Traversa troppo bassa: il Grosseto vince a tavolino
I giocatori della Sangiovannese scavano perché la porta è bassa
Svolta nel “traverse-gate”, il caso che da settimane teneva il mondo dei dilettanti con il fiato sospeso. «Un precedente pericoloso per la giustizia sportiva». Così Giovanni Lamioni, patron del Grosseto, aveva definito la partita di Serie D in casa della Sangiovannese che l’arbitro Gaggiari ha fatto giocare, lo scorso 15 marzo, nonostante le porte fossero più basse di 10 centimetri. La società di San Giovanni Valdarno aveva tentato disperatamente di rimediare, chiamando a raccolta giocatori e dirigenti nel pre-gara per scavare una trincea lungo l’intera linea di porta e fare in modo che la fettuccia segnasse la misura esatta: 2 metri e 44 centimetri. La buca artigianale, evidentemente, ha convinto l’arbitro. I portieri hanno giocato con la paura di finire dentro la fossetta, ci sono stati tre rigori (dove gli stessi portieri non avranno potuto tenere almeno un piede sulla linea), il pallone per fortuna non si è mai fermato nella zona incriminata e il derby toscano è terminato 1-1. Tutto ok per il direttore di gara, ma non per la sezione III della Corte Sportiva d’Appello presieduta da Leozappa, che ieri ha sconfessato il referto arbitrale e pure il giudice sportivo che aveva omologato il risultato. E dunque i biancorossi, difesi dall’avvocato Grassani, hanno ottenuto ciò che chiedevano, ossia il 3-0 a tavolino.
Con questa “vittoria” il Grosseto sale a 36 punti e fa un passo oltre la zona playout, mentre la Sangiovannese scende da 40 a 39. Non è ancora chiaro se il club che fu allenato in passato anche da Sarri farà ricorso. Secondo il Grosseto, viceversa, il successo ristabilisce credibilità al sistema, anche se resta un dubbio che nessuno potrà mai chiarire: se la Sangiovannese avesse giocato con le porte più basse tutte le gare precedenti, che ne sarebbe della regolarità del torneo? Nessuno se ne è mai accorto e dunque fatti caduti “in prescrizione”. «Giustizia è stata fatta - ha esultato Lamioni - una squadra aveva 45 minuti di tempo per regolare le porte e ha risolto il problema scavando una buca. Diciamo che questa storia gridava vendetta e così è stato scongiurato il far west delle regole». «Era una situazione kafkiana - ha aggiunto l’avvocato Grassani - nemmeno in una gara tra scapoli e ammogliati avrei collocato quelle scene e quei comportamenti». Durante l’udienza il legale ha portato un esempio: «Se la parte emersa fosse stata di un metro, sarebbe stato necessario scavare una voragine di un metro e 44, vi pare normale?».