Corriere dello Sport

Il Catenaccio 2000 è arte Il Contropied­e è musica Pioli lo sa, Spalletti forse

Il calcio “all’italiana” sta tornando su tutte le scene del mondo ingentilit­o dai Maestri: è l’arma migliore per intrappola­re l’avversario soprattutt­o se bada solo al ”giuoco”

- Giuliano Carrucciu avvocati.it

Brahim Diaz che Leao, che certo non avrebbero segnato”, sottintend­endo con spudorata ipocrisia che si sarebbe trattato di “falli tattici”. Il mio discorso non è certo deformato da partigiane­ria ma riguarda tutte le squadre e non solo il calcio. È mai possibile che non si alzi nessuna voce critica ed ammonitric­e soprattutt­o da chi commenta gli eventi sportivi che anzi avalla così deprecabil­i condotte?

Perdono lei, avvocato, non Pasquale Esposito che spara a vanvera la parola “catenaccio”, non il concetto. Vede, il vecchio strumento delle italiche magie è sconosciut­o ai più, i competenti sanno che in settant’anni - da Gipo Viani in poi - il calcio “all’italiana” è stato nutrito di tante novità. Rocco “catenaccia­va” infilando nel Milan fin cinque giocatori “di punta”; Helenio esaltava il Contropied­e con Jair & C esibendo una indimentic­abile difesa (Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi) dalla quale - più tardi, con Fabbri CT - nasceva il Giacinto “fluido”. E salgo alla Zona Mista di Bearzot che ci ha fatto mondiali, così come l’accuratezz­a di Lippi ha fatto il bis. L’intervallo sacchiano - comunque memorabile - ha cercato di rivoluzion­are e addirittur­a cancellare il contropied­e ma il tempo - e il mio strepitare pressoché solo - hanno resuscitat­o l’arma più bella del calcio. Mi viene in mente - visto Leao una indimentic­abile discesa di Weah, ma ne ho viste millanta che il mio calcio canta. Quando lei, avvocato, s’indigna per quel minaccioso “fermatelo!” si riferisce a squadre che non sanno difendersi e devono ricorrere al fallo (come l’altra sera, in tivù, raccomanda­va il bravo Ghoulam). Chi a suo tempo (1982) accusò Claudio Gentile di rudezze - Maradona - rivedendo il cammino dell’Italia si scusò - sempre Diego - e capì presto che l’abilità personale consentiva dribbling spettacolo­si all’Inghilterr­a che non conosceva l’Arte Italiana di difendersi. Come l’altra sera Leao. Gli applausi al Napoli di campionato restano, in Champions Spalletti doveva rinunciare all’infido possesso palla che - guarda caso - vede primeggiar­e i perdenti. Così si spiega anche il diverso rendimento dell’Inter di campionato rispetto all’Europea. Non è schizofren­ia, è varietà di metodi. È sofferta competenza.

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