Roma distratta Mou alza la voce
Il black out e la strategia dello Special Al tecnico, al di là del ko, non è proprio piaciuto l’atteggiamento della squadra con il Cadice La tournée in Giappone ha rallentato la preparazione e ora lo staff giallorosso aumenterà i carichi di lavoro giornal
La Roma è ferma. E, guardando alla ripartenza del campionato fissata per il prossimo 4 gennaio, si deve ancora accendere. Spenta e quindi vulnerabile. Le gambe non girano. E se girano, lo fanno a vuoto. E’ questo il principale handicap del gruppo di Mourinho dopo questa lunga e insolita sosta mondiale. Il club giallorosso, distribuendo ferie (12 giorni) e tournée (2) durante la pausa per la manifestazione in Qatar, non ha messo nelle condizioni migliori Mou per far trovare pronta la squadra alla ripresa della serie A. Basta guardare in faccia José quando sta in piedi davanti alla panchina. In più di un primo piano nel corso del match di venerdì sera contro il Cadice, ha dato l’impressione di essere preoccupato. Gli occhi spesso fissi nel vuoto o sulla disattenzione di un suo giocatore. Gaffe che, in in una rosa con la qualità già al minimo, si amplificano quando i calciatori sono fisicamente in difficoltà.
Mourinho ha comunque messo in preventivo questo momentaneo black out e si è mosso di conseguenza. Avrebbe voluto evitare la trasferta stancante in Giappone subito dopo l’interruzione del campionato. Viaggio faticoso e due amichevoli inutili. Avrebbe preferito anticipare le ferie per dedicarsi poi alla full immersion a Trigoria e, a seguire, al collaudo da fare durante questa tournée ad Albufeira. Il programma, insomma, non lo ha convinto. Ma si è nuovamente adeguato alle esigenze commerciali dei Friedkin proprio come fa quando è costretto ad accettare il “mercatino” per i paletti inflessibili dell’Uefa. E si è accontentato di spostare il gruppo in Portogallo per riportarlo in quota. Con tre amichevoli in sette giorni. Cioè giocando. Solo così pensa di riaccendere la Roma che cammina in campo, come si è visto nella partita contro il Cadice. Il ko è stato pesantissimo, considerando che l’avversaria è al penultimo posto della Liga. È, però, più avanti nella condizione atletica. Così ha umiliato i giallorossi, statici e purtroppo pure distratti.
Il momento della Roma, quindi, è abbastanza delicato. Mou, però, è convinto di poter prendere di petto la situazione puntando a ritrovare la brillantezza dei giocatori. È la priorità del ritiro in Algarve. Ecco perché ha chiesto di organizzare questi tre match. Il vero lavoro lo dovrà fare poi a Trigoria, a partire dal 26 dicembre, dopo i tre giorni di vacanza concessi ai giocatori per le feste. Ne avrà 8, in attesa del Bologna all’Olimpico, per completare la preparazione. Chissà se saranno sufficienti.
Dopo Natale riavrà a disposizione Dybala. Anche a Paulino mancherà il ritmo partita. Aspettando la finale di oggi pomeriggio contro la Francia, ha giocato solo un quarto d’ora (abbondante, contando il recupero) in una delle 6 partite dell’Argentina, l’ultima, la semifinale contro la Croazia. Ma José è più preoccupato dagli altri. La “luce” non basta. Va alimentata. Anche per restare in corsa per la Champions e per non rischiare, anche in campionato, figuracce come quella contro il Cadice.
José Mourinho si aspettava sicuramente un inizio diverso del ritiro in Portogallo, sebbene prima della partenza avesse messo tutti in guardia sulle difficoltà delle tre amichevoli da giocare ad Albufeira. Il primo test non poteva finire peggio: sconfitta per 3-0 contro il Cadice (penultimo nel campionato spagnolo), espulsione di Viña nel primo tempo per un fallo di reazione e tanto nervosismo da parte dei giocatori nel corso dell’intera partita. Mourinho inevitabilmente non è uscito contento dallo stadio Municipale di Albufeira dopo la pesante sconfitta. Si è notata la scarsa condizione atletica della squadra, ma anche la confusione nella costruzione della manovra per l’involuzione tattica e psicologica di alcuni giocatori.
DELUSIONE. L’unica nota positiva della serata è quella di aver messo minuti nelle gambe, ma non è bastato a Mourinho per smaltire la delusione della sconfitta. Venerdì sera al tecnico non è servito parlare nello spogliatoio, la squadra dai suoi atteggiamenti ha recepito il suo stato d’animo. E la sua insoddisfazione per una preparazione atletica che arriva in ritardo rispetto agli altri club. La tournée in Giappone, prettamente per scopi commerciali, ha fatto posticipare anche il ritiro della squadra e adesso il tecnico e il suo staff (non Foti che si trova a Coverciano per il corso Uefa) sono costretti ad accelerare il lavoro per arrivare pronti alla ripresa del campionato contro il Bologna.
ALLENAMENTO. Per questo ieri la squadra non ha svolto il consueto lavoro di scarico post gara, ma un’ora di allenamento intenso nel quale Mou ha voluto lavorare non solo sulla parte atletica, ma anche su quella tattica. All’ordine del giorno gli esercizi legati al pressing e all’uscita bassa: spazio ridotto, porte grandi, quattro contro quattro (compresi i portieri), i giocatori hanno dovuto giocare in un fazzoletto di campo e destreggiarsi per uscire dalla propria porzione di campo e andare ad attaccare la porta avversaria. Difesa, attacco e pressing: un circuito di esercizi svolti a gruppetti (anche 3 contro tre senza portieri) da tutti i giocatori.
Mou non ha voluto perdere tempo e nonostante il caldo (23 gradi di pomeriggio e tanto sole) ha impegnato i suoi senza sosta. Non naturalmente gli infortunati: Wijnaldum, Tahirovic e Darboe proseguono il loro percorso di recupero allenandosi individualmente ogni mattina allo stadio, mentre ieri si è visto per la prima volta dal raduno di Trigoria anche Andrea Belotti che ha svolto a bordocampo alcuni esercizi di coordinamento aerobico insieme ai preparatori di Mou.
Bocche cucite e massime misure di sicurezza nel ritiro blindato
RITIRO BLINDATO. Insomma, per Mourinho è stato perso fin troppo tempo e adesso non vuole concedere pause alla squadra in questa settimana visto che poi avrà altri tre giorni di riposo per le festività. Ieri è stato a stretto contatto con i giocatori, ha voluto monitorare non solo il loro allenamento, ma anche gli atteggiamenti dentro e fuori dal campo. Anche nel resort, blindato dalla sicurezza. Un ritiro blindato non solo per la maxi struttura a cinque stelle in cui soggiorna la Roma (e una decina di ospiti stranieri), ma anche lo stadio dove la squadra si allena e gioca. Misure richieste dalla Roma che anche dopo la sconfitta contro il Cadice ha deciso di non far parlare neanche un giocatore nella zona mista riservata ai media. Troppo forte la delusione per il risultato e la prestazione, le parole sono rimandate ai primi risultati positivi. Mourinho spera di vedere qualcosa di diverso già domani contro il Casa Pia.