Pirro ritrova la sua McLaren
Guiderà l’Accademia dei piloti
Tornare alla McLaren e ricominciare una storia, 35 anni dopo: capita a Emanuele Pirro, esperienza e cultura come pochi nel motorsport. Il pilota romano con il team di Woking aveva nel 1988 un ruolo fondamentale ma poco visibile: mentre Ayrton Senna e Alain Prost se le davano nel Mondiale con la mitica MP4/4, lui in Giappone macinava chilometri per la Honda sulla pista di Suzuka. Non combinò granché nel Mondiale tra il 1989 e il 1991, ma esplose in tutt’altro contesto, cogliendo cinque vittorie a Le Mans con l’Audi, fisso sul podio per nove anni consecutivi dal 1999 al 2007.
Ora Zak Brown gli affida la rifondazione dell’accademia piloti, con una specificità nel ruolo di talent scout e selezionatore. Pirro, ovviamente, lascerà il ruolo di steward FIA ricoperto in alcuni GP del Mondiale. «Grande emozione tornare alla McLaren che ha avuto un ruolo cruciale nella mia carriera ed è, per storia, seconda solo alla Ferrari - ha detto Pirro - Un pezzo del mio cuore era sempre rimato lì a Woking, per la grande esperienza umana e professionale vissuta. Lavorare per Senna e Prost, confrontarmi con loro, ha costituito un grandissimo arricchimento. E oggi amo farlo con i giovani piloti, aiutandoli a crescere e migliorare». Pirro peraltro è in un rapporto molto stretto con Andrea Stella: «Lui è molto vicino a ciò che vorrei essere se fossi un team principal, poche parole e molti fatti».
L’accademia McLaren conta oggi tre elementi, di cui due con ambizioni di accedere nel breve-medio termine in F1: lo spagnolo Alex Palou, vincitore IndyCar nel 2021 e attualmente pilota di riserva in F1, Pato O’Ward impegnato in Indycar, ai quali si aggiunge il giovane statunitense (con padre italiano) Ugo Ugochukwu.
Anche i figli di Pirro, entrambi ingegnere meccanico, operano nel motorsport: Cristoforo è performance engineer all’Alfa Sauber con Guanyu Zhou, Goffredo presso il Prema Powerteam in F4, e proprio con Ugochukwu.