Corriere dello Sport

NAPOLI MAGNETICO

Kvara e Osi sono le stelle più luminose di un gruppo che continua ad annichilir­e gli avversari Lobotka collante delle due fasi Mario Rui e Di Lorenzo: cavalcate impetuose Ennesima dimostrazi­one di potenza fisica e tecnica degli azzurri Lo Spezia regge sol

- Di Antonio Giordano INVIATO A LA SPEZIA

Ein assenza della poesia, si va di prosa: sistemando­si sul greto d’un fiume, tra ciottoli e ghiaia, e aspettando che arrivi l’ispirazion­e, un colpo di vento, un aiuto dagli dei, la depression­e più cupa di chi non ce la fa più a sfidare il destino oppure poi la Bellezza più asfissiant­e che sta nella magia divina d’una coppia nata per vivere assieme. Quando Spezia-Napoli è un insospetta­bile groviglio d’idee, un caos organizzat­o (da Gotti) per provare a togliere l’aria a quel modello di calcio da esportazio­ne, la sintesi d‘un capolavoro da 53 punti che spinge ad allungare ulteriorme­nte le mani sullo scudetto (si può dire, eh!) sta nell’espression­e ruvida o regale di quel Napoli che Spalletti ha costruito con varie anime e che da una partita sporca e persino perfida ne esce con la sua inimitabil­e allegria, con la percezione d’aver aggiunto altra materia grigia alla propria natura e la certezza che Kvaratskhe­lia più Osimhen siano nati per fondersi tra le stelle.

POTENTE.

Il Napoli è uno e pare trino, se ne sta per 45' in quella sfida che viene soffocata con il pressing che lo Spezia sfrutta per strappare le idee, rimane ingabbiato in una metà campo che non ha profondità, per un po' offre la sensazione di subire (5': Agudelo alto; 20': Verdi fuori), però poi distribuit­e le energie negli spazi e impossessa­tosi di se stesso, di un Lobotka cerebrale, allarga i propri orizzonti e procede secondo istinto. Lo Spezia crolla fisicament­e e mentalment­e, viene demolito per stanchezza e dopo aver resistito 46' andando al di là delle proprie umane possibilit­à, vacilla ripetutame­nte tra Caldara e Amian, il centro-destra difensivo, saccheggia­to da Kvara e Osimhen, poi si ritrova a boccheggia­re nel mezzo con l’esplosione di Anguissa e le sovrapposi­zione di Di Lorenzo e Mario Rui, che aggiungono palleggio mica densità. È una partita d’atletismo, di tecnica, di strategia della pressione che Reca, il più vivo dello Spezia, (1' st) non regge quando «sentendo» Politano alle proprie spalle - lascia che il pallone gli si adagi su un braccio e mandi Kvara sul dischetto per l’1-0.

STRIZZACER­VELLI. Il Napoli si è già cambiato, pur rimanendo se stesso, ha ovviamente afferrato il copione, che stavolta viene declamato con fisicità, e ha orientato un’altra sfida, piena della sua autorità, di una (pre) potenza che appartiene alla personalit­à e anche al talento capace di disorienta­re Dragowski, Caldara e quel che rimane delle fragilità dello Spezia, travolto della incertezze della difesa e dalla esuberanza di Kvara e Osi. È una rappresent­azione monotemati­ca, lo Spezia si è sciolto nell'acido lattico mentre Spalletti ha visto germogliar­e una squadra incapace di adagiarsi sul vissuto: titic, titoc, con ritmi che paiono accessibil­i ma non lo sono perché è impossibil­e sporcare le linee di passaggio di Lobotka,

il collante delle due fasi che poi diventano materia degli esterni o di quel diavolo di Osimhen che (17') si stupisce dinnanzi a Di Bello che gli cancella un gol. Il Napoli potrebbe far da solo, come in questi mesi, ma alle carinerie non ci si sottrae e per godersi (quasi) in pantofole la sua ennesima, travolgent­e esibizione, prende quello che Dragowski concede uscendo a vuoto allo stacco da Nba di Osimhen; e quello che poi Caldara - in evidente stato confusiona­le - regala a Kvara affinché consenta al socio, un nigeriano che ha il senso degli affari, di andare incontro al delirio e di perdersi lungo la via Lattea ch’è un sogno da accarezzar­e lentamente. Quanto manca?

zo, poi alto a sinistra nel tridente. Sa fare tutto.

Lozano 6 Un po’ insiste, un po’ si irrita, e quindi il giallo diventa un rischio da evitare.

Politano (1’ st) 6 Per «colpa» sua, Reca si ingolfa e dà fuori di mano. Ma c’è, e pure con una certa ferocia. Osimhen 8 Va oltre la papera di Dragowsky, come un LeBron, praticamen­te in cielo o tra le stelle. Ringrazia Kvara, che lo invita alla doppietta, e comunque si chiede perché gli abbiano annullato un gol. Simeone (37’ st) sv Vabbè, mica può segnare sempre. Kvaratskhe­lia 8 E’ sole e aria, è acqua e luce, un calcio del quale si è costretti ad innamorars­i. Per 45’ scappa a chiunque. L’assist per Osi è da filantropo.

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MOSCA L’esultanza del Napoli: da sinistra Raspadori, Di Lorenzo Elmas e Kvara

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