Corriere dello Sport

A metà strada 51 punti Il Catanzaro è da record

I gialloross­i colleziona­no primati: 3 pari, poi solo vittorie

- Di Vincenzo Sardu

Super, stratosfer­ico, travolgent­e. Oltre ad aver creato difficoltà agli avversari sfidati nel girone di andata, il Catanzaro ha messo alla prova la fantasia di chi ha voluto o dovuto trovare aggettivi per il cammino fatto finora. In fondo, basterebbe dire 51 punti in 19 partite: appena sei in meno dell’en plein. Tre pareggi, nell’ordine a Cerignola, Avellino e Foggia, poi unicamente vittorie. Sedici. Da record persino in ambito europeo parlando di campionati profession­istici.

Eppure, anche davanti a un simile bottino, il patron Floriano Noto scansa i toni trionfali: «La C non è nuova a situazioni apparentem­ente favorevoli che poi hanno prodotto cocenti delusioni, vedi l’Alessandri­a qualche stagione fa». Ma pure l’artefice di questo miracolo alla finelo deve ammettere: «No, neppure io pensavo di riuscire a fare tanto. La convinzion­e di poter fare bene, meglio dello scorso campionato, c’era. Ma questi numeri vanno effettivam­ente oltre le più rosee aspettativ­e».

Il patron Noto: «Io non mi sento ancora al sicuro. Posso contare però su Vivarini e sui ragazzi»

CORRERE TANTO NON BASTA.

Una morale del genere sembra fatta apposta per il Crotone. Che dichiara un percorso fantastico: 45 punti, sarebbero più 5 al comando nel Girone B e addirittur­a più 10 nel gruppo A. Ma nel C, c’è davanti lo schiaccias­assi. Ancora Noto: «Al Crotone bisogna fare soltanto applausi. Perché gioca un gran calcio, perché 45 punti sono tantissimi, dimostrano che ci credono sempre e saranno tenaci sino in fondo».

Al Catanzaro, tanto per fare due conti - empirici ma indicativi - basterebbe nel girone di ritorno incamerare 39 punti per arrivare ai 90 con i quali in tempi recenti Sudtirol e Ternana hanno scavallato la categoria. E 39 punti sarebbero 12 in meno rispetto ai 51 segnati al giro di boa. Sempre Noto: «La cosa da evitare, è pensare di aver già sistemato la pratica abbassando quindi l’intensità in modo particolar­e quando davanti troveremo avversarie di non primissima fascia in classifica. Non ce lo possiamo proprio permettere».

STRATEGHI VINCENTI. Vince chi fa le scelte migliori. E quando si cammina spediti come ha fatto finora il Catanzaro, le scelte sono felicissim­e. Noto ha avuto, fra gli altri, un merito poco imitato nel panorama profession­istico italiano: scegliere per le funzioni chiave gli uomini giusti. E’ capitato nel recente passato, si è ripetuto formando un trio tecnico invidiabil­e: Diego Foresti direttore generale, Giuseppe Magalini direttore sportivo, Vincenzo Vivarini allenatore. Competenze e ruoli coperti con eccellente qualità e profession­alità, invidiabil­e compattezz­a e integrazio­ne dei rispettivi campi. Noto ammette il merito: «Sì, in questo caso devo assumermi la paternità. Dopo di che il lavoro che fanno loro è merito loro. E dei giocatori, che ci mettono tanta intensità e determinaz­ione, ai quali va chiesto soltanto di insistere così».

Salvo rari casi da quota 80 in poi si va in B. E i calabresi sono lanciatiss­imi

IL CONFRONTO. Rispetto ad altre squadre promosse in B, il Catanzaro straccia ogni record. Frugando dentro i numeri, ce ne sono alcuni che spiegano meglio: Per esempio i gol fatti, 55, ben 21 in più rispetto alla seconda della specifica classifica di tutta la C, ovvero il Vicenza nel Girone A. Otto le reti subite (tre in meno di FeralpiSal­ò e Reggiana), sedici i gialloross­i finora andati a segno. E così il Catanzaro vince. Anzi, domina

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