Berrettini, prima vittoria «Finalmente sta bene»
In Australia al via una delle stagioni più attese per i campioni azzurri Gulisano, vice di Santopadre: «Un mese di lavoro senza intoppi e tutti insieme per migliorare la risposta e prevenire gli infortuni»
Quella vigilia di Wimbledon è stata una delle più appassionanti che gli italiani amanti del tennis abbiano mai vissuto: l’attesa, la frenesia dopo i due tornei preparatori vinti a Stoccarda e al Queen’s, la consapevolezza di avere un favorito vero tra i nostri giocatori. Matteo Berrettini, il tennista italiano più affermato di questa generazione, che l’anno prima aveva perso l’ultimo atto (con onore) contro Djokovic in una domenica di finali azzurre a Londra, poi finita in gloria solo a Wembley.
È passato del tempo da quel luglio del 2021, come è passato del tempo anche dalle disavventure di quest’anno. Quella positività al Covid qualche giorno prima del debutto all’All England Club ha segnato infatti l’inizio di un periodo difficile per Matteo, soprattutto dal punto di vista fisico e poi, di conseguenza, tennistico.
DISCESA. Dal numero sei del ranking a gennaio scorso fino al numero sedici attuale, quei punti che non sarebbero comunque tornati per via della decisione ATP in risposta a quella di Wimbledon di escludere russi e bielorussi e poi tanti, troppi problemi che non hanno permesso di trovare la giusta continuità.
OBIETTIVO. E proprio di continuità e prevenzione parla l’assistant coach Marco Gulisano, che affianca ormai da un po’ Vincenzo Santopadre e conosce bene Matteo fin dall’adolescenza: «Siamo riusciti a lavorare tutti insieme in questo mese e a focalizzarci soprattutto sul prevenire i continui stop dal punto di vista fisico, perché se arrivi a un grande torneo con tante partite ci arrivi meglio e puoi anche provare e mettere in mostra quello che sai fare e quello in cui sei migliorato».
La stagione 2022, chiusa con un doppio amaro perso in semifinale a Malaga contro il Canada, si era aperta con una semifinale raggiunta agli Australian Open, dove si era arreso a Nadal. Ora di nuovo l’Australia con tante novità, anche quelle sulla vita personale: la fine della lunga storia con la collega Ajla Tomljanovic e il conseguente gossip con i flirt in prima pagina, inevitabile per un sex symbol giovane come Matteo; le aspettative dopo l’esplosione e la scalata in top ten, la pressione da gestire, gli sponsor, la fama.
CRESCITA. Assestarsi in una nuova dimensione non è mai facile, ma Gulisano è tranquillo: «Matteo sta bene e questa è l’unica grande notizia, da questa cosa qui si può ripartire, giocherà adesso la United Cup che è una competizione che gli dà l’opportunità di giocare diverse partite e di mettere a punto sul campo il suo tennis e la sua condizione senza temere sconfitte precoci e quindi il rischio di arrivare a Melbourne senza essere sufficientemente rodato. Tra le cose su cui ci siamo concentrati a livello di tennis ovviamente c’è la risposta, ma se lui sta bene tutto si incastrerà alla perfezione».
Matteo giocherà a Brisbane con Bronzetti, Musetti, Vavassori, Bortolotti, Trevisan e Rosatello la nuovissima competizione a squadre (ATP e WTA insieme, come accadeva per la Hopman Cup) dislocata in varie città australiane: l’Italia è inserita nel gruppo E, con Brasile e Norvegia.
Non resta che augurarsi ed augurare a Berrettini di trovare la ricetta giusta e la conseguente serenità per vivere una stagione senza dover ripartire tante, troppe volte da zero dovendo poi riacquistare fiducia; il resto lo faranno le sue armi, quel servizio e quel dritto che sono arrivati lì, praticamente in cima, a un passo dal sogno, ancora e sempre possibile.
«La United Cup lo farà arrivare a Melbourne ben rodato»