Avellino, tifosi contro Rastelli che non lascia
Il tecnico è chiamato a chiudere la stagione con una vittoria contro il Monterosi, poi si vedrà
Questo ci mancava: un esonero ti prolunga il contratto. Succede ad Avellino dove la piazza auspica l’allontanamento di Massimo Rastelli, giunto ad ottobre per sostituire Roberto Taurino che, dopo 8 giornate, aveva raccolto 8 punti: media troppo bassa per vincere direttamente il campionato. Con il Catanzaro in fuga, rischiava di svanire l'obiettivo di una società ricca e ambiziosa che aveva programmato la serie A in 4 anni, da raggiungere in coincidenza con la realizzazione dello stadio da 60 milioni di euro, da appaltare all'impresa del presidente D'Agostino e con il placet del sindaco di Avellino. Liberato dal Pordenone, dove era sotto contratto dopo uno dei suoi esoneri, il 20 ottobre 2022 fonti ufficiali divulgarono l’accordo con il nuovo tecnico fino a giugno 2024, da prolungarsi di altri due anni (giugno 2026) con la possibile terza promozione in B con l'Avellino, dopo quelle di Rastelli da calciatore (2005) e allenatore (2015). L’avvicendamento tecnico restituì entusiasmo all’ambiente e alla squadra che prese a fare punti in attesa di essere rinforzata a gennaio per puntare perlomeno al terzo posto. L'arrivo dei calciatori importanti pretesi da Rastelli - ulteriore investimento
Massimo Rastelli, 54 anni, tecnico dell'Avellino
di una società che mai ha badato a spese - avrebbero di certo spinto l'Avellino verso il vertice. Nel calcio, però, mai è garantita l’equazione “più spendi, più vinci”. Con una squadra venuta meno alle aspettative e un allenatore impegnato a proporre alibi per giustificare i mancati successi, il fallimento dei programmi si è materializzato con le otto sconfitte rimediate nelle ultime 11 gare. E un obiettivo ora diametralmente diverso: dall'annunciato posto nei playoff all'ansia di evitarne uno nei playout affrontando il Monterosi. In casi del genere ed in assenza di eventuali e dignitose dimissioni del tecnico determinato a vincere il campionato («Non sono venuto a pettinare le bambole, altrimenti me ne stavo in poltrona», annunciava lo stesso Rastelli), di solito le società ricorrono al licenziamento, magari richiamando quello a busta paga (Taurino, in questo caso), che male poi non aveva fatto, gestendo una rosa disordinata e costata meno rispetto a quella attuale. Ecco venire fuori la clausola paradossale ma non vietata, notizia rilanciata dall’emittente del presidente, una delle molteplici attività di D’Agostino. In caso di esonero, il contratto di Rastelli si prolungherebbe di un anno, fino al giugno 2025, godendo in poltrona le stesse condizioni economiche da lavoratore sul campo. Si prospetta un futuro da separati in casa, tra tecnico e società, con i pochi tifosi che, spazientati e delusi, domani resteranno muti sugli spalti, spettatori dell’ultima esibizione di un Avellino che lascia senza parole. Come il contratto con incentivo al contrario.