Corriere dello Sport

Orsolini torna idolo dei tifosi

Dieci minuti con la gente alla fine dell’allenament­o Un centinaio oltre la rete: «Firma gli autografi, ma poi devi anche firmare il contratto»

- Di Giorgio Burreddu

Mentre autografav­a un pallone, c'era uno che gli ha detto: «Orso, l’importante è che poi la firma la metti anche sul rinnovo». Riccardo Orsolini si è fatto una risata, ma dietro la scena c’è un mondo d’affetto. Non mancava molto a mezzogiorn­o, la squadra aveva finito da poco l’allenament­o e lasciato il campo principale di Casteldebo­le, quello sotto la collinetta. Tutti tranne due: Posch e Orsolini. Che si sono avvicinati alla recinzione, i cento tifosi presenti hanno iniziato ad applaudire, a lanciare maglie, palloni, sciarpe, blocchetti per gli appunti. Volevano firme, selfie, video: qualsiasi cosa pur di fissare l’istante. E Posch si è prestato. Gentile come sempre. Ma Orsolini è andato addirittur­a oltre: l’attaccante rossoblù è rimasto molti minuti vicino alla rete a soddisfare le richieste dei suoi fan, della sua gente. Affabile, simpatico, gentile. Disponibil­e. Uno gli ha lanciato una sciarpa per metterci una firma sopra: «Eh, ma poi la firma la metti anche sul contratto, vero Orso?». Altra risata di Riccardo. Il resto della squadra era già negli spogliatoi. «Mangiamo qui, tutti insieme», ha detto Orsolini. E una signora: «Ma no, non mangiare con loro. Viene a casa mia».

RINNOVO. Se non è amore questo, allora che cos’è? Tra pochi giorni Riccardo chiuderà la sua breve (ma gustosa) telenovela del prolungame­nto. Certo una firma non è per sempre, ma è comunque un rinnovo fino al 2026. Ormai sono tutti convinti. Lui, il suo entourage, la società. Orsolini ha ritrovato lo spirito che stava cercando da un pezzo, quello dei tempi d’oro. Di quando era un ragazzo e giocava spensierat­o, divertendo­si. Adesso che è un giovane uomo sono arrivati anche i momenti bui. E’ la vita, bisogna combatterc­i. Ma da quando Thiago Motta si è seduto sulla panchina rossoblù anche Orso sembra un altro. «Riccardo mi piace - aveva detto di lui l’allenatore -, è uno che ha sempre il sorriso, ma so che può fare di più». La gioia non bastava. Infatti Orsolini ha ripreso a macinare gioco, azioni, qualità. E pure gol, che non gusta. L’ultimo contro il Torino, nel prezioso successo di rossoblù al Dall’Ara. La seconda parte di stagione sarà importante anche per ritrovare un maggiori feeling con la porta avversaria.

FEELING. Intanto il primo step

è stato fatto. Orsolini ha ritrovato un legame con Bologna, con la gente. Lo si vede negli occhi di tutti i tifosi presenti ieri a Casteldebo­le. Dopo l’allenament­o la squadra si è avvicinata alla rete, un applauso ai presenti. Ma Orso è rimasto a lungo per soddisfare ogni richiesta, ogni desiderio. La foto con i bambini, il selfie attra

verso le maglie della rete. A 25 anni, nel pieno del suo percorso profession­ale, Orsolini è ora chiamato a diventare anche trascinato­re, uomo simbolo del gruppo. Con Arnautovic, che è bomber per eccellenza. Orsolini è estro, fantasia, leggerezza. Quella che serviva al Bologna per ritrovare un cammino di qualità. Arrivato alla sesta stagione in maglia rossoblù (comprese la mezza del 17/18 e quella in corso), Orsolini ha già messo insieme più di 160 partite (155 in A) con il Bologna. Tante. Ma la strada sembra essere ancora lunga. E’ anche quello che vogliono i tifosi.

L’attaccante non risponde e sorride E riceve anche un invito a cena

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Riccardo Orsolini, 25 anni, con i tifosi, alla fine dell’allenament­o

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