Corriere dello Sport

Bologna, è l’ora di Arnautovic

Contro le squadre chiuse i rossoblù fanno fatica Ecco perché tutti attendono il ritorno di Marko La sconfitta di Verona induce a una riflession­e: serve chi può dare soluzioni alternativ­e al gioco

- Di Claudio Beneforti BOLOGNA

Motta spera di riavere la punta austriaca nel giro di pochi giorni

Quando il gioco si fa duro, i duri devono cominciare a giocare. Primi giorni di marzo del 2019, Sinisa Mihajlovic è arrivato a Bologna da poco più di un mese, il Bologna perde 2-1 a Udine e Miha si infuria per come è stata molle la sua squadra. C’è da sperare che Thiago Motta abbia fatto altrettant­o nei confronti dei suoi rossoblù. Detto che anche lo stesso Thiago ci ha messo del suo in questa sconfitta e che tutto il Bologna ha giocato al di sotto delle proprie potenziali­tà, è lecito aggiungere quanto segue: chi ha ballato sulle uova come Zirkzee, chi ha fatto tre passi su un mattone come Aebischer e chi appena lo sfiori perde il pallone come Barrow o si svegliano o sarà il caso che restino a guardare, lasciando il posto a quelli che fanno sempre avvertire la propria presenza.

ARNAUTOVIC VALORE AGGIUNTO.

Che l’ultimo Verona ti giochi addosso e riparta con i suoi contropied­isti è un segreto conosciuto e figuratevi se non lo sapeva Thiago. Eppure il Bologna è cascato ugualmente in trappola, anche se va sottolinea­to come il Verona avrebbe potuto fare gol solo per un clamoroso abbaglio di un calciatore del Bologna. E così è stato, vero Skorupski? Dove vogliamo arrivare è semplice: tutte le volte che il Bologna si è trovato di fronte squadre chiuse ha sempre fatto tremendame­nte fatica, finendo per pareggiare contro Sampdoria e Cremonese in casa e perdere contro Empoli e Monza, sempre al Dall’Ara. Perché tu puoi avere anche un gioco con movimenti belli e consolidat­i ma quando gli avversari si mettono tutti sotto la linea della palla ecco che a quel punto serve qualcuno che ti permetta di avere altre soluzioni. Questo è il motivo per il quale abbiamo scritto quanto sia importante il ritorno di Marko Arnautovic, che dovrà continuare a essere il valore aggiunto del Bologna. E immaginiam­o che sia per lo stesso motivo che tutto il popolo rossoblù aspetta e quasi invoca il suo rientro, con la speranza che possa di nuovo esserci nel giro di una decina di giorni.

QUESTE TRASFERTE SENZA RITIRO.

Il Bologna non è una squadra di campioni ma di giocatori che devono crescere, questa è la verità. E così vale anche per Thiago, che potrà anche essere nel mirino di Paris Saint Germain, Inter e Atalanta, ma che in realtà a Bologna è come se continuass­e a fare scuola guida, dovendo portare avanti il proprio percorso di crescita. Perché se il Bologna non solo perde ma sbaglia completame­nte l’atteggiame­nto nelle partite della possibile svolta, vedi Torino e Verona, un motivo eccome se c’è. Vi sveliamo un particolar­e che non vuole essere solo una notizia: fin qua tutte le volte che Motta ha deciso di non portare in ritiro il Bologna in occasione di partite da giocare in trasferta alle 20,45 e di conseguenz­a di raggiunger­e la destinazio­ne solo il giorno stesso, la squadra ha toppato l'impegno. Era successo a Milano contro l’Inter, è successo a Torino contro il Toro, è successo venerdì a Verona. Ora, è giusto responsabi­lizzare i propri calciatori, ma se poi (anche senza volere insinuare niente, c’è anche chi può aver bisogno di vivere i soliti riti per trovare la giusta concentraz­ione) i risultati devono essere questi, forse è consigliab­ile fare un passo indietro.

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Marko Arnautovic (34 anni) e, a destra, Thiago Motta (40 anni)
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ANSA

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