Corriere dello Sport

ZACCAGNI E FELIPE È VERA LAZIO

Dopo i passi falsi e le critiche i biancocele­sti centrano il primo successo del 2023 Vantaggio su rigore e raddoppio del brasiliano anche se Ciro va ko: Sarri e i suoi superano il Sassuolo e riprendono la corsa-Champions

- Di Daniele Rindone INVIATO A REGGIO EMILIA

Vittoria perdendo Immobile, la prima del 2023. Vittoria con le ali che risegnano, che s’inventano rigoristi (Zaccagni) e contropied­isti (Felipe Anderson). Serve un miracolo alla Lazio, ha ragione Sarri. Ma un miracolo di Lotito sul mercato. Sta lavorando su un terzino (Pellegrini), serve un centravant­i, come il pane. Immobile non aveva mai vissuto una via crucis così, s’è fermato per la terza volta, spera di aver scongiurat­o il terzo stiramento da ottobre. E’ improvvisa­mente debole. Implacabil­i, i suoi flessori. Ha chiesto di uscire appena ha sentito tirare, erano passati 14 minuti, è stato fatale un allungo con uno stop volante. E’ lo stesso flessore destro che l’aveva costretto allo stop prima della Juve. Sarri è di nuovo senza Ciro, ringrazia l’irriducibi­lità della squadra se ha difeso il vantaggio, se ha battuto un Sassuolo armonico ma assente negli ultimi 30 metri, se ha vinto per la prima volta al Mapei, se ha centrato un nuovo clean sheet, se ha accorciato sull’Inter (-3). Ringrazia i 6.000 laziali accorsi e l’irresistib­ilità di Luis Alberto. Impetuoso per 95 minuti. E’ finita 0-2 con una tempesta di emozioni diverse. La Lazio s’è involata sotto la Curva biancocele­ste per il tributo, il Sassuolo per consegnars­i all’ira dei suoi tifosi. Dionisi, dell’organizzaz­ione, se ne fa poco quest’anno. Non trova i gol e senza Pinamonti (ko) è ancora peggio. Conta 17 reti fatte, la 4ª sconfitta di fila, un punto nelle ultime 7 gare.

LA PARTITA.

Dopo 15 minuti Sassuolo e Lazio, marchiate col 4-3-3, si sono ritrovate con le punte “false”. Dionisi aveva scelto Alvarez (prima da titolare). Sarri in corsa ha riadattato Felipe non calcolando Cancellier­i. L’uruguaiano ha toccato solo 2 palloni nel primo tempo, poi è uscito. Felipe ha carburato nella ripresa, legando il gioco e colpendo in contropied­e dopo un lancione di Provedel e una spizzata di Milinkovic (0-2). Ha mandato al bar Tressoldi, resistendo alla carica. Sia il secondo che il primo gol sono arrivati al crepuscolo dei due tempi (49'st e 48'pt). Zaccagni aveva colpito su rigore (Pairetto chiamato dal Var), lasciato battere da un Luis generosiss­imo. Se l’era guadagnato Milinkovic con un colpo di testa (su angolo) “parato” da Toljan. Il Sassuolo ha provato a sorprender­e la Lazio attaccando Hysaj, bravo a superarsi. Laurienté era larghissim­o, Rogerio saliva. Casale, rischiando molto, usciva in aiuto. Dionisi ha piazzato i tre centrocamp­isti a turno su Cataldi: Traore poi Obiang e Frattesi, pronto a sorprender­lo. I primi brividi sono nati da

palloni persi dal regista della Lazio. Il Sassuolo, con palla ai biancocele­sti, si schierava con il 4-4-2. La Lazio ha cercato la profondità di Ciro fin quando c’è stato (0 tiri) o combinando a destra. Zaccagni dopo 5 minuti è andato al tiro sfruttando un raid laterale (tiro e volo di Pegolo). Dopo il ko di Immobile è entrato Pedro (a freddo). Felipe si è spostato spesso a sinistra per fare largo a Milinkovic o Zaccagni. Il Sassuolo ha risposto con cambi di gioco per azionare Berardi o gli inseriment­i di Frattesi. La partita s’è accesa a fine primo tempo: salvataggi­o rischioso di Romagnoli, braccio largo, ma impatto del pallone sul faccione. Poi due tiri di Laurienté e Frattesi parati da Provedel. Luis Alberto, una furia, ha lanciato Pedro (murato da Erlic). Sul corner è nato il rigore di Zaccagni. Sarri s’è lamentato con il quarto uomo, Maria Sole Ferrieri Caputi, per alcune indecision­i di Pairetto. La Lazio, prima di bissare con Felipe, ha sprecato con Pedro, lo stesso Felipe e Marusic, sfruttando triangolaz­ioni e imbucate del Mago e di Zaccagni. Il Sassuolo, Berardi in primis, quando si è fatto vivo ha sbattuto contro Romagnoli e Casale. Sarri ha invocato il mercato. Non quello di Figline Valdarno del martedì (cit.). Le battute, il destino, se le lega al dito.

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GETTY, ROSI Da sinistra il 2-0 firmato Felipe Anderson e l e esultanze del brasiliano e di Zaccagni

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