Corriere dello Sport

OUI, LA JUVE DI RABIOT

Fa tutto il francese: trova il gol e poi commette il fallo di rigore che permette allo Sporting di tornare in partita. Però i bianconeri resistono

- di Marco Evangelist­i INVIATO A LISBONA

Improvvisa­mente la bella stagione per la Juventus. In qualche modo, trattenend­o il respiro fino all’ultimo fondo del recupero, con la testa un pezzo a Roma, dove si decidevano i destini regolament­ari del campionato, un pezzo in questo stadio dello Sporting fatto a montagne russe, a pilastri di cemento, a piastrelle variopinte. E carico di gente che neppure un istante ha smesso di esibirsi per la propria squadra, sulla melodia di My way o sui vocalizzi da stornello locale.

Va in semifinale con il Siviglia, tutto sommato, la squadra più solida, più completa, forse meno incantata, ma chi aveva voglia poi di incantarsi in questo finale di stagione in cui conta solo andare avanti e senza voltarsi un istante se non s’intende restarci di pietra. Infatti tutto ciò che chiedeva Allegri era portare la discussion­e sul pianerotto­lo degli avversari, per non essere asfissiato dalle ondate portoghesi, abituati ad attaccare a commando. E lo ha fatto con un 4-3-3 dei suoi, ordinato, allineato, con ogni cosa al suo posto. E con Chiesa disciplina­to nel risalire a ritroso la fascia, fingendo di non sentire ginocchiat­e e suolate. E con Di Maria deciso nel pressare alto, tanto da guadagnars­i subito una prima occasione di rimpallo. Tutto sembrava funzionare. Nove minuti e Rabiot si arrotolava in area dopo un corner su cui la Juve aveva portato in area tutto il suo fisico e Alex Sandro e Danilo avevano messo le sponde.

Come fosse facile. Ma Amorim ha impiegato un attimo a invertire la ali, in maniera da fornire il supporto di Gonçalves a Nuno Santos (che ha cominciato a girare intorno a Cuadrado) sulla sinistra e da offrire spazi dall’altra parte a Trincao. Il quale, altri nove minuti più tardi, si è trincato Alex Sandro e ha messo in mezzo un pallone prima deviato sul palo da Danilo e poi capitato tra i piedi di Ugarte. Rabiot non si sarebbe fermato neppure con i freni al carbonio: rigore infilato da Edwards e ripartiamo da dove eravamo rimasti.

Cioè, purtroppo, dallo Sporting che ha preso a fare le onde di cui è specialist­a. Ugarte strappava l’erba intorno a Rabiot e tirava alto di un dito, Diomende staccava in area e lambiva il palo sinistro di Szczesny. Alla Juve non restavano che i calci d’angolo per fare la sua parte in commedia e un paio di volte alla difesa di Amorim mancava il respiro, mentre ai bianconeri mancava la mira.

Bravo Allegri nel secondo tempo a non adagiarsi sul flusso delle cose. A sbrigliare Alex Sandro, a riportare Miretti a destra e Rabiot a sinistra, insomma a rimestare la Juve in modi imprevedib­ili e aggressivi. Molto meno bravo Vlahovic a ingoiare due occasioni in un minuto, una di testa su cross a dire il vero un po’ alto di Cuadrado, una di piede su appoggio docile di Miretti. Mentre i portoghesi, troppo frenetici, finivano per tirarsi addosso. A renderli pericolosi ci voleva giusto qualche buco, e Danilo ci ha provato un paio di volte fino a lasciare l’ l’occasione di platino a Esgaio, che la scagliava in cielo. Ci voleva Cuadrado che si è lasciato superare da Edwards - non che sia difficile, l’inglese è una piccola ira di Dio - lasciando Coates tranquillo e libero di andare a letto con un monte di rimpianti in gola. O Kostic che ha tentato di farsi dare un rigore contro, sempre con Edwards di mezzo. Ma la Juve è questa, prendere o lasciare. Le piace attaccare poco meno di quanto le piaccia difendersi. E intanto, a poco a poco, minuto per minuto, ricostruis­ce Pogba, che in quarto d’ora ha lavorato un paio di azioni interessan­ti. Allegri avanza, la Juve nove anni dopo va in semifinale di Europa League e ai fan portoghesi non resta che cantare. ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gara di sacrificio per la squadra di Allegri che alla fine conquista il pass per la semifinale

 ?? ?? L’urlo di Adrien Rabiot che ha trovato il gol in avvio di gara e ha così blindato il passaggio del turno
L’urlo di Adrien Rabiot che ha trovato il gol in avvio di gara e ha così blindato il passaggio del turno

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