Malagò: Super 2022 con Goggia, Paltrinieri e volley
Il 2021 dello sport tricolore sembrava irripetibile. Per molti, era un "miracolo" dovuto alla nota capacità degli italiani di rialzarsi dopo una batosta (in questo caso la pandemia). Eppure nel 2022 la magia s'è ripetuta. E chissà quanti altri successi potrà regalare il 2023, l'anno pre-olimpico che porterà le ambizioni in direzione Parigi, l'appuntamento a cinque cerchi considerato da Giovanni Malagò «l'ultima opportunità per ripetere certi risultati». Il presidente del Coni ha tirato le somme dell'anno che sta per concludersi, sperando di vedere nell'immediato futuro «la Ferrari di nuovo campione del mondo». Questo il regalo che vorrebbe scartare tra meno di dodici mesi.
Perché «se dopo 50 anni abbiamo riportato la Ducati a vincere la Motogp con un pilota italiano, allora non possiamo che sperare in una Rossa vincente». Il nuovo team principal e gm, Fred Vasseur, secondo Malagò è «l'uomo giusto».
349 PODI. Tornando al bilancio del 2022, Malagò ha posto l'accento sulle tre imprese che lo hanno emozionato maggiormente: «I trionfi della pallavolo, la vittoria di Goggia a St. Moritz con il braccio messo in quel modo e la stagione del nuoto, con la carriera di Paltrinieri che sta diventando ormai leggendaria». E il momento più triste? «La sconfitta della Nazionale contro la Macedonia». In quel preciso momento il destino sembrava aver presentato il conto e chiuso il cerchio (i successi erano cominciati proprio col calcio, a Wembley...), ma da aprile a dicembre gli atleti azzurri hanno continuato a vincere, portando il medagliere annuale a quota 349. Tra podi mondiali, europei e olimpici, solamente Usa e Australia hanno fatto meglio di noi.
POLITICA. Malagò ha colto l'occasione per spedire un messaggio di pace alla politica («ho fiducia in questo governo e nel ministro Abodi»), accusata spesso (in passato) di aver sconfinato. A partire dalla nascita di Sport e Salute, passando per la riforma, negli ultimi anni è stato uno scontro continuo. Ora servono soluzioni concrete. E serve la svolta in ottica Milano-Cortina 2026, un'Olimpiade in ritardo: «Abbiamo vinto la candidatura contro Stoccolma il 24 giugno 2019. Da allora, ho incontrato 4 governi con 4 diversi ministri o sottosegretari allo sport. Poi c'è tutto il resto: i ministri delle infrastrutture, i capi gabinetto, i capi legislativi, i capi dipartimento. Ditemi come è possibile lavorare bene in un contesto del genere». Dallo sport, un appello alla stabilità.
«Vasseur l’uomo giusto per la Ferrari Il calcio senza Mondiale? Triste»