Bologna, è l’ora di Arnautovic
Contro le squadre chiuse i rossoblù fanno fatica Ecco perché tutti attendono il ritorno di Marko La sconfitta di Verona induce a una riflessione: serve chi può dare soluzioni alternative al gioco
Motta spera di riavere la punta austriaca nel giro di pochi giorni
Quando il gioco si fa duro, i duri devono cominciare a giocare. Primi giorni di marzo del 2019, Sinisa Mihajlovic è arrivato a Bologna da poco più di un mese, il Bologna perde 2-1 a Udine e Miha si infuria per come è stata molle la sua squadra. C’è da sperare che Thiago Motta abbia fatto altrettanto nei confronti dei suoi rossoblù. Detto che anche lo stesso Thiago ci ha messo del suo in questa sconfitta e che tutto il Bologna ha giocato al di sotto delle proprie potenzialità, è lecito aggiungere quanto segue: chi ha ballato sulle uova come Zirkzee, chi ha fatto tre passi su un mattone come Aebischer e chi appena lo sfiori perde il pallone come Barrow o si svegliano o sarà il caso che restino a guardare, lasciando il posto a quelli che fanno sempre avvertire la propria presenza.
ARNAUTOVIC VALORE AGGIUNTO.
Che l’ultimo Verona ti giochi addosso e riparta con i suoi contropiedisti è un segreto conosciuto e figuratevi se non lo sapeva Thiago. Eppure il Bologna è cascato ugualmente in trappola, anche se va sottolineato come il Verona avrebbe potuto fare gol solo per un clamoroso abbaglio di un calciatore del Bologna. E così è stato, vero Skorupski? Dove vogliamo arrivare è semplice: tutte le volte che il Bologna si è trovato di fronte squadre chiuse ha sempre fatto tremendamente fatica, finendo per pareggiare contro Sampdoria e Cremonese in casa e perdere contro Empoli e Monza, sempre al Dall’Ara. Perché tu puoi avere anche un gioco con movimenti belli e consolidati ma quando gli avversari si mettono tutti sotto la linea della palla ecco che a quel punto serve qualcuno che ti permetta di avere altre soluzioni. Questo è il motivo per il quale abbiamo scritto quanto sia importante il ritorno di Marko Arnautovic, che dovrà continuare a essere il valore aggiunto del Bologna. E immaginiamo che sia per lo stesso motivo che tutto il popolo rossoblù aspetta e quasi invoca il suo rientro, con la speranza che possa di nuovo esserci nel giro di una decina di giorni.
QUESTE TRASFERTE SENZA RITIRO.
Il Bologna non è una squadra di campioni ma di giocatori che devono crescere, questa è la verità. E così vale anche per Thiago, che potrà anche essere nel mirino di Paris Saint Germain, Inter e Atalanta, ma che in realtà a Bologna è come se continuasse a fare scuola guida, dovendo portare avanti il proprio percorso di crescita. Perché se il Bologna non solo perde ma sbaglia completamente l’atteggiamento nelle partite della possibile svolta, vedi Torino e Verona, un motivo eccome se c’è. Vi sveliamo un particolare che non vuole essere solo una notizia: fin qua tutte le volte che Motta ha deciso di non portare in ritiro il Bologna in occasione di partite da giocare in trasferta alle 20,45 e di conseguenza di raggiungere la destinazione solo il giorno stesso, la squadra ha toppato l'impegno. Era successo a Milano contro l’Inter, è successo a Torino contro il Toro, è successo venerdì a Verona. Ora, è giusto responsabilizzare i propri calciatori, ma se poi (anche senza volere insinuare niente, c’è anche chi può aver bisogno di vivere i soliti riti per trovare la giusta concentrazione) i risultati devono essere questi, forse è consigliabile fare un passo indietro.