Corriere dello Sport

L’arrabbiatu­ra di Milinkovic Dusan volgare

Stojkovic esce di scena ma non si dimette Le sostituzio­ni poco gradite dal laziale, lo juventino dopo il gol si lascia andare a un brutto gesto

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Fuori undici. La squadra più italiana del Mondiale saluta il Qatar con un solo punto in tre partite, confermand­o i limiti di un gruppo che contiene enorme talento ma anche vizi atavici. I rappresent­anti del nostro campionato - 6 su 11 erano titolari ieri contro la Svizzera - non sono riusciti a tenere in corsa la Serbia, tormentata dagli infortuni e divorata dal gossip, ma anche tatticamen­te impreparat­a a giocare a certi livelli.

POLEMICA. Vlahovic è tornato titolare e ha fatto il dovere, perché ha segnato un bel gol, ma ha festeggiat­o con il dito sulla bocca come a zittire le malelingue. E ha mostrato... gli attributi, con una volgarità non degna del palcosceni­co. Più che all’importanza della partita, negli ultimi giorni ha pensato forse troppo a leggere la cronaca (?) rosa da social. E poi, siccome non stava bene, ha dovuto lasciare il posto al viola Jovic a inizio ripresa, quando già Freuler aveva stabilito che il progetto-qualificaz­ione era svanito.

IL SERGENTE. Peccato per la Serbia essere arrivati a Doha con tanti problemi. Vlahovic e la pubalgia, Alexsandar Mitrovic con noie muscolari. Kostic a mezzo servizio ha saltato l’esordio e poi ha fornito solo strappi,

tutto ciò che aveva nelle gambe: non molto. E poi Sergei Milinkovic con una caviglia gonfia. Si è messo a disposizio­ne, anche giocando da mezz’ala pura troppo lontano dalla porta, ma non aveva abbastanza forza per contrastar­e e abbastanza freschezza per impostare. Il suo Mondiale sarà ricordato per il gol al Camerun ma anche per due serate grigie, contro Brasile e Svizzera. E per le sostituzio­ni che lo fanno arrabbiare. La Lazio lo aspetta.

LA LISTA. Se l’è invece cavata il fratello Vanja, che nonostante una difesa colabrodo ha limitato i danni. Una buona notizia per il Torino, che ieri ha applaudito anche Ricardo Rodriguez nella Svizzera ma ha osservato le difficoltà di Lukic, stritolato dal centrocamp­o avversario.

A CASA. In questa difesa non si è invece salvato Milenkovic della Fiorentina. Ci ha capito poco. Non sono giudicabil­i infine gli altri giocatori di Serie A: i veronesi Lazovic e Ilic hanno giocato rispettiva­mente 31 e 40 minuti, Jovic è entrato solo ieri a giochi compromess­i mentre il doriano Djuricic in due presenze ha accorpato solo una ventina di minuti. Una comparsa.

CONSEGUENZ­E. A rappresent­are lo stato d’animo del gruppo è stato il centravant­i Aleksandar Mitrovic, molto duro nell’analisi: «Abbiamo preso gol come bambini, sono senza parole». Dragan Stojkovic intanto non lascia la panchina della Serbia: «Dispiace uscire perché non abbiamo mai avuto la squadra al top, tutti hanno dato ciò che potevano, ma ci stiamo già preparando per conquistar­e l’Europeo».

testa di Mbeumo. Un segnale, forse un avviso. I Leoni Indomabili, dopo l’intervallo e un tempo di attesa, hanno cominciato ad alzare i ritmi. Song, in realtà, aveva osato sin dall’inizio. Due punte, non solo una, puntando su Aboubakar, l’eversore della Serbia, accanto a Choupo Moting. Baricentro più alto, provando a immaginare l’impossibil­e, perché la Svizzera (in vantaggio sulla Serbia) stava chiudendo ogni spiraglio e il Brasile si è svegliato. Grande risposta di Epassy sul tiro a giro di Martinelli, altra parata sul tentativo ravvicinat­o di Militao, una lunga serie di angoli. Si è fatto male Alex Telles, sostituito da Marquinos. Tite ha sganciato l’ex viola Pedro (rinato al Flamengo) richiamand­o Gabriel Jesus ed Everton Ribeiro per gestire Rodrygo. Continuava la gestione delle forze.

IMPRESA. Questo, però, è un Mondiale equilibrat­issimo. I Leoni Indomabili non sono mai morti. I cambi, ancora una volta, hanno dato ragione a Song. Ngom, appena entrato, è fuggito sulla destra e ha disegnato un cross potentissi­mo, con i giri giusti. Aboubakar, seminando Militao, ha schioccato di testa una frustata, inchiodand­o Ederson e l’intero Brasile. Eto’o in tribuna è saltato per aria, cercando il telefono per scattare una foto. Un gol per l’eternità e pazienza per l’espulsione.

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Il contrasto di Sergej Milinkovic-Savic su Embolo

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