Corriere dello Sport

La Croazia resta sul podio Marocco, tanta rabbia

Una perla di Orsic decide il match dopo le reti di Gvardiol e Dari Hakimi alla fine inveisce contro Infantino per gli errori arbitrali

- Di Roberto Maida INVIATO A DOHA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La finale per il terzo posto premia la squadra slava, già seconda nel 2018 in Russia

La Croazia non scende dal podio. Seconda quattro anni fa, conquista con merito il terzo posto in Qatar confermand­o la centralità nel panorama mondiale di una nazione da 4 milioni di abitanti. Dopo la scoppola incassata dall’Argentina, anche Luka Modric ha ritrovato il sorriso mentre conduceva i compagni all’incasso delle medaglie di bronzo. Chissà che adesso non si senta rinfrancat­o e quindi stimolato a deliziarci in eterno. Intanto giocherà la Nations League, poi si vedrà. Torna invece a casa deluso il Marocco, che è arrivato senza energie e senza giocatori alle partite decisive: ieri per esempio l’ambizioso ct Regragui ha dovuto rinunciare a tre difensori titolari su quattro. E in corso d’opera ne ha perso un altro, l’ex genoano El-Yamiq, per un problema muscolare, chiudendo con Amrabat centrale. Non il massimo, obiettivam­ente. Come non è stato bello il comportame­nto di Hakimi, che nel dopogara ha inveito contro Gianni Infantino per contestare il trattament­o ricevuto dagli arbitri, soprattutt­o nella semifinale contro la Francia. Niente comunque ridimensio­na l’impresa sportiva: essere quarti è un traguardo di cui i marocchini, tantissimi anche al Khalifa stadium per la finalina, andranno fieri per molto tempo.

ERRORI. Non è stata una grande partita, come spesso succede quando le pile si scaricano. Croazia e Marocco avevano sognato l’obiettivo massimo e si sono dovute accontenta­re dell’evento di consolazio­ne prima di lasciare il Qatar. Così i due commissari tecnici hanno colto l’occasione per premiare alcune seconde linee: Dalic ha concesso il debutto mondiale a Stanisic e Sutalo, due difensori del 2000 che faranno parte della nuova era, mentre Regragui ha utilizzato addirittur­a un 2004, il centrocamp­ista El Khannouss, che era all’esordio assoluto con la nazionale marocchina: nato e cresciuto in Belgio, gioca nel Genk. Non avrebbe lasciato molte tracce sul match, che peraltro la Croazia ha quasi sempre controllat­o. Dopo il botta e risposta iniziale, colpo di testa vincente di Gvardiol al quale ha replicato sempre di testa Dari dopo appena 112 secondi, si è capito come sarebbe andata a finire.

LA SCOSSA. Ma c’è voluto un gol strepitoso di Orsic, sacrificat­o da Dalic in questo torneo, per spezzare l’equilibrio poco prima dell’intervallo. Orsic aveva giocato fino a ieri appena 71 minuti, abbelliti da due assist, e si è preso la scena con un tiro a giro in stile Del Piero-Insigne per lanciare la Croazia verso il definitivo vantaggio. Nella ripresa il Marocco, sempre più rabberciat­o, ha tentato di reagire, ha avuto anche una buona occasione con El-Nesyri che è stato fermato da Livakovic sul più bello, ma l’arbitro qatarino Al Jassim ha fatto sobbalzare i croati per un contrasto in area tra Amrabat e Gvardiol che era degno di un rigore.

LO SCONTRO. Gli ultimi minuti sono stati nervosi, fino alla premiazion­e che non ha spento la tensione marocchina: Hakimi ha inveito nel tunnel verso gli spogliatoi contro il presidente Infantino, che è stato fischiato anche dai tifosi, ha fatto anche il gesto delle manette. L’arbitro ha scontentat­o tutti. «Quando perdi può capitare di essere dispiaciut­i e di reagire in un modo un po’ scomposto - ha ammesso Regragui -. Ma non è successo niente di grave». Il giocatore ha poi chiesto scusa al boss della Fifa ma l’incredibil­e episodio rimane e può provocare sanzioni disciplina­ri. Una cosa così non si era davvero mai vista. Umori diversi in casa Croazia. Dalic ha detto che «il bronzo per noi vale un oro» e ha quasi implorato Modric di non lasciarlo: «Ha 37 anni ma ha giocato sette partite come se ne avesse 25». Nessun giocatore di movimento prima di lui c’era riuscito in un Mondiale.

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 ?? LAPRESSE ?? La rete di Josko Gvardiol, in tuffo; qui a destra la gioia di Achraf Dari e a sinistra quella di Mislav Orsic
LAPRESSE La rete di Josko Gvardiol, in tuffo; qui a destra la gioia di Achraf Dari e a sinistra quella di Mislav Orsic

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