LAUTARO, UN BLITZ DA DERBY
A Inzaghi basta un guizzo di Martinez, al terzo gol nelle ultime tre gare, dopo appena tre minuti: è lui la carta migliore per sfidare il Milan in Supercoppa
Dopo il pari-beffa subìto a Monza e la fatica con il Parma in Coppa Italia i nerazzurri superano con qualche patema il Verona e agganciano la Juventus al terzo posto
Il pareggio incassato nel recupero a Monza e la quasi eliminazione dalla Coppa Italia contro il Parma non hanno insegnato nulla all'Inter. Anche con il Verona, infatti, Lautaro e soci hanno rischiato con il fuoco, lasciando in bilico la partita fino alla fine. Non si sono scottati e questo fa tutta la differenza del mondo. Ma è emblematico che gli ospiti fossero nell’area nerazzurra anche a pochi secondi dal triplice fischio. Vero è che non hanno mai tirato in porta in tutta la gara, ad eccezione di un diagonale di Sulemana, che Onana ha mandato in angolo per sicurezza. Lo è altrettanto, però, che una deviazione fortuita o una scivolata imprevista potevano scapparci e allora i discorsi sarebbero cambiati.
QUAL È LA VERA INTER? Già perché badando soltanto al risultato, dopo questa serata, l’Inter ha solo da sorridere, avendo agganciato la Juventus e accorciato ad una sola lunghezza la distanza dal Milan. Resta, chiaramente, il -10 dal Napoli. Ma, sotto questo aspetto, la banda di Inzaghi deve prendersela solo con sé stessa. Dopo aver battuto i partenopei, infatti, un bottino pieno pure a Monza avrebbe dato oggi il secondo posto solitario a -8, non la situazione ideale in chiave scudetto ma comunque migliore di quella attuale. Ora, però, il palcoscenico si sposta in Arabia Saudita, a Riyad, per una Supercoppa assolutamente fondamentale per l’economia della stagione interista. Il grande interrogativo, a questo punto, è quale squadra di presenterà in campo per il derby con il Milan, nel senso di atteggiamento, applicazione e spirito: quella che mentalmente e tatticamente ha dominato il big-match con il Napoli o quella delle tre uscite successive?
CERTEZZA LAUTARO. Intendiamoci, l’Inter di ieri sera contro il Verona non può essere messa sullo stesso piano di quelle viste con Monza e Parma. Ma ha speculato e gestito troppo: per effettiva scelta o perché proprio non aveva le forze, dopo i 120’ con il Parma per aggredire e andare alla caccia del gol che avrebbe chiuso la sfida? Anche per la risposta a questa domanda dovremo attendere la Supercoppa. Anche se non sono incoraggiati le incomprensioni interne che hanno visto come protagonisti diversi nerazzurri, Onana e Skriniar su tutti, che si sono beccati platealmente nel primo tempo. Inzaghi, comunque, può partire da una certezza: Lautaro. Il “Toro”, infatti, è stato l’unico a non steccare nelle ultime tre gare. E, non a caso, ha segnato in tutte e 3. Ieri sera ha sbloccato il risultato dopo soli 3’, agganciando la conclusione respinta di Gagliardini e infilando l’angolo lontano di Montipò.
CALHA E BARELLA OK.
A differenza di buona parte dei suoi compagni, l’argentino non ha rimesso nel fodero la sciabola Dzeko non l'ha mai tirata fuori... -, ma ha continuato a battagliare. E’ stato penalizzato, però, come già sottolineato, dalla scelta di abbassarsi e attendere il Verona. Ogni volta che l’Inter è ripartita con forza e uomini ha sempre dato l’impressione di poter fare male. Solo che è successo troppe poche volte. E il Verona ha finito per acquisire fiducia. Gli ospiti hanno concluso la partita con tre punte: Lasagna e Piccoli si sono aggiunti a Djuric e San Siro in qualche occasione ha tremato. L’ulteriore buona notizia è che Calhanoglu non solo ha giocato una settantina di minuti, ma è stato sempre nel vivo del gioco, arrivando pure a sgommare per guidare il contropiede. Insomma, pare del tutto recuperato e avviato a giocare da titolare in Supercoppa. E come lui pure Barella, in campo nell’ultimo quarto d’ora e tra i più lucidi nella gestione del finale. Ovvio, però, che portare a casa la seconda Supercoppa consecutiva serva di più.