«Lazio triste, deve reagire Champions da miracolo»
Sarri: «Settimana straordinaria per allenamenti, ma si è perso un po’ di entusiasmo, si ritrova vincendo. Siamo quinti e sembra un dramma»
L’allenatore biancoceleste ha provato a scuotere i suoi uomini Li ha visti concentrati ma condizionati mentalmente dagli ultimi risultati Parlando del quarto posto non ha nascosto nervosismo
Abbattimento. E’ lo stato mentale della Lazio, in preda a un brutto trip da risultato, l’ha illustrato Sarri: «La settimana è stata straordinaria a livello di allenamenti, ma ho notato una squadra un po’ intristita per effetto dei risultati, ha perso un po’ di entusiasmo, per ritrovarlo serve vincere. I ragazzi devono togliersi di dosso le turbe mentali, i pensieri di disturbo, devono pensare a giocare un buon calcio. Se ci riescono possono migliorare di molto». Il big bang Sarri era stato voluto da Lotito e Tare, e accolto felicemente da tutti, perché avrebbe potuto trasformare l’instabilità in stabilità, il gioco in spettacolo, e tramutare in realtà il vecchio fantasma della storia recente, la Champions. Tutto troppo nuovo, il primo anno è volato via come un anno zero, centrando un quinto posto elogiabile. Il secondo, dopo 50 milioni spesi sul mercato (bene o male sono sempre 50), non può non contemplare una lunga corsa Champions. Il quarto posto è diventato un nervo dolente per Mau: «La Champions? Sono un po’ incazzato per queste storie, ho raccolto una gestione che ha fatto un top risultato, un quarto posto, e uno più basso che è l’ottavo. Eppure tutti gli anni si parlava di un grande campionato della Lazio. Siamo quinti e sembra un dramma. La storia degli ultimi 10 anni non parla di tante Champions, sono sempre dell’idea che se ci riusciremo avremo fatto un campionato miracoloso. Non siamo così lontani da arrenderci e cercheremo di rimanere in lotta». Sarri alla vigilia di Sassuolo-Lazio ha ribadito il concetto espresso dopo il pari con l’Empoli. In una squadra e in un ambiente dove gli entusiasmi sono tanto facili all’accensione come al raffreddamento, forse servirebbe tornare a crederci un po’ di più alla Champions.
I PARZIALI. Anche la Lazio di Sarri continua a passare dal boom al crac, dopo la vittoria sul Monza era seconda col Milan, la Champions non sembrava un miracolo: «L’obiettivo ora è rimanere mentalmente dentro la partita per 100 minuti, è ciò che va messo a posto». Mau continua a colpevolizzare la cilindrata mentale: «I dati fisici degli ultimi 20 minuti di gioco sono molto in linea con quelli dei primi 20 minuti, facciamo fatica quando andiamo in stanchezza mentale, diventiamo passivi, vulnerabili. Bisogna lavorare su questo trovando una chiave, non è semplice quando si parla di aspetti simili». Vede un Milinkovic in crescita, aspetta notizie da Luis Alberto, ieri ha lamentato fastidi agli adduttori. Sarri contava di ripartire da entrambi: «Milinkovic
ha già fatto una prestazione di buon livello con l’Empoli, rispetto alle due-tre partite precedenti è passato dal perdere 25 palloni a perderne 10 e con verticalizzazioni migliori. Due interni offensivi non è semplice tenerli, se giocano con applicazione come nell’ultima partita si può fare».
IL MERCATO. Lotito, stando alle cronache dall’impero, ha promesso a Sarri e ai tifosi un colpo. Mau se l’è cavata con una battuta, non importa se divertente o fiacca: «Il mercato, nel mio paese, Figline Valdarno, c’è il martedì mattina, se ne parla il lunedì. Dopo un punto in 3 partite non ci penso». Pensa a Dionisi
e al Sassuolo, è tra i nuovi esponenti sarristi: «La scuola è capitanata da De Zerbi, poi ci sono lui e penso verrà fuori Palladino». Il Sassuolo è in crisi, ma dà il meglio con le big: «Con le grandi fa bene da anni». Sarri parla per indicatori: «Siamo ad un punto in cui, se attivati, giochiamo un buon calcio. Il periodo in cui non subivamo gol sapevo che sarebbe finito, gli indici di protezione dell’area non erano altissimi. Ora sono superiori, finiranno i gol presi». Soprattutto nel finale: «Non si possono perdere punti come con Samp ed Empoli». La zona Cesarini-Caicedo era specialità della Lazio, l’ultima vittoria a Reggio Emilia risale al colpo del Panterone al 91’ (2019). La sensazione è che per Sarri certi raffronti diventino affronti: «Se ci si può allenare a segnare all’ultimo? E’ come dire se è allenabile la botta di c...». Non ha detto Champions.
«Ho raccolto una gestione con poche Champions Sergej in crescita»