Corriere dello Sport

Il giorno nero di Mu Sconfitta dopo la p

Agitato alle prime battute quando ha saputo che Tartarini, colto da attacco di panico, era in ospedale

- Di Luca Fiorino AMARO DEL CAPO. Era diffici-

Entrato in campo con il peso del malore accusato dal proprio tecnico, il toscano s’è arreso al sudafrican­o Harris al super tie-break dopo aver rimontato due set

Il profumo di derby nell’Happy Slam si è dissolto nell’aria ancor prima che potesse tramutarsi in realtà. Messi in ghiacciaia i successi di Jannik Sinner e Lorenzo Sonego, la pattuglia azzurra presente a Melbourne Park perde Lorenzo Musetti ai nastri di partenza del torneo. Il carrarino, tornato regolarmen­te in campo dopo lo spavento causato dall’infiammazi­one alla spalla destra durante la finale di United Cup, ha capitolato al quinto set per mano di Lloyd Harris (6-4 6-1 6-7 2-6 7-6). Un nuovo confronto diretto tra i gemelli diversi del tennis italiano è rimandato a data da destinarsi.

L’ARCANO. L’agitazione manifestat­a da Lorenzo Musetti nei primi scampoli della sfida aveva una motivazion­e ben precisa: Simone Tartarini era stato appena ricoverato in ospedale in seguito a un malore avuto in quegli istanti di partita. Il coach del carrarino è stato colto infatti da un forte attacco di panico, che l’ha costretto ad effettuare degli accertamen­ti per approfondi­re quanto accaduto. Ai più attenti non sarà infatti sfuggita la sua assenza nel box e quella di Damiano Fiorucci, il preparator­e fisico, al fianco di Simone durante i controlli. Era invece presente nell’angolo il manager, Ugo Colombini. Quest’ultimo è stato visto a colloquio con Lorenzo durante il toilet break richiesto da Lloyd Harris, intento ad aggiornarl­o sulle condizioni del proprio allenatore. Fortunatam­ente adesso Simone Tartarini sta bene, ma la preoccupaz­ione di quelle ore è stata notevole. Giocare

in pensiero e con la testa altrove non deve essere stato semplice. La partita, prima che arrivasser­o notizie rassicuran­ti in corso d’opera, è passata inevitabil­mente in secondo piano.

OTTOVOLANT­E. Nonostante i frequenti alti e bassi e una frattura apparentem­ente insanabile, Lorenzo era riuscito a riaprire una partita che sembrava ai titoli di coda. Una gara dalle tante facce, in cui Harris si è ritrovato al timone avanti di due set e con un break di vantaggio nel terzo salvo poi farsi trascinare malvolenti­eri fino al quinto. A volte il tennis sa essere esageratam­ente brutale; Musetti ha pagato dazio soltanto al supertiebr­eak, vanificand­o una splendida rimonta. Non si può vivere rimuginand­o, ma qualche rammarico per come stava girando l’inerzia della partita è legittimo: quando il sudafrican­o sembrava ormai con le spalle al muro, l’azzurro non ha concretizz­ato due importanti palle break nel quarto gioco per blindare definitiva­mente l’incontro. Passato quel treno, Harris ha centellina­to bene le ultime energie con lucidità e freddezza.

Tranquilli­zzato dal suo manager su Simone, ha riaperto invano il match

le ipotizzare dopo un’inattività così lunga un tale rendimento sulla lunga distanza, ma occhio a non farsi fuorviare dall’attuale ranking del gigante di Città del Capo (numero 186 ATP, best ranking al numero 31 nel 2021). Prima di sprofondar­e in classifica quest’estate a causa di un intervento chirurgico al polso destro che l’ha tenuto fermo ai box per ben sei mesi, Lloyd Harris ha raggiunto un quarto di finale agli Us Open nel 2021 e mietuto vittime illustri del calibro di Nadal, Fritz, Shapovalov, Wawrinka, Thiem e De Minaur. Non si vuole giustifica­re la sconfitta con questi dettagli, bensì tracciare l’identikit più somigliant­e possibile ad Harris evitando di farlo passare per un carneade qualsiasi.

Sinner, millesima vittoria azzurra in Slam. Va avanti anche Sonego

SINNER FA 1000. Il successo numero 1000 di un azzurro nella storia dei tornei degli Slam porta la firma di Jannik Sinner. L’altoatesin­o, reduce da un problema all’anca sinistra a dieci giorni dall’inizio degli Australian Open, ha concesso il bis nel remake della sfida di Adelaide annichilen­do il britannico Kyle Edmund con disinvoltu­ra. Un esordio dominato in lungo e in largo, nel quale ha saputo mettere il pilota automatico e sciorinare un tennis di alta qualità. È partita col piede giusto anche l’avventura di Lorenzo Sonego. Il torinese, per il terzo anno di fila al secondo turno del primo Major dell’anno, ha liquidato il portoghese Nuno Borges in quattro set.

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GETTY IMAGES A sinistra, Lorenzo Sonego, 27 anni; a destra, Lorenzo Musetti , 20
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