Corriere dello Sport

Scaloni: Argentina vinciamo per la gente

Buenos Aires è pronta a scendere in piazza per fare festa «Non ho altre parole per i miei giocatori Non so come andrà a finire ma abbiamo i migliori tifosi del mondo e hanno bisogno di essere felici»

- Di Fabrizio Patania INVIATO A DOHA

Alle sei di sera, quando il buio è calato alla Qatar University, Messi si affaccia per ultimo dallo spogliatoi­o. Si siede davanti alla porta e allaccia gli scarpini. L’Argentina sta palleggian­do. Scaloni scherza con Samuel e gli assistenti Roberto Ayala e Pablo Aimar. Tutto il mondo guarda Leo. Comincia il torello. Sorride, come gli altri. L’immagine trasmessa dal campo è di grande serenità, lo testimonia la foto pubblicata sui social da De Paul con l’intera squadra abbracciat­a in fondo all’allenament­o. Un silenzio inatteso rispetto alla confusione di giovedì, quando l’estasi per il 3-0 alla Croazia era diventata rumorosa, circonda invece il campo. Cronisti ammutoliti. Scrutano qualsiasi movimento, anche i sospiri, della Seleccion. La sensazione? Un titolo da assegnare ai rigori, sei dentro il sogno o sprofondi in una delusione insopporta­bile. Buenos Aires è pronta a scendere in piazza per festeggiar­e e allora Scaloni ha scelto di anticipare i ringraziam­enti. «Non ho altre parole per i miei giocatori. Non so come andrà a finire, ma hanno dato tutto. Voglio vincere, ma se non dovesse succedere, dovranno essere orgogliosi lo stesso. Tutto ciò che sta succedendo in Argentina, vedere la nostra gente, ci sta emozionand­o. Abbiamo i migliori tifosi del mondo e hanno bisogno di essere felici. Come possiamo non commuoverc­i? Il calcio è uno sport, ma da noi qualcosa di più».

NO PRESSIONI. Per questo motivo, l’ex terzino di Lazio e Atalanta ha cercato di allentare la tensione. «Godiamocel­a, ho detto ai miei giocatori. Cosa c’è di meglio di una finale mondiale? Questa partita resterà nella storia e allora non dobbiamo toglierci dalla testa l’idea del godimento. Giochiamo a calcio dall’inizio. Se ti diverti, il lavoro riesce meglio». Lo spirito di squadra gli ha consentito di rialzarsi dopo il ko con l’Arabia Saudita, ma la Scaloneta si era formata prima, non venti giorni fa. Dopo Aguero e Lo Celso, sono arrivati a Doha anche Joaquin Correa, Nicolas Gonzalez, Pereyra, Martinez Quarta, Musso e Nicolas Dominguez. Il ct li ha nominati uno per uno in conferenza. Sono i giocatori persi per infortunio. «Siamo molto orgogliosi che siano qui, perché si sentono parte del gruppo e significa che si è creato qualcosa».

DIFESA A TRE. Da Buenos Aires, in un’intervista al Clarin, lo ha incoronato Menotti, campione del mondo nel 1978. «Mi piace la Seleccion perché rispetta la tradizione del calcio argentino, giocato come in strada. Si difende, si recupera, si ribalta l’azione e si segna. Non c’è niente da inventare nel calcio», ha spiegato il Flaco. Scaloni al Media Center scherza con i giornalist­i, riassumend­o la propria filosofia. «Ho già deciso la formazione e il nostro modo di giocare va oltre il sistema. Scelgo il modo in cui pensiamo di poter fare male alla Francia». I dubbi resistono, Di Maria conserva una piccola chance, ma l’Argentina dovrebbe tornare al 3-5-2 già utilizzato con l’Olanda. Fuori Paredes. Dentro il mancino Lisandro Martinez accanto a Otamendi e Romero. Molina (più di Montiel) e Acuna (precede Tagliafico) sulle corsie esterne. De Paul, Enzo Fernandez e Mac Allister a centrocamp­o. Messi e Julian Alvarez davanti. Il piano di fuga dal Qatar è stato già stabilito. Alle 3 di notte la Seleccion decollerà da Doha, scalo domani mattina a Fiumicino e altro volo verso Buenos Aires, dove conta di presentars­i con la Coppa del Mondo da festeggiar­e.

Dubbio Di Maria tornerà al 3-5-2 dentro Lisandro Martinez

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GETTY Il ct dell’Argentina Lionel Scaloni, 44 anni

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