Corriere dello Sport

Sorpresa Mayer «Basta, smetto»

- Di Alberto Dolfin

Se il brivido per la velocità se ne va, non resta che appendere gli sci al chiodo. «Mi sento ancora un ragazzino e mi diverto» ha raccontato Dominik Paris all’inizio di questa stagione, spiegando cosa lo spingesse a lanciarsi ancora giù a perdifiato a 33 anni.

Pensieri ben diversi da quelli che, invece, hanno attraversa­to la testa di Matthias Mayer (tre ori e un bronzo olimpico) ieri mattina, durante la ricognizio­ne del superG sulla Stelvio di Bormio. Qualcosa si è rotto durante la sciata pre-gara di routine, nulla a che fare col fisico supersonic­o del fuoriclass­e austriaco, perché il corto circuito è arrivato a livello mentale. Qualche minuto prima delle 9 oltre a confermare la sua assenza nel superG in programma alle 11.30, Mayer ha spiazzato tutti e annunciato il ritiro con effetto immediato in diretta televisiva, parlando ai microfoni dell’emittente austriaca Orf: «Ho appena fatto la mia ultima ricognizio­ne in carriera. Non c'è una ragione particolar­e, sempliceme­nte non sento più il fuoco dentro. Ci ho pensato negli ultimi giorni ed è giunto il momento di smettere».

Nessuna spiegazion­e ulterore, anche perché in questo primo scorcio di Coppa del Mondo aveva già colleziona­to due terzi posti tra Lake Louise (superG) e Val Gardena (discesa), dunque era sempre lì coi migliori: «La scorsa stagione è stata fantastica con la conquista del terzo oro olimpico e ho cominciato bene anche in questa e sono soddisfatt­o. Questo sport deve andare avanti, ma per me basta così».

Un click che all’improvviso l’ha fatto diventare ex. Il ritiro è una parola che spaventa sempre qualunque atleta, della più svariata disciplina e spesso è un passo che viene svelato

con largo preavviso perché lo stesso diretto interessat­o possa abituarsi all’idea. A volte però, non si può più aspettare e arriva il momento di dire stop.

Una vicenda simile a quella di Mayer è quella di un altro asso della velocità sugli sci: Beat Feuz, che aveva annunciato il suo addio la scorsa settimana, ma l’aveva posticipat­o a gennaio, dopo l’iconica gara sulla Streif di Kitzbühel, la classica delle classiche, vinta peraltro 11 mesi fa. Trentacinq­ue gli anni dello svizzero, quattro volte re nella classifica di specialità in discesa e laureatosi campione olimpico lo scorso febbraio a Pechino. Mayer, invece, non poteva più aspettare e dopo 219 partenze con 11 vittorie in Coppa e 4 medaglie olimpiche ha detto stop. Il 38enne azzurro Christof Innerhofer commenta così: «Mi ha sorpreso, anche se si vedeva già dall’anno scorso che la voglia fosse diminuita. Tre giorni fa, sono salito con lui in seggiovia e gli ho chiesto: “Allora, qual è l’obiettivo oggi?”. Lui mi ha risposto: “Freno un po’ qui, poi freno un po’ là”. Mi è sembrato strano sentirlo da uno come lui. Peccato, perché abbiamo gareggiato tanto tempo insieme e abbiamo condiviso il momento più bello per me all’Olimpiade di Sochi, quando lui ha vinto l’oro e io l’argento in discesa. Ci può stare che non avesse più stimoli, ma che strano smettere così».

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GETTY Matthias Mayer (32)

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