«Continuo col Real Non dirò mai basta»
Il tecnico, corteggiato dal Brasile, oggi sfida il Valladolid Ancelotti: «Nessuna chiamata dalla nazionale verdeoro, ma se succedesse ne sarei gratificato»
Il Real Madrid è casa sua e di andar via non ci pensa nemmeno. Carlo Ancelotti è però consapevole che il Brasile sia alla ricerca di un nuovo commissario tecnico e poter allenare una nazionale tra quattro anni al Mondiale, per di più quella verdeoro, è una di quelle cose che sotto sotto un po’ l’intriga. «Se sono interessati non lo so, non mi hanno chiamato. Ma se dovessero esserlo, ne sarei gratificato». Signore nelle dichiarazioni come sempre, ma grato a Florentino Perez e a un Real Madrid che l’ha cercato e l’ha voluto fortemente alla guida dei Blancos. E lui, in una sola stagione, è riuscito a vincere Supercoppa di Spagna, poi Liga e Champions, infine la Supercoppa Europea. «Io continuo qui. Al Real non dirò mai che la mia avventura è finita».
TOUR DE FORCE. E ci mancherebbe, visto quello che ha davanti nei prossimi mesi. C’è il Barcellona, a +2, da rincorrere in campionato. E già stasera, a Valladolid, può esserci il momentaneo sorpasso in attesa del derby di domani tra i blaugrana e l’Espanyol. Ci sono poi dei giocatori da motivare e ritrovare. Benzema, su tutti. «È recuperato al 100% - ha ammesso -. È tornato il 10 dicembre dalle vacanze, ha lavorato con la squadra, ha giocato parte delle amichevoli, insomma è motivato». Il Pallone d’Oro deve cancellare una prima parte di stagione deludente. Come lui, Eden Hazard: «Mi sembra stia meglio rispetto a prima del Mondiale. Sarà impiegato come tutti gli altri della rosa». Tutti, tranne l’infortunato Mariano Diaz, partiranno in giornata per Valladolid. Anche Camavinga, Tchouameni e Modric, rientrati ieri dalle vacanze. Stasera al Zorrilla, poi i sedicesimi di Coppa del Re contro il Cacereño, dunque la trasferta di Villarreal e poi la partenza per l’Arabia per la Supercoppa di Spagna. «Fino al 19 febbraio giochiamo praticamente ogni tre giorni: abbiamo tantissime partite e bisogna fare diverse valutazioni». C’è bisogno di tutti, di far sentire importante un gruppo intero con l’arte della diplomazia. Quella che l'italiano padroneggia alla perfezione, vedi risposta alla domanda su Messi, inevitabile dopo il Mondiale: «Difficile dire se è il migliore della storia. Non sarebbe giusto. Ogni epoca ha avuto i suoi migliori giocatori. Alleno ogni giorno il Pallone d’Oro, ho visto Cruyff e Maradona. Dalla mia bocca, insomma, non ascolterete mai la frase “Messi è il migliore della storia”». Da un madridista come Carletto, del resto, sarebbe impensabile.
«Messi il migliore? Alleno il Pallone d’Oro, visto Cruyff e Maradona...»