Luce Osimhen Napoli ritrova il suo leader
Victor torna titolare anche in campionato L’infortunio con la Nazionale ha spezzato il ritmo: Osi a secco in A dalla trasferta con il Torino
Mettiamola così. Nella maniera migliore possibile per una squadra che nelle ultime cinque partite ha segnato appena 3 gol (compreso un autogol del Lecce) e martedì ha dovuto subire lo schiaffo - tremendo - dell’eliminazione dalla Champions, a un passo da una semifinale rimasta comunque a casa Italia però con vista sul Duomo di Milano: oggi il Napoli ritroverà Osimhen dal primo minuto anche in campionato. Da Torino a Torino, dal Toro alla Juve: è da quella gloriosa giornata di marzo conclusa con una vittoria per 4-0 e con una doppietta, la quarta della stagione, che Victor non comincia una partita di Serie A come piace a lui. Lo ha fatto in Europa con il Milan, è vero, ma quella realizzata al 93’ minuto è stata forse la rete più amara della sua vita. Chissà, il sospetto esiste. La storia, però, può sempre essere letta da angolature diverse: e a questo punto, per Spalletti e per la squadra, è meglio pensarla come sopra, come dicevamo: torna Osi. E il Napoli vede la luce del gol.
LUI&GEORGE. E allora, il capocannoniere ripiomba sul suo regno. E tanto per chiarire la grandezza di una stagione marchiata con il fuoco di 26 reti - 21 in Italia e 5 in Champions - oggi con la Juve avrà anche la possibilità di eguagliare o addirittura migliorare il record di Weah. Re George: il miglior marcatore africano della storia della Serie A con 46 reti, una più di quelle collezionate dal giovane leone azzurro (45). Un uomo che in un anno è riuscito a ribaltare le prospettive e i piani del parallelismo con Vlahovic. In un solo concetto: oggi Victor è un po’ quello che Dusan era una stagione fa. Il centravanti più trendy, la risposta del nostro campionato a quei mostri di Haaland, Benzema e Lewandowski.
PENSACI TU. Prestigio a parte, un riverbero della luce del gol che abbaglierà di certo l’estate del mercato, a Spalletti interessa il lato pratico: c’è uno scudetto da conquistare; e c’è da rialzare la testa dopo le lacrime napoletane di Champions e un pareggio al Maradona con il Verona che neanche Osi è riuscito a trasformare in corsa. E’ finita così, l’ultima volta in campionato: lui entra dalla panchina dopo averne saltate tre per l’infortunio all’adduttore sinistro rimediato in Nazionale e al primo tiro spacca la traversa con un fulmine dal limite. Ahia. Nel bis dei quarti con il Milan, sotto questo aspetto, è andata meglio, ma il colpo dell’1-1 non ha limitato il contraccolpo dell’eliminazione. Ma in qualche modo ha avvalorato un’idea: di questi tempi, se non ci pensa lui è dura fare centro. Chissà che non torni a calciare anche i rigori.
IL LEADER. L’infortunio, insomma, non ha spento il sacro fuoco: Osi c’è. E il modo in cui martedì ha - letteralmente - rialzato dal campo lo sconsolato, distrutto gemello Kvara in coda alla nottataccia di coppa ha confermato un elemento già chiarissimo da un po’: Osimhen è il leader, l’anima guerriera di una squadra che all’andata ne ha rifilati cinque alla Juve. Con doppietta e assist del capocannoniere (appunto) e con gol più due assist di Khvicha. L’uno con l’altro, loro per tutti. L’oro di Napoli: la penna e l’inchiostro di uno scudetto sempre più vicino, ancor di più dopo la sconfitta della Lazio, rimasto allo stesso posto a dispetto di tutti i contrattempi. A un passo dalla mano che dovrà cucirlo sulle maglie azzurre. Quando? Beh, presto. Magari prestissimo con qualche altro gol di Victor.
Un’altra rete e poi aggancerà Weah: miglior marcatore africano all time in A