«I nostri ragazzi ci regaleranno uno Slam»
«Berrettini, Sinner e ci metto anche Musetti: tre talenti che possono arrivare in fondo»
«Èun momento eccezionale per il tennis italiano, sono molto soddisfatto per ciò che il movimento sta esprimendo a livello alto e nelle retrovie, con tanti giovani in rampa di lancio». Filippo Volandri, capitano di Coppa Davis e direttore tecnico del settore maschile over 16, racconta il movimento azzurro a partire dalle tre punte di diamante. «L’Italia può tornare a vincere uno Slam nei prossimi 3 o 4 anni. Berrettini e Sinner hanno già dimostrato di poter arrivare in fondo ai grandi tornei e Musetti sta crescendo a vista d’occhio».
L’inizio di 2023 ci ha regalato un Matteo Berrettini finalmente in grande forma.
«Speravamo tutti potesse cominciare l’anno in maniera così positiva. Matteo si è allenato molto bene durante la preparazione invernale. Sta lavorando su se stesso, alla ricerca di una maggiore solidità fisica che possa ridurre gli infortuni e permettergli quella continuità che recentemente è mancata».
A proposito di infortuni nel circuito ATP, quali possono essere le cause?
«La differenza rispetto ai tempi in cui giocavo io non è la mole di eventi, perché disputavamo tanti tornei anche noi; il problema è che la stagione, soprattutto per chi partecipa alle finali di Coppa Davis, finisce tardissimo e non c’è tempo per organizzare un’adeguata preparazione invernale. Noi svolgevamo almeno sei settimane di pre-season, ora va bene se si arriva a tre».
Esiste una soluzione?
«Bisogna organizzare dei blocchi di allenamento fisico durante la stagione, altrimenti si rischia di farsi male. Casper Ruud, per esempio, ha svolto una pre-season molto corta, è partito per l’Australia ma subito dopo, a febbraio, tornerà a lavorare sulla parte atletica».
Capitolo Australian Open. È sempre Djokovic il super favorito? Quali gli outsider?
«Non dimentichiamo che Djokovic, qualora Wimbledon avesse dato punti ATP, oggi sarebbe numero 1 del mondo. Dietro di lui c’è un’affascinante bagarre: oltre agli azzurri cito Tsitsipas, Auger-Aliassime e Fritz».
Lorenzo Musetti è letteralmente esploso nella seconda parte del 2023.
«Musetti ha lavorato tanto sui colpi di inizio gioco: servizio e risposta. È un processo mentale ancor prima che tecnico. Lorenzo va oggi alla battuta con l’idea di far sempre male all’avversario. Tecnicamente è eccellente, ma è mentalmente che sta facendo un ulteriore step. Ad esempio i problemi di respirazione (emersi nel match di Firenze contro Auger-Aliassime; ndr) sono sempre meno frequenti».
Anche il servizio di Sinner sembra più fluido.
«Jannik sta lavorando con abnegazione su questo fondamentale. L’idea è quella di costruire un giocatore sempre più completo. È il momento giusto per prendersi questo rischio, per guardare in prospettiva. Fisicamente è meno strutturato dei suoi coetanei, ma è solo questione di tempo; il suo corpo è ancora in costruzione».
Tre italiani in Top-20 per la prima volta nella storia. Che effetto fa?
«È un grande risultato, soprattutto perché Sinner e Musetti sono giovani e hanno margini di miglioramento. Il movimento è enorme e il sistema organizzato dalla federazione sta funzionando a dovere. Abbiamo potenziato i coach, sostenuto i team privati, fornito preparatori fisici e mentali. Quest’anno a Tirrenia sono passati molti giocatori, tant’è vero che per la pri
«Adeguare la preparazione agil impegni è la chiave contro gli infortuni»
ma volta ho dovuto dire qualche ‘no’ perché eravamo pieni. La nostra idea è sostenere e accompagnare i giovani attraverso i loro allenatori e i loro team».
Passando alla Coppa Davis. Lei è stato molto criticato per aver schierato Berrettini nel doppio decisivo contro il Canada in semifinale.
«Non mi dà fastidio essere criticato, mi arrabbio quando vengono attaccati i giocatori. In Italia purtroppo c’è un problema di cultura sportiva».
Berrettini, Sinner, Musetti. L’Italia può tornare a vincere uno Slam nei prossimi 3/4 anni?
«Penso di si. Berrettini è già andato in finale a Wimbledon e, lo scorso anno, avrebbe avuto la chance di arrivare nuovamente in fondo se non fosse stato fermato dal Covid. Sinner è andato a un passo dalla vittoria su Alcaraz a New York e, qualora avesse superato quell’ostacolo, sarebbe divenuto il grande favorito. Questi ragazzi hanno già dimostrato di poter arrivare in fondo ai grandi tornei e quindi, potenzialmente, anche di vincerli».
«Le critiche dopo la Coppa Davis? In Italia manca cultura sportiva»