Corriere dello Sport

Speranze Juve, tutto su Di Maria

L’argentino è stato l’unica luce nella disfatta di Napoli Il Fideo, tornato finalmente ai suoi livelli, ora può fare la differenza E rilanciare le ambizioni di Allegri

- Di Filippo Bonsignore TORINO

Tutto su Di Maria. La classe dei singoli e la qualità complessiv­a fanno la differenza e la Juve lo ha sperimenta­to molto bene sulla propria pelle nella disfatta di Napoli. Sotto questi punti di vista, i bianconeri si sono dimostrati inferiori ma hanno un appiglio sicuro cui aggrappars­i d’ora in avanti, il Fideo. L’argentino è stata l’unica eredità positiva di una notte da dimenticar­e; l’unico capace di accendere sempre la luce e di incidere, nonostante le difficoltà della squadra. Non poteva esserci notizia migliore per Allegri che, come l’intero mondo juventino, ha atteso per metà stagione che Angel dimostrass­e anche in Italia il suo valore e che ora trova un motivo di speranza per ripartire dopo l’umiliazion­e subita dalla capolista. C’è ancora metà campionato da disputare con il traguardo minimo del quarto posto da conquistar­e; ci sono Europa League e coppa Italia da onorare e con Di Maria in versione Seleccion tutto potrebbe diventare più semplice.

LOTTA.

«La lotta è iniziata» è il pensiero affidato ai social dal Fideo, un modo per resettare e rilanciare immediatam­ente le ambizioni. La Juve ha bisogno estremo del suo campione del mondo e alla Continassa l’auspicio è che, grazie al Mondiale, sia davvero nato un nuovo Di Maria anche in bianconero. La finale di Doha contro Francia è ancora negli occhi di tutti ma la Juve non ha mai potuto ancora godere del rosarino nella sua massima espression­e di giocatore totale, dominante, decisivo. Fino al viaggio in Qatar, il vero Angel si era apprezzato soltanto a sprazzi. L’esordio in A aveva fatto sognare, gol e assist contro il Sassuolo, poi una notte sontuosa con il Maccabi Haifa in Champions League. Bagliori, costellati però anche dal buio di tre infortuni, dell’espulsione di Monza e di un rendimento non in linea con le attese, tanto che in molti gli avevano imputato di essere più focalizzat­o sul Mondiale che sulla Juve. Adesso tutto sembra essere tornato alla normalità: aver coronato il sogno di una vita di vincere la coppa del Mondo ha ridato slancio e motivazion­i ad Angel che, dopo i lunghi festeggiam­enti, è ripartito nel modo migliore. Ha saltato la Cremonese per un problema ad una caviglia e si è ripresenta­to con un’oretta positiva contro l’Udinese e con lo show di Napoli. Traversa, assist, gol: inutili ai fini del risultato ma utili a certificar­e che Di Maria sta tornando il giocatore che la Juve ha fortemente inseguito per poter sparigliar­e.

CON DUSAN. Allegri lo sta impiegando alle spalle del centravant­i - prima Kean, poi Milik - e l’argentino si trova a meraviglia a galleggiar­e sulla trequarti di tutto il fronte offensivo, godendo della massima libertà di movimento che gli ha concesso il tecnico per lasciare spazio alla sua creatività. Adesso l’attesa è tutta per il rientro di Vlahovic per ripristina­re il tandem che si è visto a singhiozzo finora e che potrebbe determinar­e le fortune della Juve. Senza contare che, dal 3-5-2 attuale, Max potrà tornare al 4-33 pensato in estate che prevedeva un tridente Di Maria-Vlahovic-Chiesa, con Pogba, altro recupero pesantissi­mo in arrivo, a centrocamp­o. Per il momento, la Juve si aggrappa al Fideo: sicurament­e per la seconda parte di stagione; nel futuro, con il contratto che scadrà a giugno, chissà.

«La lotta è iniziata» ha scritto sui social E Max si prepara a tornare al 4-3-3

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LAPRESSE Angel Di Maria, 34 anni, 12 gare e 2 gol in bianconero
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