RASPADORI ARIETE DI
Al “Maradona” arriva la Cremonese e Spalletti pensa al turnover: da sei a un massimo di otto novità Jack è pronto a dare il cambio a Osimhen i tifosi a spingerlo per passare ai quarti Guiderà l’attacco partendo a sinistra, lasciando la zona centrale a Sim
Con il fuoco non si scherza, ma neanche con l’acido lattico: che, a modo suo, brucia i muscoli, quindi il cervello. Il pallone l’hanno rimesso al centro, giusto in mezzo tra la Juventus e la Salernitana, e in questo tour de force il rischio diventa alto: la testa rimane sospesa tra il passato più recente e il futuro più immediato e per evitare distrazioni, vai a capire quale sia la scelta giusta. «Noi vogliamo vincere tutto, anche la Coppa Italia». Bartosz Bereszynski ha appena fatto in tempo ad arrivare a Napoli e si è già immerso in quel clima in cui l’euforia resta un filo dietro la consapevolezza in sé stesso («Zielinski mi ha raccontato che avrei trovato un ambiente meraviglioso»): la Juventus, ormai, appartiene alle soddisfazioni vissute ma la Cremonese, stasera, sarà l’unico pensiero sul quale adagiarsi con cautela.
SI CAMBIA. Si gioca sempre, e poi sarà anche peggio, e Spalletti deve incidere ma evitando di alterare il profilo di una squadra che conquista a pelle: si cambia, ovviamente tanto, da un minimo di sei ad un massimo di otto, e per passare il turno e regalarsi i quarti, non sono ammesse divagazioni. Va in campo, dentro una logica inattaccabile, chi ha avuto meno occasioni, chi deve offrire risposte che somiglino a garanzie, chi non è sul mercato (e dunque: niente Sirigu, che potrebbe andare alla Fiorentina; né Demme che ha una serie di ammiratori sparsi in Europa); e resta fuori chi si è speso, e tanto, chi - chiaramente - è squalificato (come Lozano e con lui Domenichini), chi è un po’ ammaccato (per esempio Politano).
JACK. È un po’ la notte di Raspadori, perché uno con quel talento e a prescindere dai trentacinque milioni investiti, ha sempre gli occhi addosso: forse va a sinistra, lasciando l’area - nella zona centrale - al «cholito» Simeone, solo 390 minuti per lui ma sei gol che chiedono spazio e lo ottengono, perché Spalletti sa come si fa. A destra, probabilmente, ci va Elmas, come contro la Juventus, e il resto accadrà altrove, tra la difesa ed il centrocampo, dove il Napoli si mostrerà diverso nella sua fisionomia, non certo nella sua natura. Ma l’uomo della notte rimane Raspadori, l’alter ego di Osimhen, cinque gol, l’ultimo che si perde nella penombra (il 12 ottobre ad Amsterdam) ma un’empatia con la città confessata al Corriere dello Sport-Stadio: «È stata una mia scelta precisa, volevo Napoli perché sentivo la fiducia di tutti. non potevo sbagliarmi e non mi sono assolutamente sbagliato».
L’EQUILIBRIO. La difesa è inedita, sembra possa essere modificata da destra a sinistra, annuncia il debutto in maglia azzurra di Bereszynski («questo è il regalo del destino alla mia carriera ma contro la Cremonese
bisogna dimostrare sul campo di essere i più forti, il nuovo allenatore per loro sarà uno stimolo in più»), offre un ballottaggio in mezzo tra Rrahmani e Ostigard, induce a sospettare che il centrale di riferimento stavolta sia Juan Jesus e a sinistra, ovviamente, libera la fascia a Olivera che con Mario Rui è in competizione da sempre. Il settore meno stravolto sarà il centrocampo: Lobotka la comincerà, poi si vedrà; al suo fianco avrà Anguissa (che con la Juventus l’ha giocata per intero) o Zielinski (al quale sono stati risparmiati gli ultimi venti minuti) e quasi certamente Ndombele, che sa attaccarsi alle partite a presa rapida. Perché è in serate come questa in cui il pericolo s’annida nelle tenebre.
Difesa inedita con l’esordio in azzurro di Bereszynski Al centro Juan Jesus