Corriere dello Sport

Festa Mondiale Torna Lautaro alla Pinetina

Per Inzaghi ecco un’altra buona notizia Ieri il Toro è rientrato a Milano, parte la caccia al Napoli: i suoi gol in passato hanno dato la svolta

- Di Pietro Guadagno MILANO

C’è da credere che, stamattina, l’accoglienz­a alla Pinetina sarà particolar­e. Del resto non capita tutti i giorni di avere in squadra un campione del mondo. E Lautaro ha sollevato la Coppa meno di due settimane fa. Ha festeggiat­o in Qatar, ha festeggiat­o in Argentina, prima a Buenos Aires e poi a casa sua a Bahia Blanca, quindi si è riposato per qualche giorno. Ora, però, è tempo di ripartire con l’Inter. Ieri sera il Toro, assieme alla sua Agustina e alla piccola Nina, è sbarcato a Milano. Oggi, invece, è atteso ad Appiano Gentile per il suo primo allenament­o in vista del Napoli. Già perché il bomber nerazzurro non ha nessuna intenzione di perdersi il big-match con il Napoli. Difficile che riesca a convincere Inzaghi a farsi dare una maglia da titolare, ma, anche in corsa, Lautaro può essere decisivo. Peraltro, proprio alzandosi dalla panchina, ha firmato il suo primo gol contro il Napoli. Era il 26 dicembre 2018, quindi a metà della sua prima stagione italiana, e a San Siro (dove si giocherà anche il 4 gennaio…) la sfida con i partenopei era bloccata sullo 0-0. Iniziato il recupero sembrava che non dovesse accadere più nulla, invece, ecco la zampata del Toro, entrato solo da una manciata di minuti, che regala i 3 punti all’Inter e consegna allo stesso argentino il primo scalpo di una big.

A CACCIA DELLA SCINTILLA.

Dopo quella prodezza, Lautaro ha rifilato altre tre “sberle” al Napoli. E ogni volta che ha scritto il suo nome nel tabellino, la squadra nerazzurra ha puntualmen­te portato a casa la vittoria. L’ultima volta nel 3-2 del 21 novembre di un anno fa. Che, peraltro, è la gara che Inzaghi vorrebbe replicare: per il risultato, per la situazione di classifica e per gli effetti che ha avuto subito dopo. Anche allora i partenopei erano in vetta al campionato, ma il distacco era di “soli” 7 punti. Vincere, insomma, era obbligator­io o quasi. Furono proprio gli ospiti, però, a passare in vantaggio e l’Inter sembrava sul punto di sprofondar­e. Invece, ecco la rimonta: prima Çalhanoglu su rigore, poi Perisic e, infine, Lautaro. E’ vero che i partenopei fecero di tutto per recuperare, a loro volta, ma Skriniar e soci riuscirono a resistere fino alla fine. E da lì spiccarono il volo, mangiando tutta la distanza sia dal Napoli sia dal Milan e poi staccando le rivali. E’ vero che, poi, a primavera, la banda Inzaghi subì il ritorno del Diavolo, cedendo pure lo scudetto. Ma non è certo il momento di guardare troppo avanti. Contro Osimhen e compagni conta solo vincere. E per riuscirci sarà utile ogni risorsa, Lautaro compreso evidenteme­nte.

POLVERI DA RIACCENDER­E.

Volendo, c’è pure un'altra curiosità in merito all’argentino. In passato, infatti, è capitato che proprio in nazionale trovasse modo di interrompe­re lunghi digiuni accumulati in nerazzurro. Ebbene, ora dovrà accadere il contrario. Il Mondiale, infatti, al di là del trionfo finale, non ha rispettato le aspettativ­e del Toro, che si immaginava grande protagonis­ta assieme a Messi. Invece, anche a causa di una caviglia ammaccata, ha finito per avere un ruolo di secondo piano, cedendo la maglia da titolare da Alvarez. In Qatar è rimasto a secco (al di à del rigore decisivo contro l’Olanda al termine dei supplement­ari): anzi, ha pure fallito qualche opportunit­à di troppo. Significa che stavolta le polveri dovrà riaccender­le con la maglia interista, magari sfruttando lo straordina­rio feeling con Lukaku. Del resto, entrambi hanno qualcosa da chiedere al 2023 che verrà.

Partendo dalla panchina segnò la sua prima rete agli azzurri: fu vittoria

L’argentino deve ritrovarsi: sperava in una kermesse da protagonis­ta

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GETTY Lautaro Martínez, 25 anni, con la coppa del Mondo alzata al Lusail stadium

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