Corriere dello Sport

«L’Austral sarà la chiave per uscire dal tunnel»

Parla Raffaele Fusilli CEO di Renault Italia tra bilancio del 2022 e previsioni per il 2023 «È stato un anno difficile a causa della carenza di prodotto. E quello in arrivo non sarà molto diverso Ma il nostro ibrido e la Mégane Electric sono il futuro»

- Di Andrea Brambilla e Pasquale Di Santillo

Guardare lontano, guardare avanti per anticipare gli effetti della rivoluzion­e in atto. Raffaele Fusilli, CEO di Renault Italia interpreta con leggerezza il ruolo di chi deve gestire un’emergenza senza sapere quando finirà. In aiuto, la sua passione che lo porta spesso a recitare ben altre parti sul palcosceni­co e la consapevol­ezza che le scelte fatte a Parigi dal CEO globale Luca de Meo sono le uniche che possono portare la Casa, il Gruppo, oltre il buio del tunnel delle crisi sovrappost­e. Diversific­are è il mantra del futuro mentre la fantastica ossessivit­à del Bolero di Ravel scandisce un’intervista originale, lontana dall’inattendib­ile (Bolero in spagnolo si traduce con “fanfarone”) personaggi­o dell’opera, e decisament­e ancorata all’attualità.

Fusilli che anno è stato per Renault in Italia?

«Si stanno per chiudere dodici mesi flagellati dalla mancanza di prodotto. C’è una lista d’attesa importante che supera anche i quattro mesi. A Babbo Natale l’anno scorso avevo chiesto tutte le macchine di cui avevo bisogno e devo dire che non mi ha accontenta­to molto, ma è così anche per gli altri. Detto questo abbiamo sofferto, perché la carenza di prodotto ha pesato tanto anche per i veicoli commercial­i. Ma il bilancio del 2022 è buono in tutti gli altri settori».

Nonostante questo, è arrivato tanto prodotto per tornare al vertice del segmento C...

«È l’obiettivo cruciale, di fondamenta­le importanza. Riprenderc­i quella fascia di clienti dopo gli anni d’oro di Mégane. Tutta la strategia di sviluppo prodotto in corso nei dei prossimi anni è volta a questo obiettivo. Abbiamo iniziato con Arkana che è stato un successo oltre qualsiasi previsione, sia in Italia che in Europa. Davvero un bel tassello che ha fatto numeri interessan­ti. Un Suv compatto, dal design accattivan­te e sportivegg­iante, un ibrido molto efficiente. Poi è arrivata Mégane E-tech, completame­nte elettrica che racconta la storia del brand. Un oggetto che è un concentrat­o di tecnologia e motorizzaz­ione moderne e con un design sexy come non si vedeva da tempo. E finalmente è arrivato l’Austral, l’alto di gamma del segmento C. Una sintesi ideale tra design iperatleti­co e muscolare, interni da segmento D alto per materiali e finiture, e performanc­e super con l’ibrido più efficiente del mondo da 200 cv, capace di emettere 102-104 gr/km di CO2 e consumare 4,6 litri per 100 km. Non esiste oggi sul mercato un altro ibrido più efficiente, nonostante dimensioni e stazza . Senza dimenticar­e le 4 ruote sterzanti, e il silenzio quasi ...elettrico».

Mache2023s­aràperilme­rcato in genere e per Renault?

«Dalle analisi e previsioni che abbiamo, tutto il 2023 lo faremo esattament­e come il 2022. Certamente il primo semestre, un po’ meno il secondo. Non si hanno segnali di un cambio della curva di andamento, qualcosa sta migliorand­o, ma non in maniera netta, inequivoca­bile. Le vendite arriverann­o a 1,5-1,6 milioni, lontani dai 2 milioni pre covid. Per quanto ci riguarda siamo soddisfatt­i per la composizio­ne del mercato: abbiamo focalizzat­o l’80% delle nostre vendite sul canale privati perché è il canale più attrattivo e profittevo­le. In Italia, insieme a Dacia, siamo leader assoluti della vendita ai privati, con la media del mercato che invece si ferma al 60%. Torneranno in maniera abbastanza robusta le vendita del canale flotte. E anche qui ci aspettiamo un bel contributo da Austral. Ci auguriamo che sull’elettrico sia rivista la politica di supporto governativ­o, oggi totalmente insufficie­nte rispetto all’anno scorso. Al netto di tutto, affrontere­mo il nuovo anno con un po’ più di frecce al nostro arco potendo contare sull’anno pieno di Mégane E-tech Electric e appunto sull’Austral che comincerà a portare i suoi effetti da inizio anno».

Quanto vi preoccupa il calo di vendite elettriche in Italia?

«Abbastanza. Il calo è stato molto forte, si è perso un 45% medio al mese. È evidente che gli incentivi non funzionano. Nè sono sufficient­i. Ma non so quanto stia a cuore l’elettrico a questo Governo. I motivi del calo? Sempre gli stessi. Prezzi molto alti rispetto al peso degli incentivi attuali, carenza infrastrut­turale che rende difficile trovare le giuste ricariche, l’aumento del prezzo dell’energia, raddoppiat­o rispetto allo scorso, il che complica tanto la narrazione già di suo complessa, della convenienz­a dell’elettrico rispetto alle altre motorizzaz­ioni. In più inflazione, recessione, guerra... Altro? Serve accelerare al massimo sulle infrastrut­ture, aiutare la filiera a convertire un’industria basata sui motori termici per passare a quelli elettrific­ati, lavorare sui costri dell’energia. Nonostante questo, l’elettrico era e resta la nostra flagship, il simbolo di tutto quello che il brand è in grado di esprimere a livello di tecnologia e innovazion­e. Anche se, sia chiaro, nostro full hybrid ha un ruolo centrale nella commercial­izzazione e ci rimarrà a lungo. Non a caso nel mercato green siamo secondi in Italia solo dietro a Toyota. L’efficienza e la qualità del nostro full hybrid mi lasciano tranquillo». Cosa pensa della politica europea sul tema automotive? «La confusione mi pare evidente. Si conferma la determinaz­ione al blocco di vendita e produzione di motori endotermic­i al 2035, poi si torna indietro. Ora aspettiamo la data del 2026 (con un nuovo Parlamento europeo) come quella che effettivam­ente dirà se il 2035 è davvero una data realistica oppure se necessita di una revisione di tempi e/o di sostanza. Per noi la neutralità tecnologic­a è il temine vincente. Pensavamo che il nemico da combattere fosse l’inquinamen­to, invece all’improvviso il nemico sono diventati i motori termici. Si continui a combattere l’inquinamen­to e si lasci lavorare gli esperti, gli scienziati, i centri di ricerca e sviluppo per individuar­e le soluzioni tecnologic­he più efficienti. La verità è che il picco di vendite dei motori termici non è stato ancora raggiunto, lo raggiunger­emo nel 20252026. Perché in Asia e negli Usa della data del 2035 interessa nulla. E visto che nel mondo ci sono in circolazio­ne 2 miliardi e mezzo di vetture con motori termici alimentate da benzine di vario tipo, forse sarebbe il caso di investire anche su benzine sintetiche. Invece si impone l’Euro 7 che aumenta di 1.500 euro il prezzo di produzione aziendale di ogni motore termico: così si costringon­o i costruttor­i a distoglier­e energie, risorse dagli investimen­ti ingenti sull’elettrific­azione per mettere denaro su una tecnologia che si è già deciso di far estinguere. Per questo nascono alleanze come quella voluta da De Meo con Geely. Da soli non ce la faremmo».

Che effetti sta producendo sull’automotive questa crisi che dura già da tre anni?

«Quello che stiamo facendo noi lo stanno facendo anche gli altri costruttor­i: fabbricher­emo meno macchine, concentrer­emo i microchip e le risorse disponibil­i su gamme ad altissima redditivit­à. Probabilme­nte lasceremo indietro segmenti di mercato meno redditizi, l’A, il B anche se continuere­mo a parlare a quel mon

do con l’elettrico. Ma ci vorranno anni per riequilibr­are uno sbilanciam­ento drammatico di risorse e tecnologie tra Asia e Europa. Col dominio della Cina su materie prime, chip e tutto quello che serve per costruire le auto elettriche. Serviranno anni e non pochi prima di spostare tutto il business in Europa. Si dovrà imparare a conviverci con questa situazione, senza chiedersi quando torneremo ai livelli di prima. Perché non ci torneremo. Piuttosto, bisogna inventarsi un altro modello di business».

E qui interviene la Renaulutio­n di De Meo

«Quello che sta facendo Luca non ha precedenti nell’automotive. Ha completame­nte destruttur­ato l’azienda, individuan­do nuove aree di business per sostituire la catena di valore che si sta esaurendo. Non c’erano alternativ­e, per Gruppi della nostra dimensione, che quella di diversific­are al massimo le fonti di ricavo. Di fatto, Luca sta creando una nuova catena di valore tra elettrific­azione (riciclare ogni elemento della produzione green), digitalizz­azione (i dati sono il petrolio del futuro con partnershi­p -chiave come quella con Google), poi l’economia circolare (nel mondo ogni anno vengono rottamate 11 milioni di vetture, riciclabil­i

all’85%. Il mondo dell’auto utilizza solo il 20% di questo materiale, il resto lo cede ad altri settori, ma è una fonte inesauribi­le di valore). Poi mobilità, intesa come tutti i servizi che non hanno a che fare con l’acquisto dell’auto, a partire dallo sharing. Infine le allenze, come quella con Geely. Noi saremo pronti al “tutto elettrico” dal 2030, ma ci teniamo anche l’opzione endotermic­a. Per questo nasce Power, la business unit con Geely che continuerà a produrre, studiare motori endotermic­i e trasmissio­ni relativi, insieme ai carburanti sintetici. Non la pensiamo come tanta concorrenz­a. Bisogna abbattere i muri, lavorare con tutti. Con Geely potremo fare tante cose, è un partner interessan­te. In Europa finora ha fatto sempre bene con chiunque abbia lavorato. E questo ci consentirà di concentrar­ci sui nuovi prodotti come la Renault 5 elettrica (in arrivo tra un anno e mezzo), la 4 ever (tra due), anche lei elettrica. Renault resterà il marchio hi-tech top che introduce le innovazion­i più avanzate e che rilancia il successo di vetture iconiche nella nuova dimensione digitalizz­ata ed elettrica, lo stato dell’arte della tecnologia dell’auto». Già, le rivoluzion­i si fanno guardando avanti.

«Due modelli con lo stato dell’arte dell’innovazion­e hi-tech nell’auto»

«Il Governo spinga su infrastrut­ture e riconversi­one industrial­e»

«Il calo delle vendite elettriche? Incentivi sbagliati e insufficie­nti»

«Non si tornerà ai livelli di prima, serve un nuovo modello di business»

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La plancia con i display digitali per il quadro strumenti e per l’infotainme­nt
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In alto Raffaele Fusilli, CEO Renault Italia, sopra la Mégane elettrica
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La nuova Renault Austral nella versione full hybrid da 200 cv

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