Corriere dello Sport

Luce Osimhen Napoli ritrova il suo leader

Victor torna titolare anche in campionato L’infortunio con la Nazionale ha spezzato il ritmo: Osi a secco in A dalla trasferta con il Torino

- Di Fabio Mandarini NAPOLI

Mettiamola così. Nella maniera migliore possibile per una squadra che nelle ultime cinque partite ha segnato appena 3 gol (compreso un autogol del Lecce) e martedì ha dovuto subire lo schiaffo - tremendo - dell’eliminazio­ne dalla Champions, a un passo da una semifinale rimasta comunque a casa Italia però con vista sul Duomo di Milano: oggi il Napoli ritroverà Osimhen dal primo minuto anche in campionato. Da Torino a Torino, dal Toro alla Juve: è da quella gloriosa giornata di marzo conclusa con una vittoria per 4-0 e con una doppietta, la quarta della stagione, che Victor non comincia una partita di Serie A come piace a lui. Lo ha fatto in Europa con il Milan, è vero, ma quella realizzata al 93’ minuto è stata forse la rete più amara della sua vita. Chissà, il sospetto esiste. La storia, però, può sempre essere letta da angolature diverse: e a questo punto, per Spalletti e per la squadra, è meglio pensarla come sopra, come dicevamo: torna Osi. E il Napoli vede la luce del gol.

LUI&GEORGE. E allora, il capocannon­iere ripiomba sul suo regno. E tanto per chiarire la grandezza di una stagione marchiata con il fuoco di 26 reti - 21 in Italia e 5 in Champions - oggi con la Juve avrà anche la possibilit­à di eguagliare o addirittur­a migliorare il record di Weah. Re George: il miglior marcatore africano della storia della Serie A con 46 reti, una più di quelle colleziona­te dal giovane leone azzurro (45). Un uomo che in un anno è riuscito a ribaltare le prospettiv­e e i piani del parallelis­mo con Vlahovic. In un solo concetto: oggi Victor è un po’ quello che Dusan era una stagione fa. Il centravant­i più trendy, la risposta del nostro campionato a quei mostri di Haaland, Benzema e Lewandowsk­i.

PENSACI TU. Prestigio a parte, un riverbero della luce del gol che abbaglierà di certo l’estate del mercato, a Spalletti interessa il lato pratico: c’è uno scudetto da conquistar­e; e c’è da rialzare la testa dopo le lacrime napoletane di Champions e un pareggio al Maradona con il Verona che neanche Osi è riuscito a trasformar­e in corsa. E’ finita così, l’ultima volta in campionato: lui entra dalla panchina dopo averne saltate tre per l’infortunio all’adduttore sinistro rimediato in Nazionale e al primo tiro spacca la traversa con un fulmine dal limite. Ahia. Nel bis dei quarti con il Milan, sotto questo aspetto, è andata meglio, ma il colpo dell’1-1 non ha limitato il contraccol­po dell’eliminazio­ne. Ma in qualche modo ha avvalorato un’idea: di questi tempi, se non ci pensa lui è dura fare centro. Chissà che non torni a calciare anche i rigori.

IL LEADER. L’infortunio, insomma, non ha spento il sacro fuoco: Osi c’è. E il modo in cui martedì ha - letteralme­nte - rialzato dal campo lo sconsolato, distrutto gemello Kvara in coda alla nottatacci­a di coppa ha confermato un elemento già chiarissim­o da un po’: Osimhen è il leader, l’anima guerriera di una squadra che all’andata ne ha rifilati cinque alla Juve. Con doppietta e assist del capocannon­iere (appunto) e con gol più due assist di Khvicha. L’uno con l’altro, loro per tutti. L’oro di Napoli: la penna e l’inchiostro di uno scudetto sempre più vicino, ancor di più dopo la sconfitta della Lazio, rimasto allo stesso posto a dispetto di tutti i contrattem­pi. A un passo dalla mano che dovrà cucirlo sulle maglie azzurre. Quando? Beh, presto. Magari prestissim­o con qualche altro gol di Victor.

Un’altra rete e poi aggancerà Weah: miglior marcatore africano all time in A

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