ZACCAGNI E FELIPE È VERA LAZIO
Dopo i passi falsi e le critiche i biancocelesti centrano il primo successo del 2023 Vantaggio su rigore e raddoppio del brasiliano anche se Ciro va ko: Sarri e i suoi superano il Sassuolo e riprendono la corsa-Champions
Vittoria perdendo Immobile, la prima del 2023. Vittoria con le ali che risegnano, che s’inventano rigoristi (Zaccagni) e contropiedisti (Felipe Anderson). Serve un miracolo alla Lazio, ha ragione Sarri. Ma un miracolo di Lotito sul mercato. Sta lavorando su un terzino (Pellegrini), serve un centravanti, come il pane. Immobile non aveva mai vissuto una via crucis così, s’è fermato per la terza volta, spera di aver scongiurato il terzo stiramento da ottobre. E’ improvvisamente debole. Implacabili, i suoi flessori. Ha chiesto di uscire appena ha sentito tirare, erano passati 14 minuti, è stato fatale un allungo con uno stop volante. E’ lo stesso flessore destro che l’aveva costretto allo stop prima della Juve. Sarri è di nuovo senza Ciro, ringrazia l’irriducibilità della squadra se ha difeso il vantaggio, se ha battuto un Sassuolo armonico ma assente negli ultimi 30 metri, se ha vinto per la prima volta al Mapei, se ha centrato un nuovo clean sheet, se ha accorciato sull’Inter (-3). Ringrazia i 6.000 laziali accorsi e l’irresistibilità di Luis Alberto. Impetuoso per 95 minuti. E’ finita 0-2 con una tempesta di emozioni diverse. La Lazio s’è involata sotto la Curva biancoceleste per il tributo, il Sassuolo per consegnarsi all’ira dei suoi tifosi. Dionisi, dell’organizzazione, se ne fa poco quest’anno. Non trova i gol e senza Pinamonti (ko) è ancora peggio. Conta 17 reti fatte, la 4ª sconfitta di fila, un punto nelle ultime 7 gare.
LA PARTITA.
Dopo 15 minuti Sassuolo e Lazio, marchiate col 4-3-3, si sono ritrovate con le punte “false”. Dionisi aveva scelto Alvarez (prima da titolare). Sarri in corsa ha riadattato Felipe non calcolando Cancellieri. L’uruguaiano ha toccato solo 2 palloni nel primo tempo, poi è uscito. Felipe ha carburato nella ripresa, legando il gioco e colpendo in contropiede dopo un lancione di Provedel e una spizzata di Milinkovic (0-2). Ha mandato al bar Tressoldi, resistendo alla carica. Sia il secondo che il primo gol sono arrivati al crepuscolo dei due tempi (49'st e 48'pt). Zaccagni aveva colpito su rigore (Pairetto chiamato dal Var), lasciato battere da un Luis generosissimo. Se l’era guadagnato Milinkovic con un colpo di testa (su angolo) “parato” da Toljan. Il Sassuolo ha provato a sorprendere la Lazio attaccando Hysaj, bravo a superarsi. Laurienté era larghissimo, Rogerio saliva. Casale, rischiando molto, usciva in aiuto. Dionisi ha piazzato i tre centrocampisti a turno su Cataldi: Traore poi Obiang e Frattesi, pronto a sorprenderlo. I primi brividi sono nati da
palloni persi dal regista della Lazio. Il Sassuolo, con palla ai biancocelesti, si schierava con il 4-4-2. La Lazio ha cercato la profondità di Ciro fin quando c’è stato (0 tiri) o combinando a destra. Zaccagni dopo 5 minuti è andato al tiro sfruttando un raid laterale (tiro e volo di Pegolo). Dopo il ko di Immobile è entrato Pedro (a freddo). Felipe si è spostato spesso a sinistra per fare largo a Milinkovic o Zaccagni. Il Sassuolo ha risposto con cambi di gioco per azionare Berardi o gli inserimenti di Frattesi. La partita s’è accesa a fine primo tempo: salvataggio rischioso di Romagnoli, braccio largo, ma impatto del pallone sul faccione. Poi due tiri di Laurienté e Frattesi parati da Provedel. Luis Alberto, una furia, ha lanciato Pedro (murato da Erlic). Sul corner è nato il rigore di Zaccagni. Sarri s’è lamentato con il quarto uomo, Maria Sole Ferrieri Caputi, per alcune indecisioni di Pairetto. La Lazio, prima di bissare con Felipe, ha sprecato con Pedro, lo stesso Felipe e Marusic, sfruttando triangolazioni e imbucate del Mago e di Zaccagni. Il Sassuolo, Berardi in primis, quando si è fatto vivo ha sbattuto contro Romagnoli e Casale. Sarri ha invocato il mercato. Non quello di Figline Valdarno del martedì (cit.). Le battute, il destino, se le lega al dito.