Corriere dello Sport

Juve, c’è una strategia Abodi: «Ora la riforma»

La procura Figc ripartireb­be da -9 I legali insistono sul modello 231 Il ministro: «Giustizia da rivedere»

- Di Giorgio Marota

Con quattro dirigenti apicali condannati in via definitiva dalla giustizia sportiva sulla base dell’articolo 4 - «lealtà, probità e correttezz­a» - come potrà la Juventus salvarsi da un’altra penalizzaz­ione? È questa la domanda che in molti si fanno dopo aver letto il dispositiv­o del Collegio di Garanzia che ha restituito momentanea­mente i 15 punti, scrivendo però la parola fine sulle situazioni di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene. In attesa delle motivazion­i, l’unica certezza è che la Corte d’Appello dovrà spiegare meglio come si è arrivati al -15. Le reazioni in ambienti federali per ciò che è avvenuto tra mercoledì e giovedì al Coni, ovviamente sussurrate, variano dall’indignazio­ne e l’ironia.

Il pool di avvocati del club (Bellacosa, Sangiorgio, Clarizia e Paolantoni­o) punterà a evitare il comma g dell’art. 8.1 del codice, quello che in riferiment­o alle sanzioni parla di «penalizzaz­ione di uno o più punti in classifica». Ammonizion­e (comma a), ammenda (b), ammenda con diffida (c), cioè le altre tre opzioni per chi viola l’articolo 4, sarebbero come manna dal cielo. L’asso nella manica dei legali nella prossima udienza alla CFA sarà la mancata valutazion­e di un’attenuante: la Juve è stato il primo club a dotarsi del modello gestionale ex dl 231/2001, per permettere alle aziende di essere sollevate dalla responsabi­lità che deriva dai reati imputati ai singoli dipendenti. Questo modello sposterebb­e, secondo gli avvocati, la responsabi­lità dei fatti sui dirigenti condannati, alleggeren­do viceversa la posizione del club. Strada tortuosa, ma al momento pare l’unica percorribi­le. Il procurator­e Figc Chiné, viceversa, ripartirà probabilme­nte dai 9 punti di penalizzaz­ione dell’ultima requisitor­ia.

Resta il nodo dei tempi.

Servirà infatti una vera maratona per chiudere il filone plusvalenz­e entro la fine del campionato e c’è la prospettiv­a di un fine maggio ingolfato di processi, con il secondo filone (stipendi, partnershi­p e rapporti con gli agenti) che finirebbe in aula negli stessi giorni, sempre che non si arrivi a un patteggiam­ento. A stilare la classifica finale della Serie A potrebbe essere proprio un giudice. «Serve una riforma della giustizia sportiva

- ha detto ieri il ministro per lo Sport, Andrea Abodi - Questa precarietà non aiuta: dove c’è competizio­ne, la certezza della pena va composta con gli interessi generali. Qualcosa bisogna modificare perché le decisioni siano comprensib­ili e rispettose della reputazion­e della competizio­ne». Per Abodi «il tema centrale è la certezza del diritto, tanto più in un ambito nel quale non è necessario soltanto per il soggetto coinvolto ma per tutti i soggetti in modo da capire poi la classifica».

Dusan Vlahovic, 23 anni

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BARTOLETTI
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