SANSONE, L’ORGOGLIO OLTRE IL PREGIUDIZIO
Da tre sessioni di mercato è considerato un esubero, poi innesta la marcia. Come a Udine. Ora ne parla felice L’attaccante contento e deciso: «Grazie Motta, mi ha dato fiducia. Io mi sono solo fatto trovare pronto perché ho lo spirito di questo Bologna: m
Se un destino c’è, Nicola Sansone deve aver trovato il modo di girarlo a suo favore. Sembrava dover lasciare Bologna già un anno fa, era gennaio anche quella volta, poi le dichiarazioni sul covid e sui vaccini («I diritti umani non contano un cazzo, non c’è libertà di scelta») frenarono gli entusiasmi dei possibili acquirenti. Era arrivata l’estate e ancora una volta Nicola sembrava avere la valigia in mano, direzione uscita; poi fece gol in Coppa Italia (al Cosenza) e a Casteldebole pensarono che uno così, in fondo, era meglio tenerselo ancora qualche mese. Intanto ecco un altro gennaio, e ancora una volta Sansone sembrava destinato ad andare via. Tra lui e l'addio questa volta si sono messi gli infortuni di Zirzkee e soprattutto di Arnautovic. Così
Sansone è diventato l’uomo della provvidenza. «Ringrazio Motta che in settimana mi ha elogiato per la prova fornita contro l’Atalanta e mi ha fatto giocare anche a Udine dandomi fiducia, io semplicemente mi sono fatto trovare pronto». Quando i pregiudizi sembravano aver preso il sopravvento, Sansone è sempre riuscito ad andare oltre: con l'orgoglio e la tenacia, con il lavoro quotidiano e i gol.
ORGOGLIO. È la sua capacità di sfruttare il momento giusto, non è da tutti. Sansone ci è riuscito contro l’Udinese, trovando l’unica cosa che gli stava mancando: la rete. Utile, utilissima, fondamentale per ribaltare lo svantaggio e forse anche il suo destino di giocatore messo troppo spesso nell'angolo. Il Bologna, poi, alla Dacia Arena non vinceva dal 2016. «La rimonta è arrivata grazie alla mentalità giusta: non mollare e combattere fino alla fine». Sansone sorride. Adesso è lui l’uomo copertina, l’uomo del momento, il giocatore che sta tenendo in piedi l’attacco del Bologna. Da solo, contro i pregiudizi. Da falso nove contro la
Roma aveva giocato così così, un ruolo magari non inedito nel suo cv ma certamente arrugginito. Contro l’Atalanta aveva corso, si era fatto in quattro, e tanto così gli era mancato per fare gol. Motta se n'era accorto, e infatti lo aveva spronato in settimana. «Che posso dire - aveva alzato le spalle l’allenatore - a Sansone manca solo il gol». L'attaccante lo ha segnato a Udine, e ora l’impressione è che Nicola a Bologna ci resterà ancora un pezzo. Con la rete ai bianconeri ha toccato quota 50 gol tra Liga (dove ha giocato con il Villarrel) e Serie A. «È un bel traguardo, mi dispiace perché potevo farne di più ma sono pronto a segnarne ancora tanti altri».
INERZIA. Suona come una minaccia. Sì, ma per le difese avversarie. Perché il compito di Sansone, a questo punto della storia rossoblù, non sembra ancora finito. Arnautovic tornerà e si riprenderà il suo posto di prima punta d'acciaio. Ma quel giocatore esterno, quell’attaccante sinistro che il Bologna stava cercando, con un Sansone così a che servirebbe? Lui fa spallucce, resta umile. «Penso solo a lavorare, a farmi trovare pronto», ha detto ancora dopo la partita di Udine. Troppo esperto, Nicola, per non sapere che è vero. Arrivato a 31 anni, con 238 gare in A, 53 in Liga; dopo aver girato cinque club (compreso il Bayern Monaco, dove è cresciuto), Sansone sa come gira il mondo. E il calcio. Udine ne è la prova certa. «È una vittoria che volevamo fortemente. L’abbiamo cercata e ottenuta. Eravamo consapevoli di essere su un campo difficile, dove il Bologna non vinceva da tanto tempo. Sapevamo che sarebbe stata una partita tosta, ma anche dopo lo svantaggio eravamo certi di poter invertire l’inerzia». Inerzia o destino, cambia poco. Tanto Sansone sa sempre come fare.
«Con domenica ho realizzato 50 gol, Liga compresa Sono orgoglioso»