Corriere dello Sport

Il virus è debellato Ora Giroud rischia

La Francia ritrova gli influenzat­i ma il bomber è in dubbio Deschamps ha provato Thuram con Mbappé centravant­i: «Tutti tifano contro, sono abituato»

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA

Dai filtri infidi dell’aria condiziona­ta soffiano notizie confortant­i: così come la ruota della fortuna gira, anche il virus che aveva colpito cinque giocatori della nazionale francese ha deciso di spostarsi altrove. L’epidemia da spogliatoi­o sembrerebb­e debellata proprio alla vigilia della finale: Varane e Konaté, dopo Rabiot e Upamecano, si sono allenati con la squadra nella prova generale. Nel centro sportivo di Al Sadd, tra mascherine e gel, pugni chiusi e saluti diffidenti, sono tornati insomma a sorridere. L’ansia però riguarda Giroud, che ha male a un ginocchio: ieri nella formazione titolare c’era Thuram a destra con Mbappé centravant­i. Accidenti che vigilia anomala per Didier Deschamps, che in conferenza si è trovato a parlare più di Benzema (approfondi­amo a parte), di influenza e contratti che della partita. Gli sarebbe piaciuto magari commentare un possibile record: se vince il Mondiale, sarà il primo allenatore a riuscirci per due edizioni consecutiv­e nel dopoguerra. Era successo solo al nostro Vittorio Pozzo nell’accoppiata 1934-1938. Ma invece i problemi di cui discutere al Virtual Stadium, il teatro dei grandi eventi mediatici a Doha, sono altri.

IL VIRUS. Soltanto ieri mattina, quando ormai era diventato il segreto di Pulcinella, Deschamps ha ammesso l’esistenza di un virus contagioso all’interno del gruppo: «Lo stiamo gestendo. Avremmo preferito arrivare alla finale senza doverci occupare di questo ma in definitiva abbiamo preso le necessarie precauzion­i e ci faremo trovare pronti per la partita. Abbiamo ancora qualche ora di tempo per permettere ai ragazzi di recuperare». E poi: «Comunque vada, cercheremo di restare concentrat­i sul campo e basta. Siamo all’ultimo atto di un campionato del mondo, possiamo scrivere un altro pezzo di storia del nostro Paese».

OSTILITÀ. Allo stadio Lusail sono attesi cinquantam­ila tifosi argentini. In più, la simpatia naturale che ispira Leo Messi porta la bilancia della preferenza internazio­nale a favore dell’Argentina. Deschamps accetta la sfida con un sorriso sornione: «Noi sappiamo di avere il popolo francese dalla nostra parte, il resto non importa. È vero che tanti tiferanno per Messi, non solo gli argentini. Persino in Francia c’è qualcuno che sarà dalla sua parte (frecciatin­a a qualche gufo?, ndi). Ma non avverto alcun tipo di stress in questo senso. Mi piace sentirmi solo contro tutti, mi succede spesso e mi sta bene. Naturalmen­te noi proveremo a dare a Messi un dispiacere».

IL COMMIATO. Dopo dieci anni dovrebbe concluders­i il suo mandato di commissari­o tecnico, nonostante il pressing

del presidente Macron che gli ha chiesto di rinnovare il contratto. I media francesi riportano che Zinedine Zidane possa prenderne il posto anche se non è chiaro cosa potrebbe succedere se la Francia vincesse il secondo Mondiale di fila. Zidane accettereb­be un ruolo in cui avrebbe molto da perdere e poco da guadagnare in termini di gloria sportiva? «Non è importante la mia posizione - chiarisce Deschamps - ora c’è una finale da giocare e da vivere al massimo. Di sicuro l’esperien

za da selezionat­ore della Francia, di cui sono stato anche giocatore, è stata la più bella della mia carriera. Altrettant­o certamente vi dico che il mio futuro non è condiziona­to dal risultato di questa partita». Sembrano proprio parole d’addio. Deschamps ha un accordo con la federazion­e francese che prevedeva il rinnovo automatico in caso di raggiungim­ento della semifinale. Ma dev’essere lui ora a firmarlo. E la sensazione è che non ne abbia voglia.

«Anche nel mio Paese c’è chi sta con Messi. Resto? Non è importante»

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ANSA-GETTY Il ct della Francia Didier Deschamps, a sinistra Giroud

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