C’è ancora Casse dietro i fenomeni
Alle spalle di Kilde e Odermatt secondo podio della carriera per Mattia: «E ora avanti così»
Non chiamatelo più outsider. Quest’inverno Mattia Casse è diventato grande e, dopo essersi regalato il primo podio in carriera in Val Gardena, con annessa cascata di lacrime per tutti i significati intrinsechi, il trentaduenne valsusino si è ripetuto ieri in una classica come quella di Wengen, una delle discese più famose del Circo Bianco per gli uomini jet.
Dalla Saslong al Lauberhorn con la mitica Kernen-S, il risultato non è cambiato e il trattore piemontese, come lo chiamano scherzosamente i compagni di squadra e i fan per le tonnellate di peso che alza in palestra nelle sessioni a secco, si è infilato ancora una volta nel gotha della velocità, primo tra gli umani dopo i due padroni assoluti di questa stagione, con Aleksander Kilde (19° successo in carriera) che ha bissato la vittoria di 24 ore prima in superG e rifilato la bellezza di 88 centesimi al leader di Coppa del Mondo e già padrone della passata stagione Marco Odermatt, sempre più insidioso anche nella disciplina più adrenalinica.
Vicino ai due colossi dello sci planetario, il terzo aveva tinte azzurre e non sfigurava affatto. E pensare che Mattia il trattore, prima di questo weekend, non era mai entrato nei 10 a Wengen. Venerdì ha preso le misure, col 13° posto in superG e ieri si è arrampicato sul 3° gradino con una discesa da applausi. D’altronde, la velocità ce l’ha sempre avuta nel Dna, visto che papà Alessandro, scomparso nel dicembre del 2021, è stato la sua guida sulla neve, forte della valanga di primati ottenuti nel chilometro lanciato durante gli anni Settanta dello scorso secolo.
«Abbiamo sempre pensato che a Wengen per far bene bisognava partire davanti, ed infatti così è stato. Con il numero basso (pettorale n°3) ho fatto una bella gara - racconta Mattia - Ho attaccato dall’inizio alla fine, uscendo bene fuori dalla Kernen-S bene ho mantenuto la velocità sotto, dove in superG avevo sbagliato, mentre stavolta sono andato bene anche nell’ultimo pezzo. Un bel podio dietro Kilde e Odermatt,
dopo quello della Gardena: un gennaio cominciato bene e cerchiamo di continuare con questo trend e questa solidità di sciata».
Uno dei suoi segreti è anche Onesporter, l’app di pianificazione e monitoraggio delle performance dell’atleta, che gli permette di essere consapevole dei suoi limiti e delle potenzialità, aiutandolo a spingersi oltre, grazie a un’analisi dettagliata dei dati di tutti gli allenamenti.
Per confermarsi nel gotha della velocità, ora l’attende un altro tempio della velocità come Kitzbühel e la sua mitica Streif, dove puntano forte anche Dominik Paris (9°) e Matteo Marsaglia (11°), entrambi in grande crescita. «È stata una tappa positiva, però peccato per il podio che ci sarebbe stato bene - commenta Domme - Ho fatto un errore, ma non ci voleva il secondo perché nella parte centrale ero veloce: però sono contento di esserlo di nuovo. Ora so che la sicurezza sugli sci è a posto, posso spingere al limite e farne tesoro. A Kitzbühel cambierò atteggiamento, ma spero di riuscire a portare anche lì tutta questa positività». L’Italjet è tornata a volare alta.
Soddisfatto anche Paris (ieri nono) «So di poter spingere al limite»