Il Catenaccio 2000 è arte Il Contropiede è musica Pioli lo sa, Spalletti forse
Il calcio “all’italiana” sta tornando su tutte le scene del mondo ingentilito dai Maestri: è l’arma migliore per intrappolare l’avversario soprattutto se bada solo al ”giuoco”
Brahim Diaz che Leao, che certo non avrebbero segnato”, sottintendendo con spudorata ipocrisia che si sarebbe trattato di “falli tattici”. Il mio discorso non è certo deformato da partigianeria ma riguarda tutte le squadre e non solo il calcio. È mai possibile che non si alzi nessuna voce critica ed ammonitrice soprattutto da chi commenta gli eventi sportivi che anzi avalla così deprecabili condotte?
Perdono lei, avvocato, non Pasquale Esposito che spara a vanvera la parola “catenaccio”, non il concetto. Vede, il vecchio strumento delle italiche magie è sconosciuto ai più, i competenti sanno che in settant’anni - da Gipo Viani in poi - il calcio “all’italiana” è stato nutrito di tante novità. Rocco “catenacciava” infilando nel Milan fin cinque giocatori “di punta”; Helenio esaltava il Contropiede con Jair & C esibendo una indimenticabile difesa (Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi) dalla quale - più tardi, con Fabbri CT - nasceva il Giacinto “fluido”. E salgo alla Zona Mista di Bearzot che ci ha fatto mondiali, così come l’accuratezza di Lippi ha fatto il bis. L’intervallo sacchiano - comunque memorabile - ha cercato di rivoluzionare e addirittura cancellare il contropiede ma il tempo - e il mio strepitare pressoché solo - hanno resuscitato l’arma più bella del calcio. Mi viene in mente - visto Leao una indimenticabile discesa di Weah, ma ne ho viste millanta che il mio calcio canta. Quando lei, avvocato, s’indigna per quel minaccioso “fermatelo!” si riferisce a squadre che non sanno difendersi e devono ricorrere al fallo (come l’altra sera, in tivù, raccomandava il bravo Ghoulam). Chi a suo tempo (1982) accusò Claudio Gentile di rudezze - Maradona - rivedendo il cammino dell’Italia si scusò - sempre Diego - e capì presto che l’abilità personale consentiva dribbling spettacolosi all’Inghilterra che non conosceva l’Arte Italiana di difendersi. Come l’altra sera Leao. Gli applausi al Napoli di campionato restano, in Champions Spalletti doveva rinunciare all’infido possesso palla che - guarda caso - vede primeggiare i perdenti. Così si spiega anche il diverso rendimento dell’Inter di campionato rispetto all’Europea. Non è schizofrenia, è varietà di metodi. È sofferta competenza.