Il nodo: la qualità degli assunti Dal 2020 ce ne sono stati trenta
Interessante quanto Wolff ha detto dello spirito con cui la decisione è stata presa: «Mike ritiene James il nostro gladiatore: ognuno di noi sarà pronto a gettarsi nel fuoco per lui e con lui, ed è giunto alla conclusione di poter essere più utile sviluppando l’organizzazione e portandola verso il futuro. Assistiamo a enormi cambiamenti nell’evoluzione tecnica, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico. Dobbiamo dunque capire come andrà organizzato e strutturato il team nel futuro». Partendo da un passo indietro.
Il ferrarista Carlos Sainz (28 anni) durante il GP d’Australia
Non stava funzionando e hanno cambiato, senza mandar via nessuno: questo è successo alla Mercedes. E cosa sta accadendo alla Ferrari, dove pure le cose non procedono bene? Pochino almeno finora, almeno a quanto pare, almeno a giudicare da quel che si è visto in pista.
Sul breve termine: sviluppi aerodinamici arriveranno tra Baku (30 aprile) e Spagna (4 giugno), con Fred Vasseur convinto che questi possano sbloccare il potenziale della SF-23. Lui e altri credono che si possa ancora riprendere la Red Bull e vincere il Mondiale: è un dato di cronaca e come tale lo riportiamo.
Sul medio termine: un pochino di mercato c’è. Due ingegneri sono stati appena assunti e hanno cessato la loro attività in Red Bull, sono in pieno perio
do di gardening (inattività forzata) e saranno in forze a Maranello nel 2024. Ma non se ne conoscono ancora i nomi, né si sa quanto possano fare la differenza: in fondo il Cavallino ha assunto trenta tecnici negli ultimi tre anni - anche da top team come Red Bull e Mercedes - e al di là dell’ottimo secondo posto del 2022, non è che abbia tirato ragni fuori dal buco.
Queste due assunzioni da sole non sono al momento in grado - assieme al rientro in sede di Inaki Rueda, unico spostamento visibile avvenuto in squadra - di giustificare l’annuncio di lunedì scorso del presidente John Elkann: «Tra le mura di Maranello sono in corso profondi cambiamenti, in particolare nel rafforzare l’attività sportiva in pista».
Delle due l’una: o la Ferrari sotto il pelo dell’acqua è pesantemente attiva sul mercato e si sta davvero rafforzando a spese della concorrenza, o quella del presidente era una mano di smalto necessaria per motivare gli azionisti. «I membri del Panel non sono perfetti. È come nel calcio: a volte si vorrebbe uccidere l’arbitro, altre lo si applaude. Quello che posso dire è che sono stati scelti per la loro competenza, e non vorrei mai interferire con il loro lavoro, salvo poi fare delle valutazioni a fine stagione».