Il vecchio progetto l’unico rimpianto
È fuori strada chi si immagina una Fiorentina felice per il finanziamento negato da Bruxelles al Comune di Firenze, magari per un malcelato senso di rivincita trasversale: Rocco Commisso e gli altri dirigenti viola ormai la vicenda-stadio la seguono sì con spirito di collaborazione nei confronti dell’amministrazione Nardella, ma anche con un certo distacco se non per interessarsi alle cose che riguardano il club. Come l’accordo (da trovare) per il rinnovo della concessione sul “Franchi” e, soprattutto, la difesa degli interessi di squadra e tifosi, chiedendo con forza di evitare due stagioni lontano da Firenze per le partite casalinghe come sembrava al momento dell’annuncio della costruzione del nuovo stadio.
ATTESA.
La Fiorentina se ne sta alla finestra, nonostante lo stadio (la costruzione del) sia sempre stato al centro dei pensieri e dei progetti dell’imprenditore italo-americano fin dal giorno del suo arrivo a Firenze, ormai quattro anni fa. O forse proprio per quello. Commisso se ne sta alla finestra da quando si è sentito dire “no, grazie” alla proposta di costruire lo stadio in proprio a Campi, da quando si è tirato fuori dall’idea Mercafir una volta visti i contorni e constatato di non avere le garanzie necessarie. Oppure ancora, osserva da lontano definitivamente dopo che il suo piano deciso, netto e senza mezzi termini di ricostruire il “Franchi” è rimbalzato su altri no di varia natura.
RIMPIANTI.
Commisso ormai da mesi assiste da soggetto interessato per ovvi motivi, ma mai partecipe suo malgrado a tutto quello che c’è stato per arrivare fino al punto attuale, dal bando internazionale del Comune per il nuovo “Franchi” all’assegnazione del progetto da parte del Comune stesso, tornando poi sulla scena solo nel momento in cui si è prospettata l’eventualità che la Fiorentina dovesse giocare le stagioni 2024-25 e 2025-26 lontana da Firenze per consentire i lavori: eventualità sempre allontanata nella ricerca di una soluzione non così penalizzante e tuttora allontanata, qualsiasi cosa dovesse accadere da qui in avanti dopo il no di Bruxelles ai fondi del Pnrr. Semmai, come prima e da ieri più di prima, Commisso ripensa con un contrasto di sentimenti alle risposte non avute dal Comune nel tempo che poi è scivolato via: e di tasca propria, a queste condizioni, continuerà a non mettere nemmeno un euro. Su questo sì che è stato categorico con i suoi uomini.
Dopo lo stop al piano di Rocco il club vuole capire dove dovrà giocare