NAPOLI MAGNETICO
Kvara e Osi sono le stelle più luminose di un gruppo che continua ad annichilire gli avversari Lobotka collante delle due fasi Mario Rui e Di Lorenzo: cavalcate impetuose Ennesima dimostrazione di potenza fisica e tecnica degli azzurri Lo Spezia regge sol
Ein assenza della poesia, si va di prosa: sistemandosi sul greto d’un fiume, tra ciottoli e ghiaia, e aspettando che arrivi l’ispirazione, un colpo di vento, un aiuto dagli dei, la depressione più cupa di chi non ce la fa più a sfidare il destino oppure poi la Bellezza più asfissiante che sta nella magia divina d’una coppia nata per vivere assieme. Quando Spezia-Napoli è un insospettabile groviglio d’idee, un caos organizzato (da Gotti) per provare a togliere l’aria a quel modello di calcio da esportazione, la sintesi d‘un capolavoro da 53 punti che spinge ad allungare ulteriormente le mani sullo scudetto (si può dire, eh!) sta nell’espressione ruvida o regale di quel Napoli che Spalletti ha costruito con varie anime e che da una partita sporca e persino perfida ne esce con la sua inimitabile allegria, con la percezione d’aver aggiunto altra materia grigia alla propria natura e la certezza che Kvaratskhelia più Osimhen siano nati per fondersi tra le stelle.
POTENTE.
Il Napoli è uno e pare trino, se ne sta per 45' in quella sfida che viene soffocata con il pressing che lo Spezia sfrutta per strappare le idee, rimane ingabbiato in una metà campo che non ha profondità, per un po' offre la sensazione di subire (5': Agudelo alto; 20': Verdi fuori), però poi distribuite le energie negli spazi e impossessatosi di se stesso, di un Lobotka cerebrale, allarga i propri orizzonti e procede secondo istinto. Lo Spezia crolla fisicamente e mentalmente, viene demolito per stanchezza e dopo aver resistito 46' andando al di là delle proprie umane possibilità, vacilla ripetutamente tra Caldara e Amian, il centro-destra difensivo, saccheggiato da Kvara e Osimhen, poi si ritrova a boccheggiare nel mezzo con l’esplosione di Anguissa e le sovrapposizione di Di Lorenzo e Mario Rui, che aggiungono palleggio mica densità. È una partita d’atletismo, di tecnica, di strategia della pressione che Reca, il più vivo dello Spezia, (1' st) non regge quando «sentendo» Politano alle proprie spalle - lascia che il pallone gli si adagi su un braccio e mandi Kvara sul dischetto per l’1-0.
STRIZZACERVELLI. Il Napoli si è già cambiato, pur rimanendo se stesso, ha ovviamente afferrato il copione, che stavolta viene declamato con fisicità, e ha orientato un’altra sfida, piena della sua autorità, di una (pre) potenza che appartiene alla personalità e anche al talento capace di disorientare Dragowski, Caldara e quel che rimane delle fragilità dello Spezia, travolto della incertezze della difesa e dalla esuberanza di Kvara e Osi. È una rappresentazione monotematica, lo Spezia si è sciolto nell'acido lattico mentre Spalletti ha visto germogliare una squadra incapace di adagiarsi sul vissuto: titic, titoc, con ritmi che paiono accessibili ma non lo sono perché è impossibile sporcare le linee di passaggio di Lobotka,
il collante delle due fasi che poi diventano materia degli esterni o di quel diavolo di Osimhen che (17') si stupisce dinnanzi a Di Bello che gli cancella un gol. Il Napoli potrebbe far da solo, come in questi mesi, ma alle carinerie non ci si sottrae e per godersi (quasi) in pantofole la sua ennesima, travolgente esibizione, prende quello che Dragowski concede uscendo a vuoto allo stacco da Nba di Osimhen; e quello che poi Caldara - in evidente stato confusionale - regala a Kvara affinché consenta al socio, un nigeriano che ha il senso degli affari, di andare incontro al delirio e di perdersi lungo la via Lattea ch’è un sogno da accarezzare lentamente. Quanto manca?
zo, poi alto a sinistra nel tridente. Sa fare tutto.
Lozano 6 Un po’ insiste, un po’ si irrita, e quindi il giallo diventa un rischio da evitare.
Politano (1’ st) 6 Per «colpa» sua, Reca si ingolfa e dà fuori di mano. Ma c’è, e pure con una certa ferocia. Osimhen 8 Va oltre la papera di Dragowsky, come un LeBron, praticamente in cielo o tra le stelle. Ringrazia Kvara, che lo invita alla doppietta, e comunque si chiede perché gli abbiano annullato un gol. Simeone (37’ st) sv Vabbè, mica può segnare sempre. Kvaratskhelia 8 E’ sole e aria, è acqua e luce, un calcio del quale si è costretti ad innamorarsi. Per 45’ scappa a chiunque. L’assist per Osi è da filantropo.