Il virus è debellato Ora Giroud rischia
La Francia ritrova gli influenzati ma il bomber è in dubbio Deschamps ha provato Thuram con Mbappé centravanti: «Tutti tifano contro, sono abituato»
Dai filtri infidi dell’aria condizionata soffiano notizie confortanti: così come la ruota della fortuna gira, anche il virus che aveva colpito cinque giocatori della nazionale francese ha deciso di spostarsi altrove. L’epidemia da spogliatoio sembrerebbe debellata proprio alla vigilia della finale: Varane e Konaté, dopo Rabiot e Upamecano, si sono allenati con la squadra nella prova generale. Nel centro sportivo di Al Sadd, tra mascherine e gel, pugni chiusi e saluti diffidenti, sono tornati insomma a sorridere. L’ansia però riguarda Giroud, che ha male a un ginocchio: ieri nella formazione titolare c’era Thuram a destra con Mbappé centravanti. Accidenti che vigilia anomala per Didier Deschamps, che in conferenza si è trovato a parlare più di Benzema (approfondiamo a parte), di influenza e contratti che della partita. Gli sarebbe piaciuto magari commentare un possibile record: se vince il Mondiale, sarà il primo allenatore a riuscirci per due edizioni consecutive nel dopoguerra. Era successo solo al nostro Vittorio Pozzo nell’accoppiata 1934-1938. Ma invece i problemi di cui discutere al Virtual Stadium, il teatro dei grandi eventi mediatici a Doha, sono altri.
IL VIRUS. Soltanto ieri mattina, quando ormai era diventato il segreto di Pulcinella, Deschamps ha ammesso l’esistenza di un virus contagioso all’interno del gruppo: «Lo stiamo gestendo. Avremmo preferito arrivare alla finale senza doverci occupare di questo ma in definitiva abbiamo preso le necessarie precauzioni e ci faremo trovare pronti per la partita. Abbiamo ancora qualche ora di tempo per permettere ai ragazzi di recuperare». E poi: «Comunque vada, cercheremo di restare concentrati sul campo e basta. Siamo all’ultimo atto di un campionato del mondo, possiamo scrivere un altro pezzo di storia del nostro Paese».
OSTILITÀ. Allo stadio Lusail sono attesi cinquantamila tifosi argentini. In più, la simpatia naturale che ispira Leo Messi porta la bilancia della preferenza internazionale a favore dell’Argentina. Deschamps accetta la sfida con un sorriso sornione: «Noi sappiamo di avere il popolo francese dalla nostra parte, il resto non importa. È vero che tanti tiferanno per Messi, non solo gli argentini. Persino in Francia c’è qualcuno che sarà dalla sua parte (frecciatina a qualche gufo?, ndi). Ma non avverto alcun tipo di stress in questo senso. Mi piace sentirmi solo contro tutti, mi succede spesso e mi sta bene. Naturalmente noi proveremo a dare a Messi un dispiacere».
IL COMMIATO. Dopo dieci anni dovrebbe concludersi il suo mandato di commissario tecnico, nonostante il pressing
del presidente Macron che gli ha chiesto di rinnovare il contratto. I media francesi riportano che Zinedine Zidane possa prenderne il posto anche se non è chiaro cosa potrebbe succedere se la Francia vincesse il secondo Mondiale di fila. Zidane accetterebbe un ruolo in cui avrebbe molto da perdere e poco da guadagnare in termini di gloria sportiva? «Non è importante la mia posizione - chiarisce Deschamps - ora c’è una finale da giocare e da vivere al massimo. Di sicuro l’esperien
za da selezionatore della Francia, di cui sono stato anche giocatore, è stata la più bella della mia carriera. Altrettanto certamente vi dico che il mio futuro non è condizionato dal risultato di questa partita». Sembrano proprio parole d’addio. Deschamps ha un accordo con la federazione francese che prevedeva il rinnovo automatico in caso di raggiungimento della semifinale. Ma dev’essere lui ora a firmarlo. E la sensazione è che non ne abbia voglia.
«Anche nel mio Paese c’è chi sta con Messi. Resto? Non è importante»