Milan e Inter paradosso Champions
Blindata la semifinale, rischiano di restare fuori dalla competizione nella prossima stagione: otto gare alla fine, un altro derby, stavolta lungo e a distanza, per risalire al 4º posto che ha un’importanza vitale
Si fa presto a dire che una milanese giocherà comunque la finale di Champions. Esaltazione sublime, ma smaltita la ciucca del momento ci si accorge che Milano frigge. Non c’è una sola sicurezza nell’aria, incombe soltanto il paradosso carogna: questo derby di semifinale europeo si gioca tra due squadre che in campionato sono al momento fuori dalla zona Champions. Quinto il Milan, sesta l’Inter. Milano con la lingua di fuori a rincorrere disperatamente, in aggiunta il sadico sovrappeso morale di avere davanti la Juve riesumata ed entrambe le romane, cosa che a Roma rende ancora più succulenta questa strana primavera di ciccia e sostanza. Siccome poi le grane non arrivano mai sole, tutto il mondo ormai ha capito che il paradosso è ancora più paradossale perchè la grandezza in Coppa di Inter e Milan è la fragilità in campionato. Più dell’Inter che del Milan, sembrava fino a un certo punto, per via del famoso sdoppiamento di Inzaghi. Salvo poi accorgerci tutti quanti che la sindrome dev’essere piuttosto contagiosa, stante questo Pioli in fotocopia, anch’egli irresistibile a livello europeo e poi sbilenco in campionato.
L’AFFARE SI COMPLICA. Il finale di stagione, oltre al tema grottesco di questa Juve che non sappiamo mai dove piazzare per via della bipolare giustizia sportiva, butta su piazza questo delle milanesi alla rincorsa disperata della Champions,
proprio quella Champions ritagliata su misura per loro quando ci sono dentro, però dannatamente ostica quando devono conquistarsela con uno dei quattro posti in serie A. Rompicapo, cubo di Rubik. Mal di testa. Come giornata, quella di oggi potrebbe girare subito a favore: contando su un’alleanza indiretta
Fiere avversarie a caccia della finale nella Coppa più prestigiosa, fragili rivali in campionato, con Pioli e Inzaghi obbligati a superarsi in una frenetica rincorsa
da Lega Lombarda, cioè l’Atalanta che batte la Roma (tutto da vedere, tutto da dimostrare con l’Atalanta del giorno d’oggi), il Milan in casa col Lecce e l’Inter a Empoli potrebbero già ammucchiarsi al quarto posto. Ma se fossero il Milan e l’Inter di Champions. Invece nel caso concreto, privo del se, non c’è niente e nessuno che possa garantire un esito così idilliaco. Se c’è un pregresso che accomuna le due milanesi è proprio la dannata fatica contro le squadre proletarie, o piccolo borghesi. E allora altro che domenica molto favorevole: in giro per Milano stanno già toccando di tutto.
OTTO GARE. Sapessi com’è strano sentirsi rintronato a Milano. L’istinto spingerebbe a godersi in modo scamiciato queste nuove beatitudini da superderby europeo, il ragionamento riporta subito coi piedi per terra e induce alle più cupe preoccupazioni: mancano otto partite di serie A, della volgare e banalotta serie A, almeno per gente che ormai frequenta il bel mondo dell’èlite continentale, ma passeranno da queste otto partite le vere aspirazioni delle due semifinaliste. Otto partite con la nuvola nera di Fantozzi sopra la testa, questa ipotesi impronunciabile di restarne fuori, con quel che seguirebbe a livello economico, dato l’angosciante bisogno di entrate anch’esso condiviso in coppia dalle due società. A dirla giusta, sta proprio in questo singolare destino comune – uguale, identico lo storico paradosso di Milano: tutte e due le realtà vanno benissimo in Europa, faticano maledettamente in campionato, hanno allenatori ugualmente sdoppiati, devono quanto prima chiarire per bene le cose a livello finanziario. Certo ci si può adagiare tutti quanti appassionatamente nel sogno di conquistare la panna montata della prossima Champions vincendo questa. Ma a parte il fatto che il sogno sarebbe possibile solo per mezza Milano, resta forte il terrore della feroce disillusione finale. Realistica com’è Milano, come s’è sempre venduta, Milano non può dipendere da una romantica eventualità. La prossima Champions va costruita qui, in serie A, poche storie. Di fatto, oltre ai due derby della semifinale europea, se ne giocherà un altro di otto partite, da qui alla fine. A naso, ha tutta l’aria d’essere uno spietato spareggio per il quarto posto. E per salvare la panchina ad almeno uno degli allenatori. Sempre che poi, alla fine, tirando le somme, non sia uno di quei surreali spareggi che eliminano tutti e due.
In serie A entrambe faticano contro le “piccole”, oggi è vietato sbagliare