri si scopre un allungo deciso, che non fa rimpiangere frazionamenti maggiori. A un motore così brillante, gli ingegneri Honda hanno abbinato una ciclistica altrettanto... vivace. L’agilità è il suo
punto di forza. Richiede pochissimo tempo e sforzo per cambiare direzione; qui il peso contenuto e il pneumatico posteriore da 160 di larghezza sono probabilmente i due elementi essenziali. Le sospensioni non sono troppo rigide ma riescono comunque a
offrire un buon rigore direzionale. Nonostante il (notevole) salto generazionale, la nuova Hornet è la degna erede di quella che fu un tempo. Una moto facile, abbastanza economica e veloce come il vento.