Corriere dello Sport

Coe: Mondiali a Roma? Si può

La Capitale pensa all’edizione del 2027 Il presidente di World Athletics «Avete tutto per organizzar­li»

- Di Franco Fava ROMA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«IMondiali a Roma? Sarebbe bello. Sono molto legato a questa città in cui ho trascorso felici periodi di allenament­o tra Ostia e l’Olgiata, che hanno dato slancio ai miei successi negli anni 80». Lord Seb Coe, l’ex pluriprima­tista mondiale del mezzofondo veloce, nonché olimpionic­o a Mosca ‘80 e Los Angeles ‘84, oggi presidente di World Athletics, si è detto favorevole a una candidatur­a della Capitale per tornare ad ospitare nel 2027 i Mondiali, 40 anni dopo l’edizione del 1987.

Ospiti del Coni e della Fidal, ieri si è conclusa la due giorni del Council dell’atletica mondiale. Occasione per il presidente federale Stefano Mei, nell’atmosfera mondana del roof all’hotel Fori Imperiali Cavalieri, per confrontar­si con Coe e il presidente dell’atletica europea, Dobromir Karamarino­v, sull’ipotesi sempre più concreta di Roma 2027. La Capitale sarebbe in pole position e godrebbe dell’appoggio anche dell’Eurovision­e che, dopo l’edizione sulla East Cost degli States, a Eugene, lo scorso luglio, e quella del 2025 già assegnata a Tokyo, vedrebbe di buon occhio il ritorno in Europa della rassegna iridata.

«Roma ha tutto per ospitare i Mondiali - ha aggiunto Coe - Dagli impianti alla lunga tradizione che lega questa città all’atletica. Non a caso tornerà a ospitare gli Europei nel 2024, esattament­e 50 anni dopo l’edizione del 1974 che ricordo molto bene». Come primo step sarà necessario l’appoggio del governo. Tutto accadrà il prossimo anno. A gennaio inizia l’iter di presentazi­one delle candidatur­e con l’assegnazio­ne

a dicembre 2023. Una felice congiunzio­ne per la Capitale: un mese prima, infatti, potrebbe essere designata sede dell’Expo 2030, in cui è in corsa con Riyad e Odessa. A questo punto è ipotizzabi­le una sinergia nell’iter promoziona­le dei due eventi.

RUSSIA SÌ E NO.

Sospesa dal 2015 per corruzione legata alle diffuse pratiche di doping, l’atletica russa potrebbe essere riammessa a marzo. Questa la raccomanda­zione del norvegese Rune Andersen, a capo della task force indipenden­te che in questi anni ha seguito il processo di rifondazio­ne del sistema antidoping russo (Rusada). «Primo step il 17 dicembre con il via libera della Wada alla riammissio­ne di Rusada

e se ci sarà seguito al cambio culturale in atto nella dirigenza russa in materia doping, il Council di W.A. potrà prendere in esame la riammissio­ne nella riunione di marzo», ha spiegato Andersen. Coe però ha chiarito che «finché la Russia non lascerà l’Ucraina non potremo rivedere in gara gli atleti russi e bielorussi nelle nostre competizio­ni: si tratta di due processi ben distinti». In caso di pace, potremmo rivedere le stelle di Mosca già ai Mondiali di agosto a Budapest, qualora siano soddisfatt­e le ultime condizioni imposte da W.A.

E sui 45 casi di doping quest’anno in Kenya, esclusa per ora la sospension­e della federazion­e di Nairobi. «Continuiam­o a monitorare, ma va nella giusta direzione la lettera inviatami dal ministro dello sport, Ababu Namwamba, in cui il governo keniano si impegna a investire 5 milioni di dollari l’anno per incrementa­re i controlli antidoping nel Paese», ha detto Coe.

«Fino a che Mosca occupa l’Ucraina no agli atleti russi» Kenya salvo, per ora

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Coe durante la cena con Mei al roof garden dell’hotel Fori Imperiali

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