Mercedes è ritorno al futuro
Allison ridiventa direttore tecnico, Tortora promosso: due ex ferraristi al centro del progetto
Un passo indietro per cercare di farne due avanti: è questa la strategia della Mercedes che, senza cruente rivoluzioni con uso di ghigliottina, preme brevemente il tasto rewind per riavvolgere il nastro fino al 2021, l’anno dell’ultimo titolo mondiale. Il ritorno al futuro comporta il richiamo di James Allison nel ruolo di direttore tecnico, cui si accompagna la nomina di un italiano - l’ingegner Giacomo Tortora - al vertice dell’ufficio tecnico. Uscendo dai riflessi argentei del mondo Mercedes, si tratta di due aculei che affondano nelle carni della Ferrari, provocando dolore: l’autarchia ferrarista avviata da Marchionne - e che non ha purtroppo funzionato - ebbe il suo passaggio più significativo proprio nel luglio 2016 con l’allontanamento da Maranello di Allison; Mercedes se lo prese, come aveva già fatto nel 2011 con Aldo Costa. Anche Tortora è un ex del Cavallino: ingegnere di valore, diciamo pure non portato in palma di mano finché è stato a Maranello, nel 2019 accettò le lusinghe della Stella tedesca, a quanto pare con reciproca soddisfazione. Lavorerà a contatto con il capo-progettista John Owen.
Il ritorno di Allison è comunque ciò che fa più clamore, per quanto l’ipotesi sia stata smentita da Toto Wolff solo due settimane fa: «Allison non è coinvolto nel Mondiale - aveva detto - fa parte dei piani di lungo termine della squadra ma al momento si occupa di altro, come l’America’s Cup». Con Ineos ovviamente, proprietaria di un terzo del team.
In pratica Allison e Mike Elliott,
che due anni fa lo aveva sostituito, si scambiano nuovamente i ruoli. Elliott si occupò con successo dello sviluppo della W12 del 2021 e le sue capacità visionarie hanno dato vita alla W13 senza pance, macchina avveniristica, affascinante ma alla fine dei conti non funzionante. E quando la squadra lo scorso anno discusse per scegliere se continuare nell’evoluzione di quel progetto o tornare a qualcosa di più classico, Elliott si spese per insistere sulla cosiddetta “zero pod”, convinto (lui capofila di un gruppo numeroso) di poterne estrarre grandi prestazioni. Non andò così e dunque si cambia: quella di Elliott non è una rimozione e anzi è stata proposta da lui stesso, con grande onestà intellettuale.
«La decisione è stata presa grazie a Elliott - ha riferito Wolff - pertanto abbiamo invertito i ruoli. Mike passa al ruolo di Chief Technical Officer con la sua mente scientifica brillante e accesa, mentre Allison torna a ricoprire il ruolo di direttore tecnico, riportando a Mike».
In ballo ci sono le ambizioni del rampante George Russell e anche di Lewis Hamilton, che non ha mai rinunciato all’idea di prendersi l’ottavo titolo mondiale e diventare il più vincente di sempre (oggi condivide il record con Michael Schumacher).
La Mercedes W14 dunque cambierà con gli sviluppi aerodinamici da tempo in cantiere e attesi per Imola (21 maggio): primo progetto è il varo di un super-DRS, essendo convinta
Brackley di aver capito il grande segreto della Red Bull. L’obiettivo di classifica per il breve termine è quello declinato in forme diverse da Aston Martin e Ferrari: il secondo posto, dietro alla Red Bull. Ma la Stella s’ispira ai suoi anni d’oro 20142021, accarezzando l’idea del ritorno in un ruolo di leadership.
Lo stesso Elliott, padre delle avveniristiche ma perdenti W13 e W14, ha proposto lo scambio di ruolo