Corriere dello Sport

Lina, allungagli ‘sto contratto

- Di Ivan Zazzaroni

Lina, allungagli ‘sto contratto! La Roma non può perdere José Mourinho, te lo chiedono, lo pretendono i sessantase­ttemila (fissi ormai) dell’Olimpico che hanno vissuto una serata da fantascien­za. Hanno visto la loro squadra dare il fritto, spremersi fino all’ultima riserva di energia, qualificar­si, uscire dalla coppa, passare di nuovo, battere anche la sfortuna e legittimar­e un successo che profuma di trionfo. Stanno ancora cantando, li senti?

Mourinho non ha sbagliato nulla: la formazione iniziale, la migliore per l’occasione; i cambi, quelli giusti e al momento giusto. La strategia, superba. La squadra l’ha seguito con un’attenzione quasi commovente, sostenuta da Matic (prestazion­e pazzesca), Smalling e Pellegrini.

A scombinare i piani iniziali è intervenut­o l’infortunio muscolare di Wijnaldum, che ha costretto Cristante ad abbandonar­e la trequarti. Un altro infortunio, sull’1-0, quello di Smalling, ha privato la squadra del suo principale scudo protettivo: un’uscita che la Roma ha subito pagato.

Dybala al 60% ha riportato in vita la squadra quando tutto sembrava perduto e, nei supplement­ari, il ventinoves­imo palo stagionale (di Ibanez) ha procurato pensieri brutti. Che Pellegrini ha scacciato.

A questo punto credo sia opportuno - di più, necessario - rimettere le cose al posto giusto, soffermand­osi su due assunti: Mourinho non migliora i giocatori e la Roma ha una grande rosa.

Demolendo facilmente il secondo, si sotterra anche il primo. Cominciamo dal portiere, Rui Patricio, 35 anni: preso a 33 dal Wolverhamp­ton, da tempo non è più il numero uno del Portogallo. I centrali Mancini e Ibanez sono dismission­i dell’Atalanta: il primo, un leone, ha 9 presenze in Nazionale, il secondo è entrato a far parte della Seleçao grazie alla crescita registrata sotto Mou. Smalling, 33, è uno scarto del Manchester United, ma oggi è tra i difensori di maggior rendimento della serie A: a ottobre si parlò di un suo possibile ritorno in nazionale. Zalewski è un’invenzione dello Special; Spinazzola, dopo una favolosa partenza nell’Europeo poi vinto da Mancini, ha conosciuto solo infortuni e rientri e sta inseguendo un’accettabil­e continuità. Llorente giocava poco nel Leeds, Matic va per i 35 e nelle ultime stagioni allo United ha frequentat­o più panchine che terreni di gioco. Oggi è addirittur­a miracoloso. Cristante nella Roma di José ha trovato le certezze che inseguiva. Wijnaldum è stato prestato dal

Psg dopo una sola stagione e si è subito rotto: nelle ultime tre uscite ha mostrato progressi confortant­i, ora l’ennesimo stop. Pellegrini ha vissuto una stagione tormentata da problemi fisici, ma è finalmente tornato irrinuncia­bile. Dybala l’estate scorsa è stato mollato dalla Juve, preso per i fondelli dall’Inter e si è ritrovato improvvisa­mente senza squadra poiché accompagna­to da discorsi su una presunta fragilità muscolare. Soltanto Mourinho ha creduto nel suo talento. Abraham era una riserva del Chelsea e dopo i 27 gol della prima stagione ha conosciuto un sorprenden­te calo, tanto nella condizione generale quanto nella produttivi­tà. Conclusa l’avventura al Toro, Belotti si allenava da solo a Palermo. Solbakken sta imparando il calcio italiano e El Shaarawy, rientrato dalla Cina, è stato riportato a livelli eccellenti. Volpato, Bove, Tahirovic e Felix, ora alla Cremonese, sono regali fatti da Mou alla società, nuovi valori: il Sassuolo, sviluppato­re di talenti, per i primi due è disposto a spendere.

Tutti i giocatori che ho elencato hanno capito per primi il grande allenatore, l’uomo, la guida, mostrando una disponibil­ità che deve far riflettere chi rischia di perderlo.

Provo a chiarire quello che è successo ieri. Il Collegio di Garanzia del Coni ha confermato la colpevolez­za della Juventus (le inibizioni di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene risultano definitive: conservo molti dubbi sulle eventuali responsabi­lità di quest’ultimo) stabilendo tuttavia che i 15 punti di penalizzaz­ione sono scarsament­e motivati.

L’impianto accusatori­o del procurator­e Chiné ha così retto nella sostanza e nella forma. Il rinvio alla Corte d’appello federale servirà a ridetermin­are - attraverso un altro processo - la quantità di punti da togliere ai bianconeri.

La questione dei tempi divide gli esperti: c’è chi sostiene che entro fine maggio si conoscerà l’esito del processo e chi, sbagliando, parla di penalizzaz­ione da scontare la prossima stagione.

Nel processo di rinvio Chiné dovrà quindi richiedere la nuova sanzione di natura afflittiva al momento del dibattimen­to. Un esempio, se in quella data la quinta in classifica, quindi prima non qualificat­a, dovesse essere sotto di 7 punti (la consideria­mo tra le prime quattro), la Juve verrebbe penalizzat­a di 8. Altro ricorso e altro appello.

Sono curioso di verificare cosa accadrà agli altri club sotto osservazio­ne da parte di sei procure.

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