Corriere dello Sport

Viegas: Marquez dovevi scontarla

«Io non avrei fatto appello, così sembra che non voglia pagare la penalità, il che non è bello»

- Di Gianmaria Rosati

Imotori della MotoGP resteranno spenti nel weekend in corso, ma la top class è comunque capace di tenere banco. Dal paddock olandese di Assen - dove è impegnata la Superbike - infatti arrivano forti e chiare le parole di Jorge Viegas, presidente della Federazion­e Motociclis­tica Internazio­nale. La stessa FIM che in questi giorni ha in mano le “sorti” di Marc Marquez. La penalità inflitta allo spagnolo dopo i fatti di Portimão e i successivi eventi, riassumibi­li in un errore tecnico dello Stewards Panel nella scrittura della sanzione e nel conseguent­e reclamo esposto da Honda, mantengono ancora lo spagnolo nel limbo, in attesa di capire se dovrà scontare o meno - a questo punto nel prossimo GP di Jerez - l’oramai famigerato doppio Long Lap Penalty nella gara domenicale. «La FIM è un organismo aperto - le parole di Viegas - all’interno del quale si può parlare con chi si vuole, e siamo aperti alle critiche».

Marc Marquez, 30 anni

alle Safety Commission, e cerchiamo sempre di seguirne le indicazion­i. Sulle Sprint Race ad esempio si sono dette tante cose, a partire da piloti come Quartararo: ho parlato con lui, e si è lamentato, ma gli ho promesso che se la cosa non funzionass­e potremmo tornare sui nostri passi senza problemi». «La situazione è chiara: Marc ha fatto quello che ha fatto ed era d’accordo con la penalità. Lo Stewards Panel ha scritto una sanzione poco chiara, così ho chiesto loro di renderla più chiara, ed il Team Honda ha di conseguenz­a fatto ricorso, tanto che ho personalme­nte parlato con Puig. L’appello è ben fatto, così la palla è passata ai giudici della FIM, che hanno deciso di sospendere la pena, per avere il tempo di decidere ed evitare problemi. La decisione arriverà presto. Personalme­nte se fossi stato Marc avrei scontato la penalità, senza fare appello, dato che ora ha dato modo alle persone di pensare che non voglia scontarla, il che non è bello». «Non è facile. Ho parlato con il numero uno di Suzuki in Giappone, il quale mi ha detto che avrebbero investito in un altro tipo di motore: penso che torneranno, ma non so quando. Veniamo da anni difficili a causa del Covid, ma ora le cose stanno migliorand­o e penso che potremmo avere novità positive. Sono contento ad esempio che Ducati sia entrata nell’endurance: noi dobbiamo creare delle regole collaboran­do con le case, dato che è l’unico modo per convincerl­e ad investire».

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