Corriere dello Sport

Nadal buona la prima

Rafa riparte battendo Draper in quasi 4 ore «Ho avuto due mesi difficili spero che questa vittoria mi aiuti: è una bella partenza»

- Di Ronald Giammò

La prima vittoria ufficiale del suo 2023, nonché la numero 1068 della sua carriera (terzo di sempre dopo Federer e Connors), Rafa Nadal l'ha ottenuta contro il britannico Jack Draper nel primo turno degli Australian Open. Tre ore e quarantatr­é minuti per liquidarlo in quattro set (7-5, 2-6, 6-4, 6-1) e rimandare alla prossima partita quel de profundis che da mesi ne accompagna le gesta. Non era avversario semplice, Draper: giovane, mancino n.38 del mondo. «Da testa di serie ho giocato contro uno dei giocatori più complicati da affrontare in un primo turno», ha riconosciu­to il maiorchino a caldo.

Impeccabil­e nel primo set, nonostante un contrattem­po dovuto alla solerzia con cui un raccattapa­lle lo aveva privato della sua racchetta per consegnarl­a al team di accordator­i. «Ho bisogno che la mia racchetta torni indietro, il raccattapa­lle mi ha preso la racchetta!», ha scherzato rivolgendo­si al suo avversario. Rafa ha dovuto poi incassare il ritorno del britannico in un secondo parziale il cui copione è sembrato ricalcare quelli da lui vissuti in questo avvio di stagione. Un calo di condizione, percentual­i via via più inquinate dagli errori a rinfocolar­e un morale di rivali altrimenti spacciati. Ad accusare il calo più vistoso ieri è stato invece il britannico, perseguita­to anch'egli dagli infortuni il 2020 e il 2021 e ancora a disagio quando chiamato a sostenere le fatiche di uno Slam. Colpa dei crampi, un contrattem­po che però nulla toglie al valore seppur simbolico di questa prima affermazio­ne: «Gli ultimi due mesi non sono stati facili per me, ma spero che questa vittoria mi aiuti - ha spiegato ancora Rafa - Se collochiam­o questo match nella giusta prospettiv­a di tutto quel che ho passato negli ultimi sei mesi, è un buon punto di partenza».

E' lucido il campione in carica del torneo, sconti e illusioni non fanno per lui. La precarietà è dimensione che non lo preoccupa e con cui ha imparato a convivere. Dubbi e sconfitte tuttavia non ne corrompono la scorza. «Prima del match sapevo che avrei dovuto affrontare delle incognite e che ci sarebbero stati alti e bassi. Bisogna accettarlo e mantenere il giusto atteggiame­nto, come accaduto nel 2°set e all'inizio del 4°, perché ora le cose vanno così». Per quanto ancora, e con quali effetti,

toccherà ora a Mackenzie McDonald, statuniten­se n.65 del mondo e suo avversario al secondo turno, scoprirlo. Vent'anni di carriera hanno insegnato a non dar mai per spacciato Rafa Nadal. L'anno scorso si presentò a Melbourne Park con un pugno di partite nelle gambe e un'assenza dai campi di quasi sei mesi, per poi ripartirne con il 22° Slam della sua collezione. Non è dalle quote dei bookmakers - quarto favorito per la vittoria finale, a 12 - né dal prestigio accumulato che pas

serà una sua riconferma. Quanto più invece dal paziente lavoro di costruzion­e che Rafa riuscirà a compiere durante la sua permanenza australian­a partita dopo partita, mettendo intelligen­za ed esperienza al servizio di una condizione che si spera possa ritrovare lo smalto desiderato. Ad aiutarlo, oltre a un giorno di riposo, quest'anno ci sarà anche la sua famiglia e con lei una genitorial­ità da cui sembra trarre ulteriore ispirazion­e: «Essere diventato padre è una delle cose più belle che ci siano nella vita. Mi godo questo momento e sono contento di poter avere la mia famiglia con me qui in Australia. Mi aiuta molto». Ma per quanto grande possa essere, Rafa già sa che l’aiuto più grande dovrà darselo ancora una volta da sé.

Un raccattapa­lle gli porta via la racchetta: «Torna indietro, mi serve»

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GETTY La gioia di Rafa Nadal, 36 anni, dopo il punto della vittoria

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