Corriere dello Sport

«Non mi pesa prendere un tiro importante: ora sono tutte finali»

Dopo la tripla decisiva sulla sirena contro Chieti, Giachetti è sempre più leader della Stella Azzurra

- Di Fabrizio Fabbri

Quarant’anni e non sentirli. Facile se si ha dentro il sacro fuoco che brucia oggi come quando sul suo viso cresceva, da giovincell­o, appena un filino di barba. «La passione per il basket – racconta Jacopo Giachetti, playmaker della Stella Azzurra, 40 anni da compiere il prossimo 7 dicembre – è il mio filtro dell’eterna giovinezza. Smetterò quando non avrò più voglia di prendere la borsa e correre ad allenarmi. E non è certo questo il momento». Che abbia una gran voglia lo si vede in campo. E lo sa Chieti, spedita all’inferno nell’ultimo turno del girone salvezza da una tripla nel finale dell’esterno toscano. «Quante partite avevamo perso a ridosso della sirena? Un mucchio. A Chieti abbiamo invertito la tendenza. Non mi pesa prendere un tiro importante. Il brivido, ed i rischi, sono gli stessi di quando ero juniores. È entrato ed ora siamo in testa, anche se in coabitazio­ne, al gironcino per la salvezza. Fa sorridere, dopo la prima giornata avevamo perso a San Severo e sentivo dire: la Stella è la prima retrocessa. Un giudizio che abbiamo ricacciato indietro vincendo due partite di fila». E così sabato in casa, anche se ancora a Guidonia alle porte di Roma,

Giachetti, playmaker della Stella contro Ravenna la squadra allenata da Bechi potrebbe fare un passo in avanti decisivo. «A Ravenna ho giocato, lì conservo ancora tanti amici – dice Giachetti – e non sento la sfida con particolar­e emozione, il peso è nei due punti. Qui sono tutte finali e non possiamo permetterc­i un passo falso. Lo ripeto ai ragazzi, specie ai più giovani, che questo è il momento della verità dove il pallone pesa un quintale e non bisogna montarsi la testa». I giovani della Stella, quelli di cui Giachetti parla, crescono. «E anche molto bene. Rispetto all’inizio della stagione siamo un’altra squadra. Un po’ perché abbiamo cambiato fisionomia, ma molto perché i ragazzini hanno fatto un deciso passo in avanti a livello mentale, tecnico e tattico. È bello allenarsi con un gruppo così e vedere qualche piccolino delle giovanili della Stella che ti guarda con occhi pieni di speranza. Il ruolo che mi hanno cucito addosso mi piace. Essere esempio è una cosa che ti dà una forza pazzesca». E tanti saranno sabato in tribuna a tifare per lui e Stella Azzurra. «Vivere e trasmetter­e emozioni fa parte dell’essere giocatore di basket. Vogliamo sentire il calore della gente sabato e caricarci ancora di più. Per Ravenna è un vero incrocio decisivo per il futuro e arriverann­o con il coltello tra i denti. Ci aspetta una battaglia dove bisognerà mettere da parte le giocate per lo spettacolo e pensare ad essere il più risoluti possibile. Niente tabelle o conti. Serve vivere ogni partita come se fosse una finale di Coppa del Mondo e solo dopo il suono della sirena guardare la classifica. Serve arrivare in porto, attraccare al molo della salvezza e poi magari pensare al futuro. Che mi vedrà ancora in campo. Perché dentro ho lo spirito di un fanciullo».

 ?? ?? LNP FOTO/STELLA AZZURRA ROMA/
LNP FOTO/STELLA AZZURRA ROMA/
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy