«La penalizzazione ci ha condizionati»
Allegri: «Non so se il campionato è regolare, noi abbiamo dovuto resettare tutto. Senza il -15 magari avremmo dieci punti in più»
Il tecnico juventino sottolinea la reazione della squadra alle vicende giudiziarie
Il messaggio è chiaro: «C’è voglia di arrivare fino in fondo, perché finora abbiamo fatto tanto ma non tutto». Certo è che non è possibile dimenticare quanto è successo da Napoli a Napoli. Ironia della sorte, il calendario ha posizionato le due sfide con la capolista subito prima e subito dopo le due sentenze della giustizia sportiva che hanno sconvolto la stagione della Juve. All’andata, a metà gennaio, la cinquina della squadra di Spalletti allontanò i sogni scudetto della Signora e venne seguita dalla mazzata della penalizzazione di 15 punti. Tre mesi dopo, i bianconeri hanno riavuto indietro, almeno temporaneamente, i punti, sono rimbalzati nuovamente al terzo posto in classifica, si sono qualificati alle semifinali di Europa League e oggi ritrovano il Napoli che vola verso il terzo tricolore della sua storia. In questo arco di tempo, Massimiliano Allegri non ha mai perso la rotta, ha gestito con sapienza e polso fermo una situazione che più anomala non si può e adesso, analizzando tutto quanto è successo, punge. «Molti tifosi ritengono che sia un campionato falsato? Non so se sia regolare o no - riflette -. So solamente che noi abbiamo fatto quello che era possibile fare in campionato dopo che ci sono stati tolti i 15 punti».
DIECI IN PIÙ. Il tecnico ripercorre la storia: «Abbiamo dovuto resettare tutto: abbiamo dovuto fare uno sforzo mentale soprattutto per riadattarsi a quella che in quel momento era la classifica e cercare di risalire piano piano la china. È normale che ci siano stati dei condizionamenti ma non ci devono essere alibi. Sarebbe troppo facile sapere se i punti tolti ci hanno compattato o no. C’è stato un lavoro quotidiano da parte di tutti, c’è stata una crescita da parte di tanti giocatori e soprattutto si è trovato un equilibrio di squadra». Poi l’affondo: «A livello di condizionamento mentale è difficile da spiegare. Uno può dire che ci siamo compattati ma, dalla parte opposta, se non ci avessero tolto i punti, magari ne avremmo dieci in più… ». Riassunto: «Io so solo una cosa: quello che hanno fatto i ragazzi sul campo è importante però non basta perché momentaneamente i 59 punti non sono sufficienti per entrare in Champions League; ne servono altri nelle ultime otto partite. Quello che è stato fatto, è stato fatto; ora dobbiamo pensare a quello che dovremo fare, nel migliore dei modi, da oggi fino al 4 di giugno».
TRAGUARDO. Il traguardo, infatti, è proprio quello: un posto nella prossima Champions, al netto di tutto quello che poi succederà nelle aule giudiziarie. C’è infatti un spada di Damocle che pende sulla testa dei bianconeri e lascia l’orizzonte incerto. «Noi dobbiamo fare i punti sul campo e farne più possibile, perchè abbiamo un obiettivo importante che è giocare l’anno prossimo in Champions.
Ora dobbiamo rimanere nelle prime quattro posizioni, andare a prendere la Lazio che è al secondo posto e poi andare in finale di Coppa Italia e di Europa League». Max rilancia, insomma, per allontanare il più possibile l’orizzonte della stagione: «Dobbiamo essere bravi a far sì che manchino 8 gare in campionato, 3 di Europa League e 2 di Coppa Italia: giocheremmo, così, 58 partite in tutto, che sono il massimo possibile e sarebbe un risultato straordinario e importante». Prima tappa, appunto, il Napoli: «Non c’è voglia di riscatto dopo l’andata; semplicemente c’è la voglia di battere una squadra che si sta avviando a vincere lo scudetto e che ha fatto un campionato straordinario: l’ha ucciso e lo sta vincendo meritatamente».
«Ora puntiamo al secondo posto e ci sono ben due coppe da vincere»