L’omaggio a Miha apre il Campidoglio
Dalle 10 alle 18 oggi camera ardente a Roma: sarà aperta al pubblico Domani alle 11.30 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli si svolgeranno i funerali. Ieri ancora tanti amici in clinica per l’ultimo saluto a Sinisa Zoff: «Ha trasmesso valori importa
Siamo tutti sempre lì, col pensiero a Sinisa. La clinica Paideia, da venerdì, è diventata una finestra temporale sulla vita di Mihajlovic, dei suoi amici, dei compagni, degli allenatori, dei dirigenti, di chi lo chiama papà e fratello. Arrivano tutti con la faccia guastata da un dolore che non dà tregua. E’ incessante il viavai di tutto il mondo di Sinisa. Mancini è tornato ieri nella stanza 326 allestita da camera ardente, aperta solo a familiari e conoscenti. Mancio, da due giorni, si raccoglie attorno a quel letto. Le celebrazioni funebri da oggi diventeranno solenni, un pubblico ossequio. Una camera ardente sarà aperta in Campidoglio dalle 10 alle 18. Sarà deposta una corona del presidente della Fifa, Gianni Infantino, e una della Federazione. L’immensa mobilitazione di uomini e sentimenti scattata dopo la morte di Sinisa genererà una partecipazione di massa. Lo stesso avverrà per i funerali, saranno celebrati domani alle 11,30 nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Piazza della Repubblica, è la chiesa in cui si svolgono cerimonie ufficiali della Repubblica Italiana. Saranno presenti autorità istituzionali, politiche, sportive. Presidenti, dirigenti, giocatori, delegazioni di società calcistiche. Quella della Lazio sarà guidata da Lotito. Sinisa, per i tifosi laziali, era un simbolo di dedizione. La Curva Nord ha firmato un comunicato-epigrafe: «Il sogno di ogni laziale era di rivederti un giorno su quella panchina, la nostra, a portarci magari quello scudetto che da giocatore ti eri conquistato con l’aquila sul petto». Sinisa è morto il 16 dicembre, nello stesso giorno in cui nel 2018 era scomparso Felice Pulici, patriota laziale, per un male simile. Nella storia biancoceleste, da sempre, le sciagure inchiodano nella memoria tempi e luoghi maledetti.
LE TESTIMONIANZE. Nella mattinata di ieri la famiglia di Mihajlovic ha ricevuto la visita di Giovanni Malagò, presidente del Coni. Dal viale d’accesso alla clinica Paideia è spuntato Dino Zoff, teneva in mano un mazzo funebre di rose rosse adornato dalla firma “Dino e Anna Zoff”. «Sinisa ha trasmesso valori ai giovani. Un uomo molto chiaro, deciso», l’ode dell’uomo-leggenda. Zoff si è incrociato con Massimo Giletti, giornalista e conduttore. Si sono scambiati un abbraccio. Giletti ha offerto la sua testimonianza: «Con Sinisa c’era un grande rapporle
to. Parlavamo di guerra. E’ nato un rapporto d’amicizia stretto, umano. Lascia il ricordo dell’uomo, nessuno potrà mai dimenticarlo. Ha unito tutti». Da un ingresso secondario è entrato Vincenzo Montella, compagno di Sinisa alla Sampdoria. Dai social è rimbalzato il saluto di Jaap Stam: «Difficile credere che Sinisa non sia più tra noi. Che giocatore che era e che personalità aveva!». Il post di Guerino Gottardi: «Un ricordo indelebile per una persona speciale come te. Ciao Sinisa». Nel pomeriggio sono arrivati Giannichedda, Attilio Lombardo, Salsano, Marchegiani, Miroslav Tanjga, vice di Sinisa al Bologna. Una corona di fiori è stata portata dall’accademia Lazio Calcio a 8. Iera era la vigilia di Parma-Spal e Daniele De Rossi, tecnico dei biancocelesti, in conferenza ha rivolto un pensiero profondo a Sinisa svelando un legame d’amicizia senza rivalità, mai esibito: «Ho perso un grande amico. Non ho mai giocato con Mihajlovic, ma ci siamo spesso frequentati. Ci eravamo sentiti la scorsa settimana e dopo la sconfitta con il Modena mi aveva inviato un messaggio di incoraggiamento. Pensava a me, nonostante i suoi problemi. Dovevamo essere noi a pensare a lui standogli vicino. Questo è l’esempio lampante di chi era Sinisa. Ho letto tante cose e tanti ricordi, uno mi ha colpito in particolare “persona in un mondo di personaggi”. Ecco, penso che nessun’altra definizione possa descriverlo meglio di così. Da quando ho smesso di giocare ci eravamo avvicinati molto, abbiamo trascorso tanto tempo insieme». Non pensano ad altro i suoi amici, al tempo futuro perduto.