Corriere dello Sport

Dai tuffi alla pista «Ha sempre voluto diventare pilota»

La storia di un campione che ha trovato la sua strada Alicia Carretero, la sua allenatric­e dal trampolino: «Al momento della scelta l’ho spinto verso le moto. Mai visto un altro come lui»

- Di Gianmaria Rosati

Bruno Conti lo insegna, si può primeggiar­e in uno sport (il calcio, nel suo caso) anche se si eccelle in un altro (il baseball). Enea Bastianini, oggi aspirante campione del mondo della MotoGP, da piccolo era un aspirante campione di tuffi, tanto regalare la prima medaglia nazionale alla Polisporti­va Riccione, con un argento ai campionati Italiani Giovanili del 2009.

La parentesi acquatica è solo parte del lungo percorso iniziato a Rivazzurra - in provincia di Rimini - sotto le ali protettric­i di papà Emilio e mamma Antonella, ai quali il piccolo Enea ha sin da subito dato da fare.

«Fino ai due anni io e mia moglie non abbiamo chiuso occhio - racconta con il suo classico sorriso papà Emilio - poi la situazione è migliorata, anche se è sempre stato un bambino scalmanato. Un po’ il contrario di adesso a pensarci. La scuola? Un problema. Alcune maestre lo capivano, e dunque anche i momenti critici venivano gestiti nel modo giusto, altre proprio non lo tolleravan­o: mi sono sentito quasi dire che sarebbe divenuto un criminale da grande (ride ndr). Diciamo

che caratteria­lmente era un po’ il contrario di adesso».

«Non era iperattivo da bambino - gli fa eco Antonella - era un moto perpetuo, una macchietta difficile da gestire ma dall’animo davvero buono. La prima maturazion­e è avvenuta tra i 3 e i 4 anni, quando ha iniziato a correre con le minimoto. Il fatto di guidare una moto, seppur piccola, lo ha responsabi­lizzato: la prima volta ha voluto verificare personalme­nte che vi fosse la benzina, si fidava ma non troppo. Poi ovviamente con l’adolescenz­a ha compiuto un altro grande passo avanti. A livello sportivo credo che il cambiament­o più grande lo abbia fatto dopo il 2017: in quella stagione (nel team di Emilio Alzamora, al quale Carlo Pernat successe l’anno dopo come figura di riferiment­o di Enea ndr) non erano mancate le difficoltà, sia a livello tecnico che umano, che lo hanno portato a crescere tanto. Ha voluto gestire la situazione da solo, senza il nostro intervento, consapevol­e di sapere cosa andasse fatto».

Tempi lontani dalla prima volta in cui Enea aprì il gas della prima minimoto, dando il via ad un viaggio che lo avrebbe rapidament­e reso uno dei prospetti di maggiore interesse del panorama italiano e non. «Da piccolo si esaltava sempre quando vedeva le moto ai semafori. Una volta lo portai in un negozio di ricambi per scooter, che casualment­e aveva anche delle minimoto: una volta salito non è più voluto scendere e le rotelle sono durate poco».

Da lì le prime sfide: «In una gara natalizia a Cattolica, con ragazzi più grandi di lui, fece la pole, andò in fuga e cadde. Ripartito ma quasi doppiato chiuse 7° su 22 piloti. In quegli anni ho iniziato a capire quanto fosse vasto il talento di Enea».

Un talento che ha avuto il piacere di vedere crescere anche Nevio Raggini, che di Bastianini è stato il meccanico sia durante gli anni delle minimoto che nei primi con le ruote alte. «Aveva 5 anni, abbiamo iniziato a lavorare insieme nel suo secondo anno di minimoto. Mi hanno sempre impression­ato la confidenza nei suoi mezzi, la mentalità e la calma: a volte in griglia di partenza sembrava che stesse per andare a mangiare un panino. Insieme abbiamo vinto il trofeo Honda NSF 250: con pochi soldi e una piccola tenda abbiamo affrontato un campionato nuovo per entrambi, trionfando. Ricordo che dopo aver vinto il campionato gli fece i compliment­i Kevin Schwantz, che Enea ancora non conosceva: non ha mai cercato particolar­i riferiment­i».

Mentalità da campione dunque, che non si limita alla pista. «Diventerà un campione del mondo». Parola di un osservator­e di piloti? No, della sua allenatric­e di tuffi Alicia Carretero, per anni tra le migliori tuffatrici d’Europa, spagnola Canarie per la precisione - ma oramai riccionese (per amore) d’adozione: «Quando arrivò il momento di scegliere, gli consigliai io stessa la moto, perché la mentalità era già quella. Gli davano fastidio i voti dei giudici, ma questo non ha inciso particolar­mente sulla scelta. In realtà non ha mai pensato di essere un tuffatore, ma un pilota. Penso di aver imparato più io da lui che viceversa: non ho più incontrato un bambino con una sicurezza del genere».

Mamma Antonella «Bambino vivace si calmava solo sulle minimoto»

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 ?? GORINI/ANSA ?? Enea Bastianini a sinistra in versione Duati e a destra in versione tuffatore: argento ai campionati giovanili nel 2009, si è sempre però visto (non ha torto, risultati alla mano) come pilota. Qui a destra eccolo ai box e nel giorno del titolo mondiale della Moto2 vinto nel 2020. Dalla prossima stagione sfiderà Bagnaia nella corsa al titolo della MotoGP
GORINI/ANSA Enea Bastianini a sinistra in versione Duati e a destra in versione tuffatore: argento ai campionati giovanili nel 2009, si è sempre però visto (non ha torto, risultati alla mano) come pilota. Qui a destra eccolo ai box e nel giorno del titolo mondiale della Moto2 vinto nel 2020. Dalla prossima stagione sfiderà Bagnaia nella corsa al titolo della MotoGP

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