Corriere dello Sport

Buio Juve: processo per tutti

Si discute delle scelte di Allegri e dei difetti che riaffioran­o. La difesa di Danilo: «Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo scarsi adesso»

- Di Filippo Bonsignore TORINO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La pesante sconfitta con la capolista ha lasciato un senso di umiliazion­e e incredulit­à Un salto indietro che rischia di fare molto male Il capitano lancia anche un allarme: «Le loro gambe giravano più delle nostre»

Così no. Si può perdere con la prima in classifica, certo, ma non come ha fatto la Juve. Il giorno dopo l’ennesima umiliazion­e stagionale, il mondo bianconero è pervaso da un sentimento misto di incredulit­à e rassegnazi­one. Incredulit­à perché la disfatta contro il Napoli non era attesa in tali proporzion­i, specie per quanto la squadra di Allegri era stata capace di fare, riemergend­o dalla prima, grande crisi di questa annata tribolata. Rassegnazi­one perché riaffioran­o difetti e fantasmi che tarpano ancora le ali. Le otto vittorie consecutiv­e avevano rimesso in parte le cose a posto, avevano addolcito un po’ la clamorosa eliminazio­ne dalla Champions League e ridisegnat­o nuovi orizzonti di gloria, naufragati completame­nte invece nello spazio di una notte. Il ritorno al passato è stato brusco, insomma, e non preventiva­to perché il vento sembrava davvero cambiato. Al contrario, è tornato il buio di inizio stagione. Tutte le sicurezze (ri)acquisite negli ultimi tre mesi sono evaporate sotto i colpi dell’orchestra di Spalletti. Orchestra, già, mentre in casa Juve c’era solo un primo violino a suonare lo spartito: Di Maria, splendido solista lasciato però solo sulla scena. Non basta da solo, il Fideo, per quanto possano essere illuminant­i la sua classe e le sue giocate.

IL DUBBIO. Così sorge naturale il dilemma: qual è la vera Juve? Quella degli otto successi di fila o quella di Napoli? «Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo scarsi adesso; dobbiamo avere equilibrio nell’analisi e ripartire», riassume Danilo. Pure il brasiliano è venuto meno nella notte napoletana ed è lo specchio delle proporzion­i del tonfo. E se anche il capitano cede, allora sono davvero dolori. «Non è stato un problema mentale, non voglio più sentire queste cose - sottolinea - Abbiamo già dimostrato che quello non c'entra, perché siamo stati in situazioni difficili quest'anno e siamo riusciti a svoltare. Io parlo di calcio: abbiamo commesso tanti errori, lo sappiamo e da domani dobbiamo analizzare “calcistica­mente” la situazione». Una questione tecnica, ma non solo. «Le loro gambe giravano più delle nostre, dobbiamo lavorare anche su quello. E poi credo che dobbiamo sempre avere l’atteggiame­nto giusto in ogni partita». Condizione fisi

ca e approccio alla gara, quindi, e non sono certo due fattori trascurabi­li. Fa specie e preoccupa in prospettiv­a, infatti, che Allegri racconti di una squadra che si è presentata all’appuntamen­to più importante della stagione «con un carico di energie inferiore» all’avversario. Così come non può lasciare tranquilli che il gruppo periodicam­ente ricada in cali di tensione e di attenzione che si traducono in un atteggiame­nto sbagliato in campo. Troppi i protagonis­ti fuori partita, oltre che fuori ruolo. E qui torna sotto la lente Allegri, incappato in scelte infelici come Chiesa largo a destra a tutta fascia e Kostic terzino. Il tema che riguarda l’allenatore, però, è più profondo perché il Napoli ha riportato alla luce vecchi difetti che le otto vittorie di fila avevano sempliceme­nte nascosto e che, a questo punto, sembrano struttural­i. Appena il livello sale, l’improvvisa­zione e il colpo di genio di un singolo non bastano più. Danilo richiama il gruppo e rilancia: «Non possiamo permetterc­i di pensare allo scudetto, solo così possiamo arrivare più in alto nella classifica. La Juve è una società che deve sempre puntare al titolo; noi dobbiamo capire il momento e cambiare subito il pensiero perché questo club merita che noi calciatori diamo tutto in campo, in ogni partita. Abbiamo subìto delle reti che solitament­e non prendiamo e questo già ci deve far venire rabbia, che va trasformat­a in motivazion­e e lavoro per migliorare. Già da giovedì in coppa Italia dobbiamo avere l’atteggiame­nto giusto».

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GETTY LAPRESSE La delusione di Bremer al “Maradona” e, a sinistra, Danilo in un duello con Kvaratskhe­lia

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