Corriere dello Sport

Il Fideo Di Maria da gestire: andrà in panchina

- Di Nicola Balice

TORINO - All'andata, praticamen­te tutto ciò che di Juve si poteva salvare ruotava attorno al genio di Angel Di Maria. Un gol, un incrocio dei pali, giocate assortite che han visto il talento argentino predicare quasi in un deserto bianconero nello stadio Diego Armando Maradona. In condizioni ideali, quindi, contro il Napoli non si potrebbe prescinder­e da Di Maria. Solo che queste condizioni ideali non ci possono essere in questo momento, il calendario impone una partita ogni tre giorni e uno come lui va sempre gestito con cautela estrema. Tanto più dopo una prestazion­e di puro sacrificio e sofferenza come quella effettuata dal Fideo a Lisbona contro lo Sporting, novanta minuti più recupero per aiutare la Juve a difendere il gol di vantaggio e conquistar­e la semifinale di Europa League.

Con un surplus di fatica ancora da smaltire completame­nte e che potrebbe convincere (o per meglio dire, costringer­e) Max Allegri a tutelarlo in vista della semifinale di ritorno di Coppa Italia che mercoledì sera vedrà la Juve sfidare l'Inter a San Siro.

LA GESTIONE. Non sarebbe la prima né l'ultima volta con un calendario così fitto. Anche prima della sosta, pur senza alcun reale infortunio, Di Maria è rimasto a guardare per tre partite di fila, anche importanti (Sampdoria in tribuna, zero minuti contro Friburgo e Inter). Contro il Napoli però almeno in panchina proverà a esserci, c'è in ogni caso anche o soprattutt­o lui tra quei giocatori che necessitan­o di una valutazion­e attenta nella giornata di oggi dopo due giorni di riposo quasi totale: più fuori che dentro, salvo sorprese.

E forzature non sono né saranno previste, ancora troppo lunga e intensa la stagione per correre anche il minimo rischio da sovraccari­co.

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GETTY Angel Di Maria, 35 anni, argentino di Rosario

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