Dybala show perle e punti per il sogno Champions
I conti dell’argentino cominciano a tornare: 10 gol e 3 assist in 16 presenze stagionali Il fuoriclasse continua a trascinare la Roma: dopo la rete in Coppa altri due centri preziosi per la corsa a un posto nell’Europa dei grandi
Uno stadio di nuovo lì, ai suoi piedi. Genoa e la Coppa Italia, Fiorentina e il campionato. Cambiano gli invitati, la festa è sempre sua. E lui, il campione di qualità e altruismo, cosa ti fa? Indica apertamente il compagno in difficoltà, Tammy Abraham, dopo il primo assist e anche dopo il secondo, per condividere con l’Olimpico pieno i meriti e la felicità. Un gesto che dimostra un feeling ritrovato, anche a livello umano, tra i due attaccanti. Tutto giusto e tutto bello, d’accordo. Ma viene da chiedersi cosa sarebbe la Roma senza Paulo Dybala. E dove potrebbe essere se Dybala avesse giocato tutte le partite, o comunque non si fosse assentato per un mese e mezzo a causa dell’infortunio. I numeri sono una sentenza: con 10 reti segnate tra campionato e coppe, 7 delle quali in campionato, Paolino sta trascinando la squadra. La sua media-punti, proiettata su 38 giornate, varrebbe il secondo posto. E il suo zio di Trigoria, José Mourinho, ha svelato anche perché: «In teoria doveva tornare il primo gennaio, così mi aveva chiesto. Io gli ho detto che senza di lui la Roma non avrebbe vinto contro il Bologna la prima partita dell’anno. Gli ho detto di tornare il 29. Paulo allora ha deciso di rientrare il 28, un giorno prima. Questo è Dybala. In campo lo vedete, con lui potrei giocare anche io, fuori meno. Ma è una figura molto importante per noi».
JOYA. Negli spogliatoi Dybala esulta: «Sapevamo che non sarebbe stato facile battere la Fiorentina. Invece ci siamo riusciti e siamo stati bravi. Ottima prestazione, sono felice per la doppietta. Voglio ringraziare Tammy per gli assist, i gol sono suoi». Anche Abraham ha scherzato sull’argomento: «Paulo mi deve due assist... Battute a parte, penso che conoscendoci meglio l’intesa stia crescendo. La pausa ha un po’ interrotto il processo. Ma piano piano miglioreremo e saremo sempre più in sintonia».
GESTIONE. Nel finale Mourinho ha richiamato tutti e due in panchina per riservare loro un minuto di meritati applausi. E nel contempo ha regalato l’esordio in Serie A al nuovo arrivato Solbakken, che da oggi diventa uno degli attaccanti da tenere in considerasione per le prossime partite. Almeno nel secondo tempo. Dybala si è goduto la passerella, intuendo che la sua condizione stia raggiungendo livelli adeguati. In campo a volte si prende delle pause, come per esempio fa il dio Messi nell’Argentina, ma tutto è funzionale al raggiungimento dell’equilibrio di qualità.
PADRONANZA.
Il primo gol, per coordinazione e destrezza, ha ricordato un po’ la giravolta di San Siro contro l’Inter. Una botta improvvisa, senza starci troppo a pensare, per bruciare il tempo ai difensori della Fiorentina che gli avevano mollato qualche metro di vantaggio. Il secondo è stato un esempio di fiducia e atletismo. Dybala ha seguito fino in fondo la percussione di Abraham, aspettando il passaggio preciso che è effettivamente arrivato. E la maschera per i festeggiamenti quando torna? Aspettiamo. Il Dybala versione 2023, finalmente alleggerito dalla soddisfazione mondiale, sta preparando altre sorprese. Se non si ferma più, se i muscoli ne rispettano il talento, Mourinho e la Roma possono divertirsi ancora parecchio. In Serie A, per l’obiettivo Champions, ma anche nelle coppe.
«Un’altra vittoria di qualità, bravi tutti. E ringrazio tanto Abraham»