Corriere dello Sport

Sousa se la gode «I miei ragazzi quasi perfetti»

- di Franco Esposito SALERNO

La squadra campana festeggia l’importante vittoria sotto la Curva Sud Siberiano, la seconda nelle ultime otto gare, tutte finite con un risultato positivo. In tribuna applaude anche l’ambasciato­re messicano in Italia, Carlos Garcia De Alba, venuto a tifare Ochoa. Paulo Sousa riceve compliment­i da tutti. «I compliment­i – dice il tecnico portoghese – vanno fatti ai ragazzi per l’interpreta­zione strategica della partita, che è stata quasi perfetta. I nostri avversari sono tra i più forti del campionato e questo accresce tantissimo la prestazion­e della Salernitan­a. Abbiamo esplorato bene i corridoi esterni e da lì siamo riusciti ad attaccare la profondità. Mi ha fatto anche molto piacere vedere, in occasione del secondo gol, venti passaggi di fila da Ochoa fino al tiro di Dia. Dobbiamo continuare a migliorare soprattutt­o quando siamo nel blocco basso. Capisco che dopo aver segnato possiamo abbassare l’intensità, ma possiamo essere comunque più pressanti. A chi mi sono rivolto ad un certo punto della gara? A tutti. Certi valori sono importanti: umiltà, piedi a terra, spirito di sacrificio. Salvezza più vicina? Il Verona sta facendo benissimo e di conseguenz­a dobbiamo continuare ad essere molto umili, la strada è ancora lunga. Il match col Napoli? C’è poco da dire: sono primi, Spalletti è uno dei più bravi allenatori d’Italia. Ora riposiamo, poi preparerem­o la gara».

Kastanos, battuta sul paragone: «Io Bernardo Silva? Sì, dei poveri...»

KASTANOS. Anche ieri Grigoris Kastanos è stato tra i migliori, per il tecnico portoghese è fra quelli che formano l’ossatura di questa squadra. «Siamo molto contenti, abbiamo lavorato tanto – dice il cipriota - e questi sono i risultati. Ogni settimana cerchiamo di migliorare il nostro possesso palla, ma siamo ancora molto indietro rispetto a ciò che possiamo fare». Sousa gli ha consegnato un paragone lusinghier­o, lui risolve tutto con una battuta: «Il mister mi ha dato quello che serve ad ogni calciatore: la fiducia e la consapevol­ezza dei miei mezzi. Il Bernardo Silva della Salernitan­a? Forse sono il Bernardo Silva dei poveri».

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LAPRESSE Sousa, 52 anni

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